L’Europa è un cantiere aperto di idee, di decisioni e di azioni. In questa serie di articoli, iniziata il 3 gennaio 2024, s’intende ripercorrere molto sommariamente le tappe principali di questo progetto straordinario, complesso, difficile da realizzare e incerto nell’esito finale. Il filo conduttore è costituito dalla ricerca delle sue radici cristiane. La scelta è dovuta non a motivi ideologici, ma alla storia. Infatti, l’Europa è in costruzione da quando il Cristianesimo si è radicato nel continente e le grandi istituzioni ecclesiali occidentali e orientali hanno cercato di darle un contenuto, una forma, un’anima, un’unità e un futuro. Lo scopo è semplice e ambizioso allo stesso tempo: contribuire alla riscoperta di quelle radici nella convinzione che siano ancora in grado di indicare agli europei la giusta direzione verso l’unità e la prosperità.
«Profeti» antichi…
L'Europa «medievale» verso il 1450 |
In questo tipo di ricerca alcuni studiosi sono andati molto
indietro nel tempo e hanno trovato persino nel grande poeta romano PublioVirgilio Marone (70-19 a.C.) un «profeta» non
solo dell’Europa, ma anche di Cristo. Per questo, forse, Dante lo ha scelto per
fargli da guida nel viaggio allegorico attraverso l’Inferno e il Purgatorio
della Divina Commedia.
E’ però nel Medioevo che l’idea di Europa si fa strada,
specialmente in campo letterario e religioso. Dante,
Petrarca e Boccaccio,
per esempio, sono considerati a giusta ragione «europei» perché hanno influito
notevolmente sulla letteratura e la cultura europea dell’epoca. Ma furono
soprattutto le Chiese cristiane (cattolica,
protestante e ortodossa), attraverso il monachesimo (cfr. l’articolo: 3.
Il monachesimo medievale e la nascita dell’Europa del 24 gennaio 2024) e una serie di grandi santi (cfr. 6. Islam,
crociate e la nascita della coscienza «europea» del 14 febbraio 2024), a
realizzare la prima forma di unità dell’Europa, tanto che per diversi secoli
essa è stata identificata come «il continente dove si trovano i Cristiani».
… e moderni
A Erasmo da Rotterdam, uno dei grandi «profeti» della unità dell'Europa, è intitolato un programma di scambi culturali tra studenti europei, il Programma Erasmus. |
Fu tuttavia nel Vecchio Continente che l’idea di Europa si
diffuse rapidamente:
(a) negli ambienti universitari (dove gli scambi erano già allora molto
frequenti) grazie a intellettuali come il grande umanista olandese Erasmo da
Rotterdam (1469-1536), l’umanista spagnolo Juan
Luis Vives (1492-1540) e naturalmente molti altri;
(b) negli ambienti politici, sull'esempio di Tommaso Moro (1478-1535), del
filosofo tedesco Gottfried Wilhelm Leibniz
(1646-1716), fra l’altro frequentatore della corte dello zar Pietro il Grande a
San Pietroburgo e propugnatore dell’unità delle Chiese, ecc.;
(c) negli ambienti prettamente religiosi, per esempio con il riformatore
svizzero Giovanni Calvino (1509-1564), il
teologo protestante ungherese Jan Amos Komensky, detto
Comenius (1592-1670), il quacchero anglo-americano Thomas Paine (1737-1809), sostenitore
del federalismo e della cittadinanza universale, ecc.;
(d) negli ambienti politico-sociali, per esempio con il filosofo francese Henri de Saint-Simon (1760-1825), sostenitore di
un’Europa unita in grado di soddisfare l’interesse generale prima degli
interessi nazionali e basata su un Nuovo cristianesimo,
il politico cecoslovacco Tomáš Garrigue Masaryk (1850-1937),
sostenitore di una «Nuova Europa» che tenesse
presente il punto di vista slavo e fondata su una solida moralità, perché
«senza religione tutto affonda».
La lista dei precursori o «profeti» dell’Europa unita
potrebbe essere ben più lunga, ma non indicherebbe ancora il passaggio dalle
idee alla fase realizzativa. Questa sarà illustrata nel prossimo articolo.
Giovanni Longu
Berna, 26.6.2024
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