Sul piano
socio-religioso la Riforma rappresentò nel mondo cristiano occidentale non solo
una rottura della struttura della Chiesa, ma anche una lacerazione nella vita
di molti cristiani e nella società. Ne furono coinvolti persino gli stessi
Riformatori, combattuti interiormente dall’attaccamento al Cristo e alla
Scrittura e spinti convintamente ad abbandonare la Chiesa di Roma, considerata
corrotta, «decaduta», per abbracciare una nuova visione del cristianesimo
corroborata dalla Scrittura, ma non priva di ostacoli.
Omogeneizzazione
religiosa forzata
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Rimozione e distruzione di immagini nella cattedrale di Berna (1528) |
L’introduzione della
Riforma nei Cantoni cosiddetti protestanti e l’affermazione della Controriforma
nei Cantoni rimasti cattolici hanno condotto, soprattutto nelle città, a una
progressiva omogeneizzazione religiosa della popolazione. Non si
trattò quasi mai di una svolta graduale e tranquilla, frutto di convinzione e
libera scelta, ma di un’imposizione autoritaria che non ammetteva deroghe.
I Cantoni, divenuti con la Pace di Kappel (1531) responsabili
della confessione religiosa, imposero talvolta anche con la forza l’adeguamento
dell’intera popolazione alla confessione scelta dai Consigli cantonali. Gli
oppositori venivano spesso incarcerati e privati dei diritti politici o
espulsi. In alcuni casi si giunse persino a infliggere la pena di morte, specialmente
nei confronti degli anabattisti. Tra
il 1528 e il 1571 solo a Berna ne furono giustiziati non meno di 40.
In generale, agli «stranieri», compresi i cittadini di altri Cantoni, veniva concesso o
negato il permesso di domicilio (Niederlassung) anche in funzione
dell’appartenenza religiosa.
Fu così che, in pochi
decenni, pressoché tutti i Cantoni svizzeri divennero (quasi) interamente
protestanti o (quasi) interamente cattolici (cfr. grafico sulla situazione confessionale nel 1850, quando era già stata introdotta la libertà di culto!). Solo in qualche Cantone le due confessioni
poterono convivere, ma in territori separati. Nel Cantone di Appenzello, per
esempio, dove la popolazione era fortemente divisa tra le due confessioni, l’autorità
decise di lasciare alle singole parrocchie la scelta della propria fede. Nel
Cantone cattolico di Friburgo, la cittadina di Murten (Morat), che aveva
aderito alla Riforma, poté continuare a rimanere protestante.
Controllo sociale
dello Stato
Le conseguenze immediate della scelta confessionale
dei Cantoni non furono solo, nei Cantoni cattolici, la proibizione della
Riforma e l’inquisizione contro gli «eretici» o, nei Cantoni protestanti, il
divieto del culto cattolico, la distruzione di altari, statue e immagini, ma
anche un rigido controllo dello Stato sulla vita privata dei cittadini. La Riforma in particolare condizionò la vita
sociale dei protestanti. Quasi ovunque, a Ginevra come a La Neuveville (vicino
a Bienne), diverse ordinanze contenevano non solo norme sulla vita religiosa e
morale, ma anche prescrizioni sull’abbigliamento, il matrimonio, la
frequentazione dei culti e prevedevano multe e addirittura la prigione per chi
vi contravveniva.
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Percentuali di cattolici e protestanti nei Cantoni nel 1850 |
Col tempo i rigidi
divieti e obblighi si attenuarono, ma, come già ricordato (cfr. articolo
precedente), tenderanno a scomparire solo dopo l’approvazione della
Costituzione federale del 1848, quando fu introdotta la libertà di culto (anche
se, inizialmente, non per gli ebrei). Resisterà invece molto più a lungo una
certa intolleranza religiosa. (Segue)
Giovanni Longu
Berna, 27.06.2018
Berna, 27.06.2018