Estate! Tempo di riposo, di svago, di distrazione, ma anche, perché no?, di buone letture e di qualche utile riflessione, per esempio sul non-senso della guerra in corso tra Russia e Ucraina, che ci coinvolge nostro malgrado sempre più. Ritorno su questo tema, già trattato anche di recente, perché ritengo la guerra in generale abominevole e questa in particolare insensata e contraria ai principi di civiltà. Essa non avrebbe dovuto mai cominciare, ma ora è tempo che si concluda perché il suo prolungamento rischia di fare più danni di quanti ne ha già fatti. Per raggiungere questo obiettivo ritengo importante che si rafforzi l’opinione pubblica contraria alla guerra e avanzi il movimento per una pace «giusta» e soddisfacente per tutte le parti coinvolte. In questo e nei successivi articoli cercherò di fornire elementi di riflessione sia sull'origine ideologica del conflitto e sia sulle condizioni che rendono possibile una pace «giusta» e durevole.
Premesse
In questi articoli presuppongo anzitutto una conoscenza
minima dei fatti (e degli antefatti) e la consapevolezza che si sta consumando
un’immensa tragedia umana con molte migliaia di vittime, disastri materiali e
immateriali incalcolabili, danni umani inimmaginabili a carico delle future
generazioni, sconvolgimento degli equilibri mondiali, indebolimento degli
organismi internazionali di pace, ecc. Tutto questo con la complicità, diretta
o indiretta, di gran parte dell’Occidente e l’indifferenza di molti.
Presuppongo altresì che, di fronte a questi fatti e alla
prospettiva tutt’altro che rassicurante del prolungamento della guerra nessuno
dovrebbe restare indifferente. Personalmente ritengo che sostenere militarmente
anche uno solo dei belligeranti è irresponsabile e cinico perché prolunga le
sofferenze delle popolazioni coinvolte nel conflitto, moltiplica le vittime e
le distruzioni, accresce i rischi del ricorso ad armi nucleari, allontana la
pace.
Sono inoltre convinto che con le guerre i governi fornitori
di armi rubino ai loro popoli risorse che andrebbero spese per il bene comune e
non dissipate in armamenti di distruzione. Non si possono accettare senza
reagire i continui aumenti dei prezzi, i costi del vivere quotidiano e
l’incremento senza controllo delle spese militari.
Premetto anche che ogni essere umano dovrebbe sentire la vergogna della guerra e il dovere civile di reagire in modo appropriato per costringere i governi interessati, compreso quelli italiano e svizzero, a chiedere ai belligeranti un cessate il fuoco immediato e l’avvio dei negoziati di pace, nella piena consapevolezza che ciò è possibile e pertanto doveroso farlo.
Infine occorre saper distinguere l’informazione oggettiva e la propaganda perché, come ammoniva il Manzoni nei Promessi Sposi, «la ragione e il torto non si dividon mai con un taglio così netto, che ogni parte abbia soltanto dell'una o dell'altro». Purtroppo la propaganda di entrambe le parti non consente né di approfondire serenamente le vere cause del conflitto né di prospettare una conclusione «giusta» (nel significato comune della parola «pace», ossia una «condizione di normalità di rapporti, di assenza di guerre e conflitti, sia all'interno di un popolo, di uno stato […], sia all'esterno, con altri popoli, altri stati» (Treccani).L’origine della guerra russo-ucraina
Partendo da tali premesse è giusto chiedersi anzitutto
perché è scoppiata questa guerra. A prescindere dalla cronologia, da chi ha
iniziato i combattimenti e dall’intensità con cui vengono proseguite le azioni
militari tra offensive e controffensive, dovrebbe infatti essere abbastanza
intuitivo ritenere che un conflitto di tale ampiezza e di tale crudeltà (perché
la morte in guerra è particolarmente crudele) non nasce dall’oggi al domani, ma
ha una gestazione lunga. Individuo questa origine, apparentemente lontana, nel nazionalismo,
che caratterizza, a mio modo di vedere, sia la Russia che l’Ucraina sia pure
con modalità diverse.
Per evidenti ragioni di spazio, non è possibile qui un
approfondimento dei concetti di «nazione» e «nazionalismo», ma nel prossimo
articolo si darà conto che tanto il nazionalismo russo quanto quello ucraino
sono lontani dai concetti alla base della moderna democrazia, basata su un
sistema di valori incentrati sul rispetto della persona umana e sulla
convivenza pacifica di gruppi etnici o «nazioni» diversi non solo in Stati
differenti (per es. italofoni in Italia, ma pure in Svizzera), ma anche in uno
stesso Stato (per es. Stati Uniti, Confederazione Svizzera). (Segue)
Giovanni Longu
Berna, 12.07.2023