L’UNITRE della
Svizzera è un’associazione di formazione che riprende il meglio
dell’associazionismo tradizionale e lo sviluppa secondo modalità moderne ed efficaci.
Per quanti non la conoscessero né direttamente né indirettamente, è utile
ricordare che il nome è un acronimo di Università delle Tre Età. La
prima parte (UNI) riprende il nome dato comunemente a quei luoghi del sapere
universale dove s’incontrano docenti e studenti; la seconda parte (TRE) indica le
persone «delle tre età» a cui si rivolge, ossia tutte le persone di ogni età
che desiderano ampliare i propri orizzonti culturali. Né la prima né la seconda
parte danno tuttavia il senso più profondo e più vero, a mio parere,
dell’UNITRE, per cui mi sembra utile qualche precisazione.
Universalità e
umanità

Partecipanti a un corso sui rapporti Svizzera-Unione Europea |
Qualche considerazione
merita anche la seconda parte dell’acronimo UNITRE. Quando, nella seconda metà
degli anni Settanta, cominciò a diffondersi in Italia quest
a nuova forma di
associazionismo culturale, il suo nome esteso era «Università della terza età»,
perché era rivolta principalmente alla «terza età», solitamente esclusa dal
processo formativo universitario. Si voleva superare questa limitazione, non
escludendo le altre età, ma favorendo l’accesso al sapere specialmente ai Seniores.
Con gli anni questa connotazione si è un po’ persa e oggi, a giusta ragione, si
preferisce parlare ovunque di «Università delle Tre Età», non solo perché
l’accesso è aperto a tutti, ma anche perché è auspicabile una maggiore
partecipazione e comunicazione tra persone di età diversa.
L’esempio
dell’UNITRE di Soletta
2013: Viaggio nella Svizzera centrale (Svitto) |
Inizialmente quella di
Soletta era una sezione dell’UNITRE di Basilea. L’avvio era avvenuto il 20
settembre 2008 in una sala gremita del ristorante Volkshaus. Partiva, come si
suol dire, sotto i migliori auspici, perché l’interesse era grande (un
centinaio di iscritti ai corsi), il nucleo dirigente coeso ed entusiasta non
aveva dubbi sulla riuscita, il sostegno della presidente della sede di Basilea,
Nella Sempio, delle autorità italiane e svizzere e delle associazioni locali
era garantito.
Trovai il primo
bilancio annuale così lusinghiero che scrissi: «Con
queste premesse, l’UNITRE di Soletta non potrà che consolidarsi e fare
addirittura meglio». Così è stato. L’interesse per le sue iniziative si estese in
tutta l’agglomerazione. Numerosi docenti motivati e preparati si resero
disponibili. Ben presto si formò tra tutti, organizzatori, docenti e corsisti,
un comune senso di appartenenza, tanto da concordare con Basilea la piena
autonomia. Il 5 luglio 2010, Soletta è diventata sede autonoma, inaugurata dal presidente
della Federazione delle UNITRE in Svizzera, Michelangelo Penticorbo. In
tale occasione venne costituito anche il primo Consiglio direttivo dell’UNITRE
di Soletta, eleggendo Massimo Romano come presidente e Lorenza
Ranfaldi come direttrice dei corsi.
Complessivamente, in
questi 10 anni sono stati organizzati dall’UNITRE di Soletta 216 corsi e 162
conferenze. I docenti, tutti a titolo gratuito, sono stati 123. La media degli
iscritti ai corsi è stata di 76 persone l’anno, di cui una quindicina di
nazionalità diversa da quella italiana. A queste cifre vanno aggiunti anche una
dozzina di viaggi culturali, intesi come completamento dei corsi svolti nella
sede di Soletta.
Professionalità e
socialità
Al di là delle cifre
vorrei sottolineare in questo importante anniversario alcune caratteristiche di
questa moderna associazione solettese, che ben rappresentano quelle generali
dell’UNITRE di cui ho parlato prima, ma esprimono anche alcune specificità.
Per esempio trovo che
la qualità dei corsi proposti sia sempre di buon livello e testimonia
non solo della professionalità dei docenti, ma anche dell’interesse
dei corsisti e della buona organizzazione. Un’altra caratteristica
facilmente riscontrabile, proprio a livello organizzativo, è il forte
affiatamento del gruppo dirigente. Credo che non sarebbe possibile portare
avanti per anni questo tipo di attività se il «peso» dell’organizzazione non
potesse ripartirsi tra più persone, tenendo conto che si tratta di volontariato
puro.
Un’altra
caratteristica che osservo all’UNITRE di Soletta è il forte legame che
unisce docenti e corsisti. In questa istituzione, infatti, il sistema dei
corsi non prevede solo uno scambio di sapere, ma anche uno scambio di
conoscenze personali e di esperienze. In questa ottica a Soletta vengono
organizzate ogni anno non solo le feste di apertura e di chiusura dell’anno
accademico, ma anche la festa degli iscritti. In questi incontri è inevitabile
che il tipico rapporto docente-allievo cambi per così dire natura e diventi
facilmente un incontro tra amici.
Viaggi di
approfondimento e bellezza
Viaggio alle Istituzioni Europee (Bruxelles, davanti all'Atomium) |
L’aspetto della socialità
e dell’amicizia è tenuto in grande considerazione all’UNITRE di Soletta
e i risultati sono evidenziati per esempio dall’ottima partecipazione ai viaggi
internazionali e nazionali finora organizzati, spesso in collaborazione con la Famiglia Trentina
di Solothurn. Due sono stati i viaggi in Spagna (Barcellona e Madrid), uno in
Germania (Dresda e Berlino), uno in Belgio-Francia-Lussemburgo (Istituzioni
europee), sei in Italia (Nord, Centro, Sud, in Basilicata, a Roma, Milano). Nei
viaggi di una giornata in Svizzera si è voluto soprattutto approfondire qualche
aspetto importante della storia e della geografia svizzera: Berna (Palazzo
federale), cascate del Reno a Sciaffusa, Friburgo (Museo Gutenberg), Svizzera
centrale (Lucerna, Stans, Altdorf, Svitto, ossia la «culla della Confederazione
Svizzera»), Svizzera occidentale (Avenches, Romainmôtier, Saint-Maurice, Martigny,
dove si trovano le origini romane e cristiane della Svizzera); la diga di
Emosson e il castello di Chillon, il CERN e la città di Ginevra. Prossimamente
è in programma un altro viaggio a Berna alla ricerca di «tracce d’italianità»
nella capitale federale.
La bellezza di
questi viaggi consiste non solo nelle «cose» viste e nelle «parole» udite,
sempre interessanti e suggestive, nella «verifica» di informazioni fornite
durante i corsi, nella scoperta di elementi conoscitivi nuovi, ma soprattutto –
provare per credere – nello stare insieme, nel verificare insieme, nello
scoprire insieme, nel parlare, passeggiare, mangiare, cantare… insieme. Per
questo l’UNITRE di Soletta investe molto nell’organizzazione di viaggi di
approfondimento.
In conclusione, l’UNITRE,
rappresenta una delle forme più riuscite di associazionismo perché riesce a
soddisfare nella stessa istituzione esigenze diverse ma tutte finalizzate alla
soddisfazione di interessi conoscitivi, di socialità e di valorizzazione del
tempo libero dei partecipanti. E’ anche una forma di volontariato
«sostenibile», nel senso che le sue azioni sono destinate a durare nel tempo
con un effetto moltiplicativo incontestabile.
Giustificato dunque,
mi sembra, augurare all’UNITRE di Soletta ancora lunga vita.
Giovanni Longu
Berna, 30.05.2018
Berna, 30.05.2018