28 maggio 2018

Preoccupazione e sdegno


Preoccupato per quel che sta succedendo in Italia in queste settimane? Sì e No. Sì perché trovo lo spettacolo che stanno dando i politici italiani indecoroso; no perché l’Italia è un grande Paese e gli italiani prima o poi, spero presto, si renderanno conto di quel che possono o non possono fare. Sono invece sconcertato per i comportamenti irresponsabili di alcuni politici. Alcuni di essi, soprattutto della Lega e dei 5 Stelle, quelli che si sono autodichiarati vincitori alle ultime elezioni ma non sono stati in grado di dare un governo al Paese, mi sembrano del tutto inadeguati a gestire la difficile situazione italiana.

Palazzo di Montecitorio, sede del governo italiano
Sono sconcertato che persone che hanno goduto (e forse godono ancora) del sostegno di milioni di cittadini italiani non si rendano conto che i debiti prima o poi si pagano e che è da incoscienti e cinici scaricarli sulle future generazioni. Sembrano convinti che il voto popolare li legittimi persino a forzare la Costituzione, a piegare ai loro voleri non solo il Presidente del Consiglio dei ministri, ma anche il Capo dello Stato, a esigere dall’Unione Europea (ossia da 26 Stati) di concedere all’Italia deroghe insostenibili.
Sconcertato perché, invece di riconoscere i loro limiti e le loro contraddizioni preferiscono arringare le folle al grido di manzoniana memoria «dagli all’untore!», il presunto diffusore della peste, additando nel Presidente della Repubblica Mattarella il massacratore della democrazia e della volontà popolare. Se dico «contraddizioni» penso soprattutto a Di Maio dei 5 Stelle che prima afferma: «i ministri li sceglie il Presidente della Repubblica» e poi, perché non ha voluto subire un’imposizione, ne invoca l'impeachment.
Sconcertato, ancora, perché danno l’impressione di non rendersi conto della gravità della situazione, preferendo demonizzare i mercati, i poteri forti, l’Europa, la BCE, la Germania…, piuttosto che proporre soluzioni perché i mercati abbiano fiducia nell’Italia e nei mercati l’Italia possa approvvigionarsi di beni e servizi a prezzi equi, perché il mercato tedesco continui a comprare i prodotti italiani, ecc. ecc.
Sconcertato perché anche i cosiddetti vincitori durante la campagna elettorale non hanno saputo affrontare con competenza e serietà i problemi riguardanti la scuola e la formazione (professionale), preferendo assistere senza batter ciglio che da anni centinaia di migliaia di giovani cerchino di risolvere i loro problemi esistenziali e le loro aspettative future emigrando.
Sono sconcertato perché si è preferito, demagogicamente, puntare sull’abbassamento delle tasse e sul reddito di cittadinanza, piuttosto che spremersi le meningi a studiare come trovare le risorse per investimenti mirati nella formazione, nella ricerca e nello sviluppo. Nessuno, a mia conoscenza, ha avuto il coraggio di sostenere che esiste anche un obbligo morale e civile di lavorare e di «concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva» (art. 53 della Costituzione), ossia di pagare le tasse, di chiedere anche dall’idraulico, dal meccanico, dal dentista o dal commercialista la fattura con l’IVA. Con la giustificazione generica (non sempre dimostrabile) che «manca il lavoro», nessuno sembra più avere scrupoli sul «lavoro nero», sull’evasione fiscale, sui contratti al ribasso, ecc.
Per tutto questo provo sconcerto e sdegno per lo spettacolo che sta dando in queste settimane la politica italiana, augurandomi che presto il popolo italiano sappia scegliere con giudizio da chi vorrebbe essere governato, onestamente e in verso spirito di servizio.
Berna, 28 maggio 2018

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