25 ottobre 2023

ANNIVERSARI: 1. 1848-2023: 175 anni della Costituzione federale

In una breve serie di articoli a partire da questo saranno rievocati alcuni eventi d’importanza nazionale e talvolta anche internazionale di cui quest’anno ricorrono anniversari meritevoli di essere ricordati. Dovendo operare per evidenti ragioni una scelta, questa è stata fatta seguendo in particolare questi criteri: l’interesse dei lettori per eventi di grande portata, la rilevanza che la maggior parte degli eventi commemorati ha avuto sull'evoluzione dell’immigrazione italiana in Svizzera e l’importanza che alcuni di essi hanno avuto nella storia mondiale anche recente. Comincio, per ragioni cronologiche (dal più remoto a quello più recente), dal 175° anniversario della Costituzione federale.

Prima del 1848: la Lega (litigiosa) dei Cantoni

La Costituzione federale ha garantito l'unità e le diversità cantonali
tradizionali, economiche, culturali, linguistiche, confessionali..

Prima del 1848 esisteva in Svizzera la «Lega dei Cantoni», piccoli ma veri e propri Stati, che si comportavano come tali anche fra loro, mettendo in luce le loro peculiarità e diversità (sociali, confessionali, economiche…) e dimenticando talvolta il «Patto», l’alleanza che li legava per difendersi da eventuali aggressioni nemiche e risolvere i dissidi interni. Spesso le divergenze finivano per prevalere e sfociavano talvolta in vere e proprie guerre.

Il Congresso di Vienna del 1815, aveva rafforzato la vecchia Confederazione verso l’esterno con l’integrazione dei Cantoni di Neuchâtel, Ginevra e del Vallese, ma non verso l’interno, dove i litigi intercantonali erano frequenti. Le Grandi Potenze (Austria, Gran Bretagna, Prussia, Russia e Francia), in competizione fra loro per il predominio europeo, probabilmente consideravano la Svizzera una sorta di «Stato cuscinetto», né troppo debole né troppo forte, per impedire eventuali mire espansionistiche dell’una o dell’altra potenza. Per questo le avevano anche imposto la neutralità permanente, ma non avevano pensato al suo rafforzamento interno (compattezza e stabilità) per poter svolgere agevolmente il suo compito.

Di fatto i Cantoni continuavano a comportarsi come Stati indipendenti specialmente in politica interna e senza alcun coordinamento con gli altri Cantoni in quasi tutti i campi. Per di più negli ultimi decenni della prima metà del secolo cresceva la divergenza tra i Cantoni (in maggioranza protestanti) che aspiravano a un maggiore centralismo (Stato federale) e i Cantoni (in maggioranza cattolici) che si battevano per la completa autonomia cantonale.

Di fronte al pericolo di una concentrazione dei poteri nelle mani della Confederazione prevalentemente protestante a scapito dei Cantoni cattolici gelosi della propria autonomia, sette di questi (Lucerna, Uri, Svitto, Untervaldo, Zugo, Friburgo e Vallese) decisero di costituire una «Lega separata» (Sonderbund) e un proprio esercito (un po’ raccogliticcio). Non durò però a lungo perché i Cantoni protestanti (Zurigo, Berna, Glarona, Soletta, Sciaffusa, San Gallo, Grigioni, Argovia, Turgovia, Ticino, Vaud, Ginevra) organizzarono tempestivamente un esercito ben più forte alle dipendenze dell'esperto generale Guillaume-Henri Dufour (1787/1875), che sconfisse in pochi giorni e con poche vittime i separatisti.

1848: la Costituzione e il federalismo

Per porre definitivamente fine alle lotte interne, dopo lunghe trattative, si giunse all'approva­zione di una nuova costituzione (1848) che trasformava praticamente un’alleanza di Stati in un vero e proprio Stato federale, garantiva l’equilibrio dei poteri con organismi centrali ben definiti e separati (Assemblea federale bicamerale, Consiglio federale e Tribunale federale) e politiche centralizzate solo in alcune materie (difesa, politica estera, dogane, ecc.). Il potere supremo (sovranità popolare) restava saldamente nelle mani del Popolo, che lo esercitava attraverso la democrazia diretta.

Il motto della Confederazione: «Uno per tutti - tutti per uno»
La Costituzione federale del 1848, per quanto imperfetta, perché subordinata alla logica della ripartizione del potere tra maggioranza (vincitrice della guerra del Sonderbund) e minoranza (cattolici conservatori sconfitti), ma emendabile e aperta ai cambiamenti, costituì il cemento unificante di tutte le principali diversità del Paese: Cantoni vincenti e Cantoni sconfitti, protestanti e cattolici, progressisti e conservatori, popolazioni urbane e popolazioni rurali, svizzeri tedeschi e svizzeri latini (francofoni e italofoni), Cantoni economicamente forti e deboli, ecc. Fu più volte modificata, ma mai stravolta nella struttura fondamentale e nello spirito originario.

I pilastri della nuova Confederazione

Oltre al federalismo e all'equilibrio dei poteri, i pilastri di sostegno della nuova Confederazione erano (e sono) costituiti dalla neutralità, di cui aveva già beneficiato e di cui beneficerà ancora a lungo, ma anche da alcuni principi di politica interna come la sussidiarietà e la solidarietà, tradotti nella massima ben evidenziata all'interno della cupola di Palazzo federale: «uno per tutti - tutti per uno».

Grazie a questi elementi strutturali la Confederazione in questi 175 anni è cresciuta enormemente, ha acquistato prosperità e prestigio nel mondo e può persino proporsi come modello, facilmente adattabile, per la soluzione di tanti problemi di convivenza interna e internazionale.

Giovanni Longu
Berna 25.10.2023