17 maggio 2023

Deprivazione e formazione (seconda parte)

Nel 2021, in Svizzera il tasso di deprivazione materiale e sociale era piuttosto basso (meno della metà di quello italiano ed europeo), come si è visto nell'articolo precedente. Merita tuttavia di essere esaminato più da vicino, per conoscere quali sono le persone più a rischio. Poiché esso è collegato strettamente al rischio di povertà, è opportuno sapere anche chi e in che proporzione corre maggiormente questo pericolo in Svizzera, nell'Unione Europea (UE) e in Italia, e come eventualmente cercare di ridurlo.

Rischio di povertà in Svizzera 

Il rischio di povertà, com'è definito a livello europeo (calcolato sul reddito disponibile), esiste anche nella ricca Svizzera, anzi è più elevato di quel che a prima vista si potrebbe pensare, perché, essendo i redditi tra i più alti d’Europa, quando si riducono considerevolmente è facile cadere nello stato di povertà e di deprivazione. Purtroppo è anche in aumento. Nel 2021 il rischio di povertà concerneva il 14,6 per cento della popolazione residente, ovvero quasi una persona su sette. A titolo di confronto, esso si situava poco al di sotto di quello dell’Unione Europea (16,8%), vicino a quello dell’Austria (14,7%), della Francia (14,3%) e della Germania (16,0%) e inferiore a quello dell’Italia (20,1%).

In Svizzera, le persone più a rischio di povertà appartengono ai seguenti gruppi sociali: persone sole sopra i 65 anni di età (pensionati quando dispongono di un reddito inferiore a 2500 franchi mensili), persone che non hanno terminato una formazione dopo la scuola obbligatoria, persone disoccupate, famiglie monoparentali, coppie con tre figli o più. Inoltre, in generale, la popolazione straniera (specialmente quella proveniente dall'Europa dell'Est o da Paesi extraeuropei) ha un rischio quasi doppio di cadere in povertà rispetto alla popolazione di nazionalità svizzera.

Corrono invece meno rischi, secondo le rilevazioni statistiche europee, le economie domestiche con due persone occupate, in generale le persone occupate, le persone con una formazione di grado terziario e quelle con una formazione di secondo grado superiore (formazione professionale completa). Nel 2021, in Svizzera, il tasso di deprivazione materiale e sociale tra le persone occupate era del 3,3 per cento (inferiore a quello medio dell’UE e di tutti i Paesi confinanti ad eccezione dell’Austria).

Situazione in Italia

Come più volte accennato, in Italia sia il rischio di povertà che il rischio di deprivazione materiale e sociale sono più elevati che in Svizzera. Qui si rinuncia, tuttavia, a una diretta comparazione tra i due Paesi perché la rilevazione europea da cui proviene gran parte dei dati riferiti avviene a livello regionale e non nazionale. Sarebbe pertanto poco significativo riferirsi a medie aritmetiche dei dati riguardanti, in Svizzera, le Regioni statistiche (Zurigo, Ticino, Mittelland, ecc.) e, in Italia, le Regioni del Nord, del Centro e del Sud.

Del resto è notorio che in questa materia (rischio di povertà e deprivazione) le differenze sono notevoli tra una regione e l’altra non solo in Italia, ma anche in Svizzera. Nel 2021, per esempio, il rischio di povertà nella Regione di Zurigo era dell’11,3 per cento, ma del 22,0 per cento nel Ticino. In Italia, il rischio di povertà variava dal 12,3 per cento della Lombardia al 35,5 per cento delle Isole.

Purtroppo in Italia il tema della povertà e delle disuguaglianze è poco presente nei media, mentre dovrebbe servire a riproporre seriamente nell'opinione pubblica e negli ambienti politici nazionali e regionali una nuova «questione meridionale» in termini di necessità e urgenza, per evitare che il distacco lacerante tra Settentrione e Meridione cresca e si aggravi.

Formazione professionale necessaria e urgente

La gravità della situazione, caratterizzata nel Sud da un tasso troppo elevato (a livello europeo) di povertà, denatalità ed emigrazione, dovrebbe indurre le forze politiche e sindacali ad approfittare della grande disponibilità di denaro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per realizzare nel Mezzogiorno importanti progetti, soprattutto nell'istruzione e nella formazione professionale. Il tema verrà ripreso nel prossimo articolo, ma già ora è facile osservare come povertà, denatalità ed emigrazione siano problemi che possono essere avviati a soluzione solo (ri)creando un ambiente favorevole, che non può prescindere da un sistema coerente e sostenibile di istruzione e formazione professionale. (Segue)

Giovanni Longu
Berna 17.05.2023

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