Matteo Renzi, per essere credibile, è costretto a passare dagli annunci in puro
stile pubblicitario ai fatti. Finora ha elogiato il «fare» solo a parole, d’ora
in poi deve fare davvero, traducendo gli enunciati in misure di governo, rispondenti
alle esigenze del Paese e dell’Europa.
Matteo Renzi |
Intanto Renzi deve in qualche modo farsi perdonare lo sgarbo
fatto al Paese di prendere il potere senza un reale consenso popolare, nonostante
gli spergiuri che sarebbe andato a Palazzo Chigi (sede del governo) solo in
seguito a una legittimazione del voto popolare (quello vero, non quello delle
primarie di un partito). C’è invece andato aggirando l’ostacolo grazie all'avallo
del Presidente Giorgio Napolitano, convinto che, insieme, avrebbero
rimesso in moto la macchina dello Stato e messo a tacere le voci, per altro
poco credibili, di quanti denunciavano i soliti giochi di palazzo.
Fare e convincere
Renzi deve dunque fare e convincere. E poiché ha sfidato
l’opinione pubblica affermando: «più soldi in busta paga da maggio o sono un
buffone», c’è da sperare che mantenga le promesse, non tanto per evitare la
brutta figura, ma perché diversamente il Paese affonderebbe davvero nella
palude. Se riuscirà a trovare le risorse necessarie nessuno potrà chiamarlo
buffone, furbo illusionista, venditore di fumo, e tutti (o quasi, perché gli
scontenti ci saranno sempre) gli saranno grati.
La speranza però non è una certezza e resta ancora da vedere
dove il governo troverà i soldi promessi agli italiani. Questo è il vero banco
di prova di Renzi. Personalmente sono fiducioso perché in Italia è possibile
molto ricupero dai tagli alla spesa pubblica improduttiva e perché tutto si può dire
dell’Italia, tranne che sia un Paese povero: la ricchezza privata degli
italiani (oltre 8640 miliardi di euro) è più di quattro volte il debito
pubblico (attualmente 2089 miliardi).
In questo rapporto, l’Italia sta meglio della Germania e
della Francia. Perché Renzi non pensa (anzi, perché l’ha escluso?) a introdurre,
come esiste in molti altri Paesi, una piccola imposta sulla ricchezza? Esiste
persino in Svizzera e non si può dire che gli svizzeri navighino in cattive acque. Potrebbe
apparire un’imposta inizialmente odiosa, ma colpendo soprattutto i patrimoni
più consistenti, tutti finirebbero per farsene una ragione, compresi le banche,
le imprese e i grandi capitalisti. Tanto più che questo gettito supplementare d’imposta
potrebbe consentire allo Stato di abbassare realmente le imposte per tutti. Non
è un paradosso non utilizzare a fin di bene (comune) l’enorme ricchezza
disponibile posseduta dagli italiani?
Quali riforme costituzionali?
Un altro banco di prova del governo Renzi sono certamente le
riforme costituzionali, annunciate a razzo, ma ad alto rischio di non
raggiungere gli obiettivi. Ecco alcune domande le cui risposte mi appaiono
particolarmente incerte.
Le prime questioni riguardano la legge elettorale, che
dovrebbe avere la priorità assoluta per consentire di andare a votare, se
necessario, anche tra pochi mesi. Ebbene, questa legge, che ha già superato lo
scoglio della Camera dei deputati non senza difficoltà, ma che è già stata
battezzata da alcuni (oppositori) come un «nuovo porcellum» o addirittura una
legge «peggiore della precedente», riuscirà a superare anche gli ostacoli che
già s’intravvedono al Senato? E ancora, si è proprio sicuri che anche questa
legge sia priva di elementi d’incostituzionalità come la precedente? E ancora:
di fronte a tanti ostacoli e obiezioni, non poteva Renzi pretendere se non le
quote rosa almeno le preferenze? Infine, è proprio certo che Renzi voglia
davvero una legge elettorale in tempi stretti?
Senato: da eliminare o da modificare? |
Tra le riforme invocate a gran voce da Renzi figura l'abolizione
del Senato. Sono molto scettico che vi riesca, soprattutto perché ne
mancano le motivazioni. Basterebbe pensare che il bicameralismo è una
caratteristica della maggior parte degli Stati e il monocameralismo è presente
quasi esclusivamente nei piccoli Stati. Inoltre è un’istituzione fondamentale
in tutti gli Stati federali e l’Italia, pur non essendo tale, ha aspetti di federalismo
che meriterebbero di essere realizzati. Non basterebbe modificarne la
composizione (riducendone drasticamente il numero dei membri) e la funzione? E
poi, è pensabile che il Senato voglia davvero autoeliminarsi?
Su altre riforme ambiziose che vorrebbe fare Renzi (riforma
della pubblica amministrazione, del mondo del lavoro, della Parte II, titolo V
della Costituzione, ecc.) tralascio per ragioni di spazio, ma sarei curioso di sapere
perché della serie non fa parte la modifica del Titolo II della Parte II,
riguardante il Presidente della Repubblica. Eppure, a mio modo di
vedere, proprio questa riforma introdurrebbe nel sistema Italia un elemento di chiarezza (quali sono i reali poteri del Capo dello Stato e quali quelli del Capo del Governo?) e forse di cambiamento strutturale decisivo per il futuro della Repubblica.
Giovanni Longu
Berna, 19.03.2014
Berna, 19.03.2014
Nessun commento:
Posta un commento