07 luglio 2021

Immigrazione italiana 1970-1990: 47. La formazione professionale garanzia d’integrazione (5a parte)

Negli articoli precedenti ho cercato di cogliere un aspetto emblematico e significativo del periodo in esame (1970-1990) nel tentativo di alcuni immigrati italiani di realizzare attraverso una formazione professionale idonea e orientata al futuro un metodo soddisfacente ed efficace d’integrazione nella società svizzera. Ritenevano infatti che un approccio qualificato al lavoro, comparabile a quello degli svizzeri, avrebbe garantito agli stranieri di affrontare la vita attiva e i rapporti sociali senza pregiudizi, complessi, distanze, e con la consapevolezza di possedere pari opportunità. Quel metodo ha garantito un grande successo a migliaia di immigrati soprattutto italiani (prima generazione) e poi, specialmente dalla metà degli anni Settanta, dei loro figli (seconda generazione). Il CISAP è stata l’istituzione che per prima ha elaborato e praticato quel metodo, costituendo per molto tempo un modello di riferimento.

Il sostegno dei datori di lavoro

Industriali di Neuchâtel in visita al Cisap di Berna (1989)

Il CISAP è importante nella storia dell’immigrazione italiana in Svizzera non tanto per aver individuato nella formazione professionale degli immigrati (fino agli anni Settanta scarsamente posseduta) la via maestra per la loro integrazione nel mondo del lavoro e nella società, quanto piuttosto per averla praticata con successo anche grazie al sostegno delle principali istanze interessate.

Di alcune di esse si è trattato negli articoli precedenti (autorità italiane e svizzere, sindacati), ma non si può dimenticare l’importante contributo dei datori di lavoro, che hanno sempre sostenuto le attività di formazione professionale degli stranieri organizzate dal CISAP.

Il loro contributo è stato non solo morale, ma anche pratico. Dopo aver contribuito all'allestimento delle prime officine del CISAP, nel periodo degli esami quasi tutti i datori di lavoro concedevano congedi pagati ai propri dipendenti allievi dei corsi CISAP e ai collaboratori che fungevano da esperti. Alcune grandi aziende mettevano gratuitamente a disposizione le loro officine per gli esami pratici. Gli allievi promossi venivano spesso gratificati con significativi aumenti salariali.

Se qualcuno obiettasse che questo atteggiamento benevolo e collaborativo delle aziende era più che giustificato, perché erano le principali beneficiarie della maggiore qualità lavorativa acquisita dai loro dipendenti, direbbe solo una parziale verità, perché a beneficiarne, come si vedrà meglio nel prossimo articolo, erano soprattutto i diretti interessati.

Non va infatti dimenticato che fino ai primi anni Settanta molte opportunità di promozione economica e sociale dipendevano anche dalla qualifica e dalla posizione professionale nell'ambito dell’attività svolta. Spesso erano i datori di lavoro a incoraggiare propri dipendenti stranieri a seguire i corsi organizzati dal CISAP. Del resto, che il risultato finale complessivo sia stato profittevole per l’economia, per i lavoratori interessati e in generale per la società non fa che confermare l’opera altamente meritoria del CISAP.

Lo standard dello sviluppo industriale

Per il CISAP, allora orientato soprattutto al lavoro industriale, il contatto con le aziende da cui proveniva la maggior parte degli allievi, insegnanti, istruttori ed esaminatori rappresentò un riferimento costante per individuare lo standard tecnologico a cui doveva mirare la formazione impartita. Del resto, i rappresentanti dell’industria fornivano preziosi consigli in tutte le revisioni dei programmi di studio, nella preparazione degli esami e nella valutazione delle prove. Il CISAP li teneva in grande considerazione, nella convinzione che solo una formazione professionale in linea con le tendenze dello sviluppo industriale poteva garantire un inserimento a testa alta dei propri allievi nel mondo del lavoro e nella società.

Per questi suoi importanti contributi, l’organizzazione dei datori di lavoro fu invitata negli anni Settanta a far parte del Consiglio di amministrazione del CISAP, ritenendo opportuno che un’attività così importante per l’integrazione professionale e sociale degli immigrati come la formazione e il perfezionamento professionale non si avvalesse anche degli impulsi, del sostegno e della collaborazione delle organizzazioni professionali locali. (Segue).

Giovanni Longu
Berna, 7 luglio 2021