Invocare il dialogo tra Putin e Zelensky, tra russi e ucraini (come hanno fatto molti leader la settimana scorsa all'Assemblea generale dell’ONU) non ha molto senso se manca in entrambe le parti la disponibilità ad ascoltare, a trattare e a fare compromessi, partendo dalla realtà e non da una situazione sperata. Tradizionalmente la pace interviene quando il conflitto è terminato, ma in questo caso il cessate il fuoco e l’avvio delle trattative potrebbero cominciare subito, nello stato in cui si trova ora l’Ucraina, con i due eserciti schierati nei territori contesi, alla sola condizione di essere disponibili anche a rinunce importanti una volta conclusa la pace. In questo processo la Svizzera potrebbe rappresentare un modello da tener presente.
La Svizzera è nata per crescere
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Mosaico
della cupola del Palazzo federale con al centro la croce svizzera e il
motto «UNUS PRO OMNIBUS /OMNES PRO UNO» (uno per tutti, tutti per uno) |
Rievocando l’inizio della moderna Confederazione, alcuni
studiosi ne parlano ancora come se si fosse trattato di un Sonderfall, un caso particolare, per l’eccezionalità
di uno Stato federale e repubblicano circondato da monarchie centralizzate. In
realtà a rendere speciale il nuovo Stato erano anche gli obiettivi che si prefiggeva, abbozzati nel Preambolo, e le modalità con cui raggiungerli: federalismo, sovranità
popolare, rispetto delle lingue e delle culture delle minoranze, uguaglianza e
pari dignità dei Cantoni, sussidiarietà e solidarietà («uno per tutti - tutti
per uno»), neutralità, rapporti di buon vicinato con i Paesi confinanti, ecc.
Il fatto che gran parte degli obiettivi siano stati
raggiunti rende la Svizzera un esempio per la soluzione di problemi analoghi a
quelli dei Cantoni della prima metà dell’Ottocento anche in altre parti del
mondo. Benché i confronti siano da utilizzare con molta prudenza, si può
pensare che se dalla proclamazione dell’indipendenza (1991) l’Ucraina avesse
imitato la Svizzera per risolvere i suoi problemi interni di convivenza (rispetto e autonomia delle minoranze) e con
la Russia, e questa avesse rinunciato al suo nazionalismo insensato,
probabilmente la guerra non sarebbe scoppiata.
Modello svizzero esportabile
La storia svizzera dimostra infatti che, per superare
situazioni conflittuali interne, il federalismo, il rispetto delle minoranze,
le autonomie locali, la tolleranza, ecc. non solo non ostacolano la coesione
nazionale, la solidarietà, l’amor patrio, ma stimolano la collaborazione, lo
sviluppo, la prosperità comune, costituendo un efficace baluardo contro i
rischi del nazionalismo, del separatismo e della disgregazione.
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Guillaume Henri Dufour (1787/1875) |
Trovo inspiegabile che la Svizzera abbia di fatto rinunciato a esercitare questo suo ruolo congenito di mediatrice, che abbia dimenticato l’esempio del vincitore della guerra del Sonderbund, Guillaume Henri Dufour (1787/1875), il quale sollecitò che ai vinti fossero risparmiate sanzioni umilianti e che fosse ripristinato fra tutti i Cantoni lo spirito della concordia e della coesione. Anche grazie a lui si giunse nel 1848 alla Costituzione federale.
La Svizzera potrebbe far capire alla Russia e all'Ucraina
che la «nazionalità» è diversa dall'appartenenza a uno Stato e che si può
essere russi-ucraini (ticinesi-svizzeri, ecc.) e che certi problemi sono
risolvibili pacificamente. Quando i Ticinesi, negli anni ’20 e ‘30 del secolo scorso,
si lamentavano di essere soverchiati dagli svizzeri tedeschi, la Confederazione
non lasciò che a soddisfare le loro rivendicazioni fosse Mussolini (come alcuni chiedevano), ma vi provvide
direttamente con riconoscimenti e finanziamenti adeguati.
La diplomazia svizzera potrebbe ricordare all'Ucraina che la
coesione nazionale tra maggioranze e minoranze va costruita non con imposizioni
e divieti, ma col rispetto, la tolleranza, gli incentivi e la collaborazione. Lo
sviluppo della Svizzera non è stato certo pregiudicato dal fatto di essere
federale, neutrale, multiconfessionale, plurilingue, multiculturale, caratteristiche
che anzi hanno contribuito a migliorare la sua immagine e il benessere dei suoi
abitanti. Peccato che la diplomazia svizzera non sia stata finora capace di proporre
questa storia di successo come modello imitabile e vincente anche alla Russia a
all'Ucraina, ma forse c’è ancora tempo per rimediare. (Fine)
Giovanni Longu
Berna 27.9.2023
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