Nel 2025, l’anno appena cominciato e che si spera di pace (specialmente tra Russia e Ucraina e nel Medio Oriente) e di prosperità per tutti, cadono molti anniversari significativi per la storia della Svizzera, dell’Italia, dell’Europa e dell’immigrazione italiana in Svizzera. Ne sceglierò alcuni, che ritengo di particolare importanza in questo contesto. Il filo conduttore della scelta sarà la loro incidenza diretta o indiretta in tali realtà e la loro rilevanza nella storia dell’immigrazione italiana in Svizzera. Il primo, che considero come punto di partenza, sarà il 1815, l’anno del Congresso di Vienna, evento fondamentale non solo per la Svizzera, ma anche per l’Europa contemporanea. Desidero inoltre precisare che lo scopo principale di queste rievocazioni non è tanto la conservazione della memoria storica di eventi importanti ma talvolta lontani, quanto il tentativo di evidenziarne l’influenza sulla «nostra» storia, intesa come fenomeno complesso, personale e sociale, di rilevanza nazionale e internazionale.
Eventi precedenti il 1815
Europa del 1815 |
Prima di presentare il Congresso di Vienna e le sue conseguenze, desidero ricordare brevemente i due eventi principali che lo precedettero e i rapporti italo-svizzeri preesistenti. Il primo evento, determinante per la futura Europa, è stata la Rivoluzione francese, scoppiata nel 1789. Essa riuscì infatti a scardinare il vecchio ordinamento politico e sociale (Ancien Régime) e ad avviare in Francia e in Europa profondi mutamenti politici, culturali e sociali attraverso l’introduzione nella sfera pubblica di principi democratici (Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino) e valori fondamentali come libertà, uguaglianza, fraternità.
Il secondo evento che occorre tener presente fu la
conseguenza dell’ambizione e della furia conquistatrice del
console-generale-imperatore Napoleone Bonaparte, dovuta inizialmente
alla voglia di allargare l’orizzonte rivoluzionario al di là della Francia e di
espandere i nuovi ideali di libertà e di uguaglianza nell'intera Europa. Non
teneva conto dei regimi assoluti che la governavano da ovest ad est e da nord a
sud e che consideravano le sue conquiste un disegno espansionistico francese intollerabile.
Sicché, coalizzati, riuscirono a farlo soccombere e a restaurare, come si vedrà
nel prossimo articolo, il vecchio regime, ma anch'essi senza tener conto che il
mondo stava cambiando.
Radici profonde dei rapporti italo-svizzeri
Quanto ai rapporti con l’Italia, va ricordato che i rapporti
tra italiani (soprattutto lombardi, piemontesi e veneti) e svizzeri
(soprattutto ticinesi e grigionesi) erano particolarmente intensi da tempi
immemorabili nella fascia di confine per motivi di buon vicinato e di lavoro
(agricoltura, artigianato, commercio).
Va inoltre ricordato che tradizionalmente molti svizzeri
«emigravano» in Italia come soldati mercenari al servizio di principi e re
della vicina penisola quando la Svizzera non era ancora la moderna Confederazione
(che si costituirà nel 1848) e l’Italia era frammentata in tanti piccoli Stati.
In effetti le milizie svizzere furono determinanti in molte battaglie e la
stessa disfatta di Marignano nel 1515 segnò una svolta decisiva della
Svizzera nella concezione del mercenariato e nei rapporti italo-svizzeri.
Questi erano stati particolarmente intensi col Ducato di
Milano, dopo che l’esercito svizzero assoldato da Massimiliano Sforza
(1493-1530) duca di Milano, riuscì a scacciare da Milano gli occupanti francesi
(1512) e a metterlo a capo del Ducato, garantendogli «protezione» e garantendo
a sua volta all'attuale Cantone Ticino i territori «svizzeri» conquistati o
acquistati o comunque ottenuti già appartenuti al Ducato di Milano.
Inoltre, da tempi immemorabili, soprattutto il Cantone di Berna
aveva intensi rapporti di buon vicinato, commerciali, culturali e sociali con
la confinante Savoia. La solidità di questi rapporti è attestata dai numerosi
trattati e convenzioni, che venivano regolarmente rinnovati.
Svizzera terra d’asilo accogliente
Infine non va dimenticato che la Svizzera (specialmente nelle
grandi città e nel Ticino) è sempre stata una terra d’asilo ospitale per
numerosi perseguitati politici e religiosi italiani (e ovviamente anche di
altre nazionalità), specialmente durante il periodo della Riforma protestante.
D’altra parte, fin dal Medioevo, molti «immigrati» dall'Italia hanno dato
lustro alla cultura, alla scienza, all'arte, al commercio della Svizzera,
contribuendo al benessere generale di questo Paese.
Il beneficio, per gli italiani e gli svizzeri, diventerà
ancor più rilevante quando, dalla metà del XIX secolo, i rapporti
italo-svizzeri verranno intensificati, estesi e sigillati con numerosi trattati
e accordi bilaterali di amicizia e di collaborazione.
Giovanni Longu
Berna, 02.01.2025