Non credo che un giorno della settimana o un mese dell’anno
siano più calamitosi di altri, ma la recente sciagura di Genova del 14
agosto (43 vittime), mi fa venire in mente che il mese di agosto è stato particolarmente
funesto per gli emigrati italiani almeno in tre occasioni: il 19 agosto 1893
nelle saline di Aigues-Mortes,
in Francia, l’8 agosto 1956 in una miniera di Marcinelle
in Belgio, e il 30 agosto 1965 a Mattmark in Svizzera. Che queste
disgrazie siano avvenute tutte nel mese di agosto è, data la premessa,
puramente casuale. Non può, invece, essere attribuito alla fatalità che siano
avvenute.
La giustizia prima di tutto
![]() |
Genova, ponte Morandi, crollato il 14.8.2018 |
Non intendo accodarmi a quanti all’indomani di ogni
evento tragico come quelli evocati puntano subito il dito sui presunti
responsabili, pretendendo una specie di giustizia sommaria senza attendere gli
esiti di un giusto processo. Pertanto non condivido l’affermazione del Capo del
governo italiano Giuseppe Conte, secondo il quale «non possiamo
attendere i tempi della giustizia penale» per agire nei confronti della società
concessionaria Autostrade per l’Italia a seguito del crollo del ponte di Genova. Non condivido nemmeno l’atteggiamento
di certi studiosi come Toni Ricciardi che pretendono, nonostante i
processi già celebrati, come quelli relativi alla tragedia di Mattmark, di
attribuire responsabilità anche penali a quanti sono stati riconosciuti
innocenti. Non sono però così sprovveduto da nascondermi nella «fatalità»
quando non si riesce a individuare colpevoli certi.
Soprattutto per le tragedie che si sono verificate
nell’emigrazione italiana nel mondo le responsabilità, certamente indirette ma
non per questo meno gravi, vanno ricercate soprattutto nella politica. In oltre 150 anni lo
Stato italiano non è riuscito a tutt’oggi a eliminare le cause dell’emigrazione
favorendo l’occupazione in Italia. Questa non è fatalità, ma incapacità
politica. E se anche, in certi periodi, non fosse stato possibile evitare
l’emigrazione, lo Stato avrebbe comunque dovuto assistere sempre i propri
cittadini prima di partire e una volta giunti a destinazione. Nei confronti
della Francia, del Belgio e della Svizzera l’Italia non è stata all’altezza del
suo compito costituzionale, anche perché tra maggioranza e opposizione è sempre
(stata) guerra aperta.
Le responsabilità della politica
Le ostilità dei francesi nei confronti degli operai italiani
nelle saline di Aigues-Mortes, una cittadina della Camargue nella
Francia meridionale, scoppiate per questioni di produttività (lavoro a cottimo)
e salari, degenerarono in una vera e propria aggressione fisica che lasciò sul
terreno, secondo fonti ufficiali, 9 morti tutti italiani (molti di più secondo
fonti giornalistiche). Dov’era allora il governo italiano? Chi doveva tutelare
i lavoratori italiani?
Sulla tragedia di Marcinelle si è scritto
tanto, ma raramente sulle responsabilità della politica italiana del dopoguerra (a cui è imputabile almeno
in parte anche il crollo del viadotto Morandi di Genova) e sulla mancanza di formazione degli emigrati (cfr. https://disappuntidigiovannilongu.blogspot.com/2016/08/ricordando-marcinelle-commuoversi-non.html).
La Costituzione italiana dal 1948 impone allo Stato di
tutelare il loro lavoro all’estero. Non lo ha sempre fatto e continua purtroppo
a dimenticare anche oggi che la tutela più efficace è senz’altro «la formazione
e l’elevazione professionale dei lavoratori» (art. 35), ma
anche il controllo costante sulla sicurezza.
![]() |
Diga di Mattmark subito dopo la catastrofe del 1965 |
L’ultima grande tragedia dell’emigrazione
italiana in Europa si è verificata, come ricordato, in Svizzera, il 30 agosto 1965
sul cantiere della diga di Mattmark (Cantone
del Vallese). Una parte del ghiacciaio prospiciente la vallata sottostante si
staccò e si abbatté sul cantiere e su alcuni dormitori degli operai, causando
la morte di ben 88 persone, di cui 56 italiani. I successivi processi non
riuscirono a individuare diretti colpevoli, ma i dubbi sulla collocazione del
cantiere e sui controlli rimasero. Il peccato originale alla base di quella
disgrazia come di tante altre simili è stato la preminenza data alle attese dei
committenti e la riduzione al minimo delle condizioni di sicurezza degli operai
e dei necessari controlli (cfr. in proposito: https://disappuntidigiovannilongu.blogspot.com/2015/09/mattmark-1965-non-fu-solo-una-tragedia.html).
Una considerazione analoga potrebbe essere fatta per la tragedia di
Genova, ma sarà la magistratura a fare piena luce su quanto accaduto e sulle
responsabilità. Alla politica, intendo maggioranza e opposizione, spetta invece
la ricerca di soluzioni urgenti e condivise per il bene dei cittadini. Diversamente è l’intero Paese a
rischiare il tracollo.
Giovanni Longu
Berna, 23 agosto 2018
Berna, 23 agosto 2018