Lucerna, «Luciaria» nel Medioevo, situata sulla riva
nord-occidentale del Lago dei Quattro Cantoni, è una delle città più belle
della Svizzera (circa 82.000 abitanti, agglomerazione 250.000). Per la sua bellezza,
la sua centralità geografica e l’importanza storica nella formazione e nello
sviluppo della Confederazione può essere ritenuta «il cuore della Svizzera»
(Luca Rota). Girando per il centro storico insieme a migliaia di turisti di
tutto il mondo non è facile scorgere tracce evidenti d’italianità. Eppure a
Lucerna c’è tanta italianità perché la città si è sviluppata grazie alla sua
posizione geografica sull’asse commerciale nord-sud, tra la Svizzera tedesca e
l’Italia, e grazie alla posizione dominante tra i Cantoni cattolici all’epoca
della Riforma e Controriforma per i suoi forti legami con la Chiesa cattolica
di Roma e della Lombardia.
Un po’ di storia
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Torre dell'Acqua, ponte della Cappella e riva destra del fiume Reuss |
Lucerna si è formata attorno a un monastero, quello
benedettino di san Leodegard, fondato intorno al 735 e dipendente a partire
dalla metà del IX secolo dall’importante Abbazia di Murbach (in Alsazia). Nel 1178
è divenuta una città (nonostante avesse meno di 3000 abitanti) indipendente
dalla giurisdizione dell'Abbazia di Murbach, da cui aveva ricevuto diversi
privilegi quali la tenuta di un mercato settimanale e il diritto di cingersi di
mura. Lucerna ne approfittò subito ed è a quell’epoca che risale la prima cinta
muraria, la Wasserturm o torre dell’acqua ancora esistente e la prima
chiesa dei Francescani (Franziskanerkirche), la chiesa di san Pietro (Peterskapelle),
ecc. Lucerna cercava anche di ingrandirsi e di estendere la propria influenza
sui territori vicini.
Formalmente Lucerna rimaneva sotto la giurisdizione degli
Asburgo d’Austria, ma cresceva il desiderio di liberarsene, sull’esempio dei
tre Cantoni forestali (Waldstätten) Uri, Svitto e Untervaldo, che per
assicurarsi il controllo dei passi alpini sconfissero gli Asburgo nella
battaglia di Morgarten (1315). Dopo quel successo, nel 1332 Lucerna si era
alleata con gli stessi Cantoni (precedendo in questa «alleanza perpetua»
Zurigo, Glarona, Zugo e Berna) e si preparava allo scontro finale con gli
Asburgo. Nella famosa battaglia di Sempach (1386), gli alleati ebbero la
meglio e da quel momento per Lucerna, come «città libera», iniziò un lungo
periodo di crescita, sebbene rallentato talvolta da calamità naturali e da
lotte interne ed esterne.
Al centro dei grandi traffici nord-sud
Il grande sviluppo di Lucerna si ebbe tuttavia nei secoli
successivi man mano che la «via delle genti» attraverso il Passo del San
Gottardo (divenuto percorribile dalla prima metà del XIII secolo) convogliava
un traffico crescente fra la pianura dell'alto Reno e la pianura lombarda. Era
il periodo della nascita delle Signorie italiane e dell’avvio di importanti
relazioni commerciali tra nord e sud. Attraverso il Gottardo transitavano non
solo persone (soldati, commercianti, pellegrini, letterati, artisti), ma anche
molte merci.
Lucerna si venne a trovare al centro di questi traffici e ne
approfittò imponendo dazi su tutte le merci di passaggio: quelle provenienti
dal nord che dovevano essere trasbordate sulle barche per proseguire attraverso
il Lago del Quattro Cantoni e quelle in arrivo per sbarcarle e farle proseguire
via terra.
Grazie alle cospicue entrate, Lucerna ha potuto estendere il
centro abitato, rafforzare le difese (con una seconda cinta muraria e torri di
avvistamento), costruire ponti sul fiume Reuss per collegare le due parti della
città, dotarsi di fondaci, locande, un ospedale, chiese e cappelle.
Contemporaneamente si sviluppavano l’artigianato e il commercio, grazie al
dinamismo delle corporazioni, che poi investivano parte delle loro ricchezze
nella costruzione di splendidi palazzi, ma chiedevano anche di partecipare
maggiormente al governo della città. Si intensificavano anche le relazioni di
Lucerna con i Cantoni vicini, col resto della Svizzera e con l’Italia.
I rapporti con l’Italia
Ne approfittarono numerosi commercianti «italiani»
(lombardi, veneziani, piemontesi…) e alcuni finirono per stabilirsi a Lucerna.
Agli inizi del ‘700 erano già diverse le famiglie italiane residenti
stabilmente. Una delle più importanti era quella dei Falcini,
provenienti dalla Val d’Ossola. Nel 1763 ottennero la cittadinanza lucernese e
nel 1798 aprirono la prima banca privata svizzera: Falcini Junger & Co.
I rapporti con l’Italia non erano però solo commerciali. Nel
XV e XVI secolo mercenari lucernesi erano presenti in diverse parti d’Italia,
nella Repubblica di Venezia, nel ducato di Milano, nello Stato pontificio,
nella Savoia, ecc. Quando tornavano in patria non portavano solo denaro, ma
anche conoscenze, impressioni, gusti, un po’ d’italianità.
Dal 1505, quando il papa Giulio II istituì la Guardia
svizzera pontificia, il comando è quasi sempre affidato a un lucernese. Nonostante
le voci contrarie al mercenariato alzatesi dopo la battaglia di Marignano
(1515), in cui persero la vita moltissimi svizzeri, per molti lucernesi non
c’erano alternative. Nemmeno il Sacco di Roma (1527) perpetrato dai
Lanzichenecchi al soldo dell'imperatore Carlo V d’Asburgo, in cui morirono 147
dei suoi 189 uomini della Guardia svizzera, poté fermarli.
Quando scoppiò la Riforma, Lucerna rimase cattolica romana non
solo per fedeltà alla Chiesa ma anche perché i suoi interessi principali erano
più garantiti dalla Chiesa che dai Cantoni riformatori, ritenuti piuttosto come
concorrenti e rivali, talvolta persino nemici.
Fu Lucerna a coalizzare i Cantoni cattolici contro la
minaccia rappresentata da Ulrich Zwingli (Zurigo) e assicurarsi la
vittoria di Kappel nel 1531, che garantì per quasi due secoli in
Svizzera la pace religiosa e qualche privilegio ai cattolici. Nel periodo della
Controriforma fu ancora Lucerna a collocarsi al centro dell’intero mondo
cattolico svizzero, tanto è vero che nel 1586 fu scelta dal papa come sede del
nunzio apostolico (ambasciatore dello Stato pontificio).
Al periodo della Controriforma risale l’insediamento dei
Gesuiti (e contemporaneamente anche dei Cappuccini) a Lucerna. Esso fu
richiesto dalle autorità cittadine dietro suggerimento del vescovo di Milano Carlo
Borromeo e favorito dal lucernese
forse più importante dell’epoca, Ludwig Pfyffer, soprannominato per il
suo prestigio politico «re degli svizzeri». Poiché l’università di Basilea, dopo
la Riforma, non costituiva più il principale centro formativo dei cattolici, i
Gesuiti vennero incaricati di creare un collegio di formazione superiore,
sebbene non di rango universitario.
Il predominio di Lucerna terminò con le sconfitte dei
Cantoni cattolici durante le due guerre di Villmerg (1712) contro i
Cantoni protestanti (Zurigo, Berna e Basilea). Il tentativo di riscossa
dell’alleanza speciale dei Cantoni cattolici (Sonderbund) del
1847 fallì sul nascere e la Svizzera si salvò da una pericolosissima guerra
civile, ma dovette introdurre il principio della parità confessionale tra
protestanti e cattolici.
Lucerna monumentale
La Lucerna di oggi, sotto il profilo monumentale e
turistico, è soprattutto quella del XVI e XVII secolo, anche se alcune
costruzioni simbolo risalgono, come si è visto, a epoche precedenti, come la Peterskapelle
(XII secolo), la Wasserturm (inizi del 1300), la Kapellbrücke (1333),
la Spreuerbrücke o Mühlenbrücke (del 1408), e altre.
Lucerna: Chiesa dei Gesuiti, in stile barocco. |
Al XVI e XVII secolo, quando Lucerna era una delle città più
importanti e più belle della Confederazione, appartengono invece, numerosi
edifici pubblici e privati di notevole interesse storico e artistico. Meritano
un cenno alcune piazze (Weinmarkt, Hirschenplatz, Kornmarkt,
ecc.), vecchi palazzi con le facciate decorate (Zunfthaus zu Pfistern,
zur Metzgern, Weinmarktapotheke, ecc.), alcune fontane (Fritschi,
Weinmarkt, ecc.), torri di guardia (Nölliturm, Männliturm,
Dächliturm, ecc.), il vecchio Municipio (Rathaus) e il Palazzo
Ritter, in stile rinascimentale italiano, alcune chiese (la cattedrale Hofkirche,
la Jesuitenkirche, la prima chiesa in Svizzera costruita in stile
barocco), ecc.
Naturalmente Lucerna vanta anche altre costruzioni di
notevole interesse turistico e culturale, quali, giusto per fare qualche
esempio, il Museo svizzero dei trasporti, il Museo Picasso,
il Panorama Bourbaki, il monumento del Leone morente (Löwendenkmal),
il grande Centro di Cultura e Congressi di Lucerna (KKL), dove, nella
famosa sala concerti, si è esibito per anni il grande maestro Claudio Abbado.
Quanta italianità!
Come affermato all’inizio, non è facile scorgere singole
tracce fisiche d’italianità a Lucerna. Eppure essa è presente nella sua storia,
in alcuni monumenti d’ispirazione rinascimentale, nella sua cultura, nella sua
musica, senza dimenticare il contributo dato allo sviluppo della città da
decine di migliaia d’immigrati italiani. La presenza degli italiani è in calo
da alcuni decenni (prima c’era anche un Consolato italiano), ma la lingua
italiana è ancora molto diffusa, tenuta viva da numerose iniziative di alcune
istituzioni, in particolare il Centro Papa Giovanni XXIII, la Casa d’Italia (attualmente in attesa di una sede definitiva), la Società Dante Alighieri e
l’UNITRE, ma anche dalle associazioni, dai ristoranti e dai negozi
italiani.
Giovanni Longu
Berna, 14.03.2018
Berna, 14.03.2018