Negli articoli precedenti ho cercato di cogliere un aspetto emblematico e significativo del periodo in esame (1970-1990) nel tentativo di alcuni immigrati italiani di realizzare attraverso una formazione professionale idonea e orientata al futuro un metodo soddisfacente ed efficace d’integrazione nella società svizzera. Ritenevano infatti che un approccio qualificato al lavoro, comparabile a quello degli svizzeri, avrebbe garantito agli stranieri di affrontare la vita attiva e i rapporti sociali senza pregiudizi, complessi, distanze, e con la consapevolezza di possedere pari opportunità. Quel metodo ha garantito un grande successo a migliaia di immigrati soprattutto italiani (prima generazione) e poi, specialmente dalla metà degli anni Settanta, dei loro figli (seconda generazione). Il CISAP è stata l’istituzione che per prima ha elaborato e praticato quel metodo, costituendo per molto tempo un modello di riferimento.
Il sostegno dei datori di
lavoro
![]() |
Industriali di Neuchâtel in visita al Cisap di Berna (1989) |
Di alcune di esse si è
trattato negli articoli precedenti (autorità italiane e svizzere, sindacati), ma
non si può dimenticare l’importante contributo dei datori di lavoro, che hanno
sempre sostenuto le attività di formazione professionale degli stranieri
organizzate dal CISAP.
Il loro contributo è stato non
solo morale, ma anche pratico. Dopo aver contribuito all'allestimento delle
prime officine del CISAP, nel periodo degli esami quasi tutti i datori di
lavoro concedevano congedi pagati ai propri dipendenti allievi dei corsi CISAP
e ai collaboratori che fungevano da esperti. Alcune grandi aziende mettevano
gratuitamente a disposizione le loro officine per gli esami pratici. Gli
allievi promossi venivano spesso gratificati con significativi aumenti salariali.
Se qualcuno obiettasse che
questo atteggiamento benevolo e collaborativo delle aziende era più che
giustificato, perché erano le principali beneficiarie della maggiore qualità
lavorativa acquisita dai loro dipendenti, direbbe solo una parziale verità,
perché a beneficiarne, come si vedrà meglio nel prossimo articolo, erano
soprattutto i diretti interessati.
Non va infatti dimenticato
che fino ai primi anni Settanta molte opportunità di promozione economica e
sociale dipendevano anche dalla qualifica e dalla posizione professionale nell'ambito
dell’attività svolta. Spesso erano i datori di lavoro a incoraggiare propri
dipendenti stranieri a seguire i corsi organizzati dal CISAP. Del resto, che il
risultato finale complessivo sia stato profittevole per l’economia, per i
lavoratori interessati e in generale per la società non fa che confermare
l’opera altamente meritoria del CISAP.
Lo standard dello sviluppo
industriale
Per il CISAP, allora orientato
soprattutto al lavoro industriale, il contatto con le aziende da cui proveniva
la maggior parte degli allievi, insegnanti, istruttori ed esaminatori rappresentò
un riferimento costante per individuare lo standard tecnologico a cui doveva mirare
la formazione impartita. Del resto, i rappresentanti dell’industria fornivano
preziosi consigli in tutte le revisioni dei programmi di studio, nella
preparazione degli esami e nella valutazione delle prove. Il CISAP li teneva in
grande considerazione, nella convinzione che solo una formazione professionale in
linea con le tendenze dello sviluppo industriale poteva garantire un
inserimento a testa alta dei propri allievi nel mondo del lavoro e nella
società.
Per questi suoi importanti
contributi, l’organizzazione dei datori di lavoro fu invitata negli anni
Settanta a far parte del Consiglio di amministrazione del CISAP, ritenendo opportuno
che un’attività così importante per l’integrazione professionale e sociale
degli immigrati come la formazione e il perfezionamento professionale non si
avvalesse anche degli impulsi, del sostegno e della collaborazione delle
organizzazioni professionali locali. (Segue).
Giovanni Longu
Berna, 7 luglio 2021