Il monachesimo è
una delle principali radici cristiane della formazione dell’Europa. Dopo aver
salvato i valori essenziali della Romanità dalla distruzione durante gli
sconvolgimenti dei primi secoli dopo Cristo a causa delle invasioni barbariche,
esso ha conservato nella variegata realtà che si veniva configurando nel
continente anche l’esigenza di un’unità ordinata e di una condotta ispirata ai
valori cristiani. Né l’una né l’altra hanno avuto pieno compimento, ma sarebbe
un errore fatale rinunciarvi ora a causa della guerra russo-ucraina,
ingiustificata e insensata. Il monachesimo orientale e occidentale del primo
millennio dovrebbe insegnare che le forze del bene possono prevalere sulle
forze del male, che l’unità nella diversità è un valore, che la coesione e la
collaborazione possono produrre pace e prosperità per tutti.
Monasteri: centri di spiritualità e di aggregazione sociale
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S.
Benedetto consegna la Regola: «ora et labora et lege et noli contristari in
laetitia pacis!»
(prega, lavora e studia e nella gioia della pace non farti prendere dalla
sfiducia!) |
Dopo la pace
costantiniana, il monachesimo fu una forma di vita cristiana molto seguita
perché consentiva sia un’esperienza di condivisione di beni materiali e spirituali
e sia la sperimentazione dei vantaggi del vivere ordinato in una comunità
eterogenea ma stabile e unita da valori condivisi. Soprattutto i grandi monasteri
sono stati non solo rifugi sicuri contro i pericoli degli sconvolgimenti del
tempo e luoghi di preghiera e di riflessione sulla vita di Gesù Cristo, ma
anche centri di aggregazione sociale che garantivano attraverso il lavoro
organizzato il sostentamento alle persone che gravitavano attorno ai conventi e
un’intensa attività caritativa in favore dei poveri, dei malati, dei
perseguitati e dei viandanti.
Non è difficile
intravedere soprattutto nei grandi centri monastici, in Oriente come in Occidente,
le prime forme di aggregazione sociale, che daranno vita gradualmente a vere e
proprie città e più in generale a quel tipo di sviluppo che dopo il Mille
assumerà una connotazione tipicamente «europea».
Infatti, al di là dei meriti del monachesimo in ambito ecclesiale,
esso ha contribuito a sviluppare in tutta l’Europa (orientale e occidentale) la
stabilità della popolazione (perché solo nel convento, spesso trasformato in
una vera fortezza, trovava rifugio e sicurezza), l’organizzazione politica (si
pensi alla formazione degli Stati slavi e, in Occidente, all'Impero di Carlo
Magno e al Sacro Romano Impero), la vita sociale attraverso il lavoro
organizzato (sviluppo dell’agricoltura e dell’artigianato, ripresa del
commercio), la vita culturale (biblioteche monastiche, trascrizioni e
traduzioni di opere, scuole), gli scambi, dapprima tramite la rete dei
monasteri e poi col resto del mondo che si stava organizzando.
Monachesimo orientale e occidentale
Diffusosi
inizialmente in Oriente, ha influito non poco sulla cristianizzazione dei
popoli slavi d’Europa, a cominciare dalla Rus’ di Kiev (il più antico Stato slavo, convertito al cristianesimo dal principe Vladimir nel 988. Allora occupava parte del territorio degli attuali Stati Ucraina, Russia europea, Bielorussia, Moldavia, Polonia, Lituania, Lettonia ed Estonia). Alcune figure di
grande spiritualità del primo millennio sono rimaste famose e venerate anche in
Occidente come san Pacomio (292-348), sant’Atanasio (295-373),
san Basilio Magno (330-379), san Giovanni Cassiano
(360-435), i teologi Giovanni Crisostomo (344-407), Cirillo di
Alessandria (380-444), Cirillo (827-869) e Metodio (815-885),
(questi ultimi due proclamati compatroni d’Europa nel 1980 da Giovanni Paolo
II).
Tra i lasciti più
importanti della cristianità orientale (bizantina) medievale si possono
annoverare monasteri (per es. quelli del Monte Athos della
Cappadocia, in Turchia), basiliche (famose quelle di Sant'Apollinare in Classe e di San Vitale a Ravenna,
allora sotto il dominio bizantino, la chiesa dei Santi Apostoli di Solaki di
Atene, la cattedrale di Santa Sofia di Kiev, la basilica di Santa Sofia di
Istanbul, la basilica di San Marco a Venezia, ecc.), mosaici (splendidi
quelli di Ravenna), icone sacre (molte delle quali andarono purtroppo
distrutte dalla furia iconoclasta di alcuni imperatori, che con la scusa di
impedire rischi di idolatria - l’adorazione delle immagini invece che di Dio - intendevano
limitare il potere crescente dei monasteri), tutte espressioni della profonda
religiosità e della partecipazione corale alle ricche cerimonie liturgiche dei
popoli orientali.
Importanza dei monasteri
In Occidente il
monachesimo si è sviluppato poco più tardi che in Oriente, soprattutto con Benedetto da Norcia (480-546), ma ha prodotto anche qui risultati eccellenti.
Alcuni monasteri benedettini, in gran parte ristrutturati, sono attivi ancora
oggi (per es. quelli di Subiaco, vicino a Roma, Montecassino, Bobbio). In tutto
l’Occidente, dall'Irlanda alla Germania, passando per la Francia e la Svizzera,
il monachesimo si è diffuso rapidamente. I monasteri si sono moltiplicati,
contribuendo non solo alla stabilizzazione delle popolazioni, ma anche al loro
sviluppo.
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Abbazia di Montecassino, fondata nel 529 da san Benedetto da Norcia. |
La Regola
benedettina
prescriveva: «ora et labora et lege et noli contristari in
laetitia pacis!»
(prega, lavora e studia e nella gioia della pace non farti prendere dalla
sfiducia!).
Una Regola rivoluzionaria perché nell'antichità il lavoro era l’attività degli
schiavi, non degli uomini liberi. «Essere libero significava non lavorare, e dunque
vivere del lavoro degli altri. La rivoluzione benedettina mette il lavoro al
cuore stesso della dignità dell’uomo. L’uguaglianza degli uomini intorno al
lavoro diviene, attraverso il lavoro stesso, come un fondamento della libertà
dei figli di Dio, della libertà grazie al clima di preghiera in cui si vive il
lavoro ... (Giovanni
Paolo II). La
regola benedettina è divenuta nel mondo civile il fondamento stesso delle
società perché fonda l’uguaglianza
degli uomini e la libertà dei figli di Dio sul lavoro accompagnato dalla
preghiera.
Nel primo
millennio sono stati alquanto modesti i risultati nel senso dell’unificazione
europea, ma è stata indicata chiaramente la direzione con l’Impero di Carlo Magno e del Sacro Romano Impero. Se ne
parlerà nel prossimo articolo (Segue).
Giovanni Longu
Berna, 24.1.2024