25 luglio 2018

Riforma e Controriforma in Svizzera: 6. I Gesuiti e la pace confessionale


La pace confessionale fu raggiunta in Svizzera faticosamente dopo guerre, «paci nazionali», (volte più alla conservazione delle divisioni che alla ricomposizione dell’unità), influenze esterne (occupazione francese del 1798, immigrazioni dell’Ottocento e Novecento), superamento di pregiudizi, evoluzione dei principi democratici e delle libertà individuali e collettive fondamentali. In questo lungo processo i Gesuiti hanno fornito un importante contributo non solo alla Riforma cattolica, ma anche all’elevazione culturale e sociale delle popolazioni soprattutto dei Cantoni cattolici e alla creazione delle premesse necessarie per una pace confessionale durevole.

Ignazio di Loyola
Il papa Paolo III approva l’ordine dei Gesuiti, fondato da Ignazio di Loyola (1540)
Tra i personaggi più importanti della Riforma cattolica in Svizzera due hanno occupato un posto di grande rilievo: Carlo Borromeo, (1538-1584) arcivescovo di Milano, e Ignazio di Loyola (1491-1556), fondatore della Compagnia di Gesù (Gesuiti). A entrambi ho accennato più volte nei precedenti articoli di questa serie, ma soprattutto il secondo merita un breve approfondimento per l’importanza dei «collegi» dei Gesuiti. Va detto subito ch’essi non sorsero in Svizzera per contrastare l’intensa attività dei protestanti, ma per esigenze interne di alcuni Cantoni cattolici. Sebbene Ignazio di Loyola conoscesse bene la situazione religiosa della Svizzera, fino alla sua morte (1556) i Gesuiti non erano presenti. Solo vent’anni più tardi avviarono qui la loro attività pastorale ed educativa.
Per comprendere la portata dell’azione dei Gesuiti in Svizzera nel contesto del tema «Riforma e Controriforma» mi sembra utile ricordare che il Loyola fu contemporaneo dei grandi Riformatori. Nel prestigioso collegio di Montaigu, dove studiava teologia per diventare sacerdote (1528-1535), aveva studiato una trentina di anni prima Erasmo da Rotterdam e ora (1532-33) anche Giovanni Calvino. Fu certamente a Parigi che Ignazio di Loyola cominciò a conoscere da vicino il movimento della Riforma ed è probabile che fin da allora abbia maturato l’idea di combatterlo, ma non frontalmente, come molti hanno sostenuto. Era infatti convinto che la riforma della Chiesa dovesse avvenire restando nella Chiesa e non contestandola dall’esterno. 
Questo atteggiamento, condiviso da altri sei compagni di studio, lo indussero a fondare con loro un nuovo ordine religioso (1534), nuovo e diverso rispetto a quelli esistenti, perché senza i vincoli della vita monastica dentro severi monasteri, ma interamente dedito all’apostolato e alla difesa della fede vivendo in comunità (case) non monastiche.
Dopo l’approvazione del papa Paolo III (1540), l’Ordine dei Gesuiti ebbe una rapida diffusione e si distinse presto come il campione dell’ortodossia cattolica e del papato, tanto che i vari papi del Concilio di Trento si avvalsero della competenza e dell’assoluta fedeltà di alcuni Gesuiti durante i lavori del Concilio.

I Gesuiti in Svizzera
In Svizzera i Gesuiti vennero non di loro iniziativa, ma dietro insistenza dei Cantoni cattolici e le sollecitazioni di alcuni vescovi, in particolare dell’influente vescovo di Milano Carlo Borromeo, che mirava alla creazione di una scuola superiore a Lucerna, il Cantone che doveva restare un baluardo sicuro del cattolicesimo di fronte al tentativo di estendere la Riforma protestante nel resto della Svizzera.
Chiesa e antico collegio dei Gesuiti a Lucerna, il primo sorto in Svizzera.
Poiché anche i Gesuiti ritenevano che una efficace «riforma cattolica» non potesse fare a meno di una buona scuola e di una formazione di qualità non solo del clero, ma anche dei cittadini, a cominciare dalla classe dirigente, nel 1577 istituirono il loro primo collegio svizzero a Lucerna (1577-1774). Nei decenni successivi sorsero quelli di Friburgo (1580-1773), Porrentruy (1588-1774), Soletta (1646-1774), Briga (1662-1774), Sion (1734-1788), ma i Gesuiti ebbero anche numerose sedi altrove nei Grigioni, nella Valtellina, nel Ticino, a Svitto, ecc.
L’importanza di queste scuole è stata enorme sia per le migliaia di allievi che le frequentarono e sia per l’alta qualità della formazione, paragonabile in alcuni casi a quella universitaria. Si trattava inoltre delle uniche scuole medie e superiori di cui disponevano i Cantoni cattolici, utili non solo al popolo che poteva così accedere al sapere universale, ma anche alle classi dirigenti civili e militari.
L’attività dei Gesuiti nel mondo e anche nella Chiesa non era tuttavia ben vista da tutti. Per ragioni essenzialmente politiche l’Ordine fu dapprima soppresso dal papa Clemente XIV (1773) e poi ricostituito da Pio VII (1814), ma in Svizzera continuò ad avere molti nemici che riuscirono a far inserire nella Costituzione federale del 1848 (art. 58) e in quella del 1874 (art. 51) addirittura l’interdizione di ogni attività dei Gesuiti in Svizzera (cfr. anche: http://disappuntidigiovannilongu.blogspot.com/2016/03/capire-la-svizzera-19-verso-la-parita.html).  L’articolo fu abrogato solo nel 1973 in votazione popolare. La pace confessionale divenne definitiva, aprendo la strada al dialogo e alla collaborazione interconfessionale. (Segue).
Giovanni Longu
Berna, 25.07.2018