Le condizioni di una pace durevole
Sosteneva anche l’idea di intellettuali, personalità
politiche e attenti osservatori, molti dei quali appartenenti al mondo
cattolico, che per evitare in futuro disastri come quelli vissuti auspicavano
per l’Europa non solo una riconciliazione dei popoli che si erano combattuti,
ma anche un processo d’integrazione per «associare gradualmente […] vincitori e
vinti in un’opera di ricostruzione» e per assicurare una pace durevole.
Pio XII credeva sinceramente all'idea di un’Europa unita, da
raggiungere con gradualità, com'era stato tentato nel passato con Carlo Magno e
il Sacro Romano Impero, unendo «la romanità e il Vangelo», e mettendo insieme
«i popoli d’Europa sotto il vessillo e l’autorità di Cristo». Tale processo non
sarebbe stato possibile né accelerarlo né frenarlo, ma bisognava agevolarlo. Pio
XII ha cercato di farlo in tutti i modi possibili e non fu sempre facile.
Dovette, infatti, accettare suo malgrado gli impedimenti provenienti
dai Paesi dell’est europeo, dominato dal comunismo vessatorio e senza Dio, ma dovette
anche non cedere all'anticomunismo ossessivo e miope statunitense, per tenere
aperta la porta del dialogo col mondo comunista qualora la diplomazia vaticana,
quella ufficiale e quella informale, gli avesse indicato qualche possibilità.
Pio XII e l’unità dell’Europa
Ci credeva ed era convinto che fosse realizzabile, anche se
le condizioni che suggeriva potevano apparire a molti irrealizzabili. Laicismo e
secolarizzazione erano infatti in crescita. Nondimeno Pio XII era fiducioso e nel
1946 indicò nella Svizzera un modello di organizzazione politica per l’Europa,
non solo perché «in piccolo è ciò che molti
desiderano che l'Europa sia in grande», ma anche perché gli sembrava un esempio
di come l’unità, «difficile da creare artificialmente», può essere raggiunta se
lasciata libera di crescere organicamente, come la vita nascente, animata da
una fede incrollabile in Dio e ancorata alla storia e alla cultura.
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(Da sinistra) Alcide De Gasperi, Konrad Adenauer, e Robert Schuman: tre statisti che fecero compiere all'Europa i primi passi verso l'unità. |
Pio XII riuscì comunque a vedere l’avvio promettente di quel processo (1951: fondazione della Comunità europea del carbone e dell'acciaio, 1957: Trattato di Roma che istituiva la Comunità economia europea (CEE) e la Comunità europea dell'energia atomica (Euratom), anche se limitate inizialmente ad alcuni Paesi dell’Europa occidentale.
A ciò si aggiungeva la circostanza straordinaria che in quel momento alla guida delle tre più grandi nazioni c’erano tre ferventi cattolici: Robert Schumann, Konrad Adenauer e Alcide De Gasperi. Di essi si continuerà a parlare nel prossimo articolo.
Giovanni Longu
Berna 19.06.2024
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