In Svizzera, la lingua italiana ha radici profonde e sane: nessuno può dubitare della sua sopravvivenza. La Svizzera italiana (Ticino e valli italofone dei Grigioni) ne costituisce un baluardo sicuro e affidabile, che si è sempre dimostrato efficace anche in circostanze ben più pericolose di quelle attuali. Nel resto della Svizzera, tuttavia, le sorti dell’italiano non sono altrettanto tranquillizzanti ed è questa incertezza che dovrebbe stimolare tutti gli ambienti e i singoli italofoni (svizzeri e stranieri) a collaborare per la sua salvaguardia. Che non si tratti di un’impresa impossibile è stato dimostrato in questi ultimi decenni con l’affermazione dell’italianità come caratteristica essenziale dell’identità svizzera e della coesione nazionale fondata sul rispetto e la valorizzazione della diversità. Del resto la sua possibilità è ancorata a solide basi costituzionali, legali e amministrative chiare. Per realizzarla occorre tuttavia un sentire comune, l’amore per la lingua e la cultura italiane e la rinuncia a qualche pregiudizio.
Solidità e garanzia del Ticino
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USI Università della Svizzera italiana, Lugano |
Si potrebbe obiettare che in questo campo il Cantone Ticino
si è mosso in ritardo (perché il momento migliore, forse, sarebbe stato quello
degli anni Settanta), ma è facile rispondere che per poter intervenire
utilmente su una materia di competenza strettamente cantonale (politica
linguistica e culturale) il Cantone aveva bisogno di rafforzarsi e di
raggiungere qualche reale possibilità di successo di eventuali interventi
politici e mediatici. In effetti così è stato.
Com'è noto, in pochi decenni il Ticino si è molto rafforzato
non solo economicamente (prosperità diffusa, terziario in crescita, turismo
florido, polo di attrazione per decine di migliaia di frontalieri, efficace collaborazione
transfrontaliera stimolata dalla Comunità di lavoro Regio Insubrica,
ecc.), ma anche culturalmente, grazie alla disponibilità di una promettente Università
della Svizzera Italiana USI, un’efficiente Scuola universitaria
professionale della Svizzera italiana SUPSI, un eccellente centro artistico
e culturale Lugano Arte e cultura LAC, quattro beni del Patrimonio
mondiale dell’umanità, centri congressuali, ecc. E’ giusto osservare che questi
successi e queste strutture non fanno bene solo al Ticino, ma anche al resto
della Svizzera perché rappresentano una solida garanzia per l’italianità.
Iniziative mirate e lungimiranti
Forte di questi successi, il Cantone Ticino ha cominciato
anni fa ad attivarsi con iniziative mirate e lungimiranti, da una parte,
probabilmente, per evitare che la forte diminuzione di nuovi immigrati (in
sostituzione dei vecchi rientrati in seguito a pensionamento o alla crisi
economica degli anni Settanta) comportasse un eccessivo indebolimento
dell'italofonia su scala nazionale, e dall'altra per garantirsi un ruolo guida
dell’italianità in Svizzera, in grado di svilupparsi solo mantenendo
l'italofonia ad un livello possibilmente non inferiore a quello attuale (8-10%
della popolazione residente).
Ciò che il Ticino e in generale la Svizzera italiana hanno
fatto finora, intervenendo a vari livelli per garantire opportunità e
possibilità di incidenza della rappresentanza italofona non solo nell'Amministrazione
federale, ma anche nel sistema scolastico, nell'organizzazione della politica
culturale, nel sistema mediatico pubblico, ecc., dovrebbe continuare anche in
futuro, magari coinvolgendo maggiormente le istituzioni e organizzazioni
italiane, di cui si tratterà nel prossimo articolo. La Svizzera italiana
dovrebbe diventare allo stesso tempo sostenitrice dell'italofonia, ma anche
promotrice di iniziative e di collaborazioni. (Segue)
Giovanni Longu
Berna, 12.04.2023