25 febbraio 2024

Russia-Ucraina: due anni abominevoli!

Da due anni si combatte in Ucraina una guerra abominevole, inutile e irresponsabile, che continua a suscitare sgomento e preoccupazione. L’opinione pubblica mondiale è molto disorientata e non può che auspicarne la fine rapida e una pace «giusta», soprattutto nel senso che elimini alla radice i motivi che l’hanno provocata.

Questa guerra è certamente abominevole e dannosa dal punto di vista delle popolazioni coinvolte, perché vengono calpestati i diritti fondamentali delle persone a vivere (in pace e libertà), ad avere una casa, un lavoro, una famiglia, un avvenire…. Ma è abominevole anche per ogni persona di buon senso, perché non si vede in questa guerra alcuna ragionevolezza e giustificazione (posto che per una guerra possano esserci buone ragioni!). Anzi s’intravvedono facilmente nelle persone che la vogliono evidenti forme di delirio d’onnipotenza, di prevaricazione, di abuso di potere, mentre le persone che la sostengono (militarmente e finanziariamente) cercano soprattutto di nascondere la propria incapacità di proporre soluzioni diplomatiche realistiche, raggiungibili col dialogo, i compromessi, gli accordi, abusando della buona fede e dei buoni sentimenti dei propri cittadini.

Dallo stallo che si registra oggi nelle operazioni militari appare evidente che questa guerra è non solo dannosa, ma anche inutile perché non solo non viene raggiunto alcun obiettivo utile per nessuna delle parti in conflitto, ma rinvia qualsiasi soluzione a un tempo indeterminato, mentre si allunga la fila dei morti, aumentano le atrocità per i superstiti, le distruzioni, la povertà, l’incertezza del futuro. Non può essere considerato un buon affare l’occupazione di un pezzo di terra con costi così elevati, tanto più se quella terra può essere coltivata, sfruttata, goduta insieme… pacificamente.

Purtroppo il prolungarsi di questa guerra dimostra anche l’irresponsabilità non solo dei governanti coinvolti direttamente o indirettamente, ma anche delle opinioni pubbliche e di chi non sa metterle in condizione di esprimere un giudizio davvero autonomo e convinto. Purtroppo anche le rievocazioni di questi giorni, a parte qualche eccezione, non forniscono elementi di giudizio seri e sufficienti. Per certune sembrerebbe accertata solo l’invasione da parte della Russia di due anni fa, dimenticando, per esempio, che prima di essa in Ucraina era in atto una guerra civile perché due grandi regioni a maggioranza russofona si erano dichiarate prima indipendenti e poi annesse alla Russa, ignorando che nel 1991, quando l’Ucraina si era resa indipendente dall'URSS, la NATO si era impegnata a non estendersi a est e l’Ucraina a restare neutrale; dimenticando che nel 2014 e 2015 non c’era stata solo l’annessione russa della Crimea, ma erano stati raggiunti anche compromessi ragionevoli col sostegno di alcune potenze occidentali (i famosi Accordi di Minsk)… che non vennero mai rispettati.

In un precedente articolo ho scritto che l’opinione pubblica sarà determinante nel futuro processo di pace (https://disappuntidigiovannilongu.blogspot.com/2023/09/per-una-pace-giusta-tra-russia-e.html). Per questo è necessario che il pubblico abbia a disposizione molteplici informazioni, senza ritenere che alcune sono certamente buone e altre ovviamente false a seconda della provenienza.


Il cons. fed. Ignazio Cassis, all'ONU 
Sotto questo profilo mi è sembrata insufficiente anche la rievocazione nella sede delle Nazioni Unite del ministro degli affari esteri svizzero, Ignazio Cassis. Volendo annunciare la disponibilità della Svizzera a ospitare una conferenza per la pace ad alto livello nei prossimi mesi, dopo aver ricordato le «violazioni flagranti al diritto internazionale e ai diritti dell’uomo» (senza menzionare i responsabili) ha invocato il «rispetto dell’integrità territoriale» dell’Ucraina, ma non ha detto una parola sul compito dell’ONU (art. 1, n. 3) di «promuovere ed incoraggiare il rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali per tutti senza distinzioni di razza, di sesso, di lingua o di religione» anche in Ucraina e sul principio previsto dalla stessa Carta ONU all'articolo 55 «dell’eguaglianza dei diritti e dell’autodecisione dei popoli». Nessun accenno, inoltre, agli Accordi di Minsk, che potrebbero essere una buona base di partenza del prossimo negoziato.

Infine, poiché prima o poi si arriverà alla fine di questa guerra e la Carta ONU costituirà la base di riferimento fondamentale della successiva pace, mi sarei aspettato che almeno nelle rievocazioni ufficiali si accennasse ai punti più controversi della Carta, tanto più che al riguardo le interpretazioni di Russia e Ucraina sono opposte. Senza un chiarimento preliminare e una mediazione autorevole, difficilmente il negoziato potrà iniziare e giungere a buon fine.

Giovanni Longu
Berna 24.2.2024