Dopo l’anno Mille, sembrava che il continente europeo si fosse risvegliato da un lungo sonno. In realtà il risveglio era già avvenuto con la percezione che stesse nascendo una realtà socio-politica nuova, animata da una coscienza, che sarebbe stata definita in seguito «europea». Essa accomunava tutti i popoli dall'Atlantico ai monti Urali che stavano per dare contenuti specifici (di tipo politico, culturale, economico) a una matrice comune, in cui erano confluiti la grande eredità del passato (la civiltà greco-romana), elementi consuetudinari delle popolazioni di origine germanica e slava e la spiritualità cristiana (ormai diffusa su tutto il continente e ravvivata da un monachesimo attivo). A protezione della fragile realtà che si stava formando, l’Occidente cristiano organizzò le crociate e gettò le basi del proprio futuro.
Risveglio minacciato
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Abbazia di Cluny: il «risveglio» dopo il 1000 riguardò tutto l'Occidente cristiano, allora minacciato soprattutto dall'Islam. |
Specialmente in Occidente, l’Impero era contestato da molti popoli
(compresi gli Svizzeri) che cercavano spazi importanti di autonomia sulla
spinta di sentimenti nazionalistici molto diffusi tra le popolazioni (spesso
eterogenee) stabilitesi sul continente e che avrebbero dato vita in epoche
successive a una miriade di principati, ducati, Città libere, Repubbliche
marinare e infine agli Stati nazionali indipendenti.
Ma anche la Chiesa di Roma era molto contestata sia per la sua decadenza morale che per la sua presunta autorità suprema. Le esigenze di una vita più consona al Vangelo generarono in alcuni casi tentativi di separazione, nascite di movimenti ereticali (Catari, Valdesi e altri), proclamazioni di antipapi, contro cui la Chiesa di Roma reagì spesso con violenza e con la scomunica. In altri casi si crearono movimenti virtuosi di portata continentale. Tale fu, per esempio, il nuovo modello di vita monastica promosso dall'abbazia di Cluny (Francia) e diffusosi rapidamente (con oltre 200 monasteri) in tutto il continente, ma anche l’esempio contagioso di alcuni santi di grande rilevanza come Bernardo di Chiaravalle (1090-1153) in Francia, Ildegar da di Bingen (1098-1179) in Germania, Thomas Becket (1118-1170) in Inghilterra, Domenico di Guzman (1170-1221) in Spagna, Francesco d’Assisi (1181-1226) in Italia, Brigida di Svezia (1303-1373), ecc.
Il preteso primato della Chiesa di Roma (il papa è l’unico successore di
san Pietro) portò invece alla rottura con la Chiesa d’Oriente (Scisma d’Oriente
del 1054). Tra le due Chiese, tuttavia, i rapporti sia pure meno frequenti non
furono mai interrotti, anche perché in occasioni particolari il sostegno
reciproco era nell'interesse di entrambe, per esempio nella realizzazione delle
crociate e nella lotta contro l’Islam.
Le crociate (1096-1270) e la lotta all’Islam
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Le crociate non riuscirono a liberare la Terrasanta dai musulmani, ma furono importanti per la formazione di una coscienza «europea». |
In questo clima antislamico fu facile al papa Urbano II nel 1095 lanciare la prima crociata (1096-1099), che si concluse con la conquista di Gerusalemme e la creazione di vari Stati cristiani d’Oriente. Alla prima ne seguirono almeno altre sette, con esiti non sempre conformi alle aspettative. Ma qui non si tratta di ripercorrere questa lunga e controversa storia politico-religiosa, ma di sottolinearne un aspetto significativo.
Le crociate e più in generale la lotta all'Islam sono state infatti nel Medioevo il momento del più ampio coinvolgimento dei popoli «europei» sotto un unico vessillo, la Croce di San Giorgio, in una grande impresa non solo religiosa, ma anche politica e commerciale (come si vedrà meglio nel prossimo articolo). Alle crociate intervennero infatti, sebbene non tutti contemporaneamente, gli Stati dell’Occidente cristiano (con in testa sovrani illustri come Federico Barbarossa, Riccardo Cuor di Leone, Federico II, Luigi IX di Francia, ecc.) e dell’Oriente cristiano-bizantino (che allora comprendeva anche la Russia occidentale). Anche quest’ultimo, infatti, aveva interesse a difendere i propri confini dall'avidità dei conquistatori musulmani.
Giovanni Longu
Berna, 14.2.2024