21 dicembre 2020

Il CISAP negli anni 1970-1990: 2. CISAP: un nome impegnativo

Agli inizi degli anni Settanta il CISAP era ormai una realtà che s’imponeva all’attenzione non solo delle autorità italiane e svizzere, degli ambienti sindacali e della collettività italiana, ma anche dei media. L’interesse era dovuto non solo al successo che ottenevano le sue iniziative formative, ma anche al carattere innovativo ed efficace che dimostrava questa nuova organizzazione costituita prevalentemente da immigrati. Nella stampa dell’epoca, tuttavia, non si trova alcuna riflessione sul nome CISAP, benché nel frattempo avesse modificato il significato letterale originario, accentuandone alcune caratteristiche e ampliando notevolmente le visioni iniziali.

CISAP: un nome impegnativo…

Riprendendo liberamente la celebre espressione latina nomen omen (ossia «il nome è un presagio», tradotta letteralmente), nel caso del CISAP si può tranquillamente affermare che il nome indicava non solo un presagio o un augurio, ma anche una previsione certa perché fondata sull’intenzione convinta degli iniziatori di intraprendere un’attività virtuosa, necessaria e utile. CISAP indicava soprattutto un impegno a dare il massimo per un obiettivo giusto e sostenibile.

A prima vista, che a metà degli anni Sessanta del secolo scorso si costituisse una nuova associazione rientrava nella dinamica dell’associazionismo italiano di quel periodo, che si articolava già in una miriade di associazioni con finalità molto variegate. La peculiarità, anzi l’unicità dell’associazione CISAP era data soprattutto dalla sua finalità: la formazione professionale degli immigrati italiani. Nessuna associazione si era mai costituita nell’ambiente immigratorio con questo scopo. Nessuno degli iniziatori aveva dubbi che fosse raggiungibile.

L’idea del CISAP si era sviluppata nell’ambiente associazionistico delle Colonie Libere Italiane, che aveva sviluppato un grande senso di solidarietà tra connazionali, ma non sembrava in grado di realizzare progetti di ampio respiro, strutturati e sostenibili nel campo della formazione professionale corrispondente alle esigenze. Giunta a maturazione, nella primavera del 1966 quell’idea divenne realtà, a cui occorreva dare un nome, possibilmente semplice ma in grado di richiamare facilmente le principali caratteristiche.

Ho già rievocato in altre occasioni l’origine del nome CISAP e come dopo breve riflessione e discussione si optò per l’acronimo C.I.S.A.P. e il nome per esteso «Centro Addestramento Professionale Italiano in Svizzera», nonostante fosse evidente che non poteva trattarsi di un vero acronimo, per evitare che quello corretto potesse richiamare il cavolo («Cabis» in tedesco). Di fatto, già nel 1966, specialmente dai media, il nome veniva scritto sia con i puntini tipici dell’acronimo dopo ogni lettera e sia senza, come un nome proprio. Ufficialmente, però, nei documenti interni veniva usato soprattutto l’acronimo.

… e in mutazione

Probabilmente si preferì la forma C.I.S.A.P. perché della nuova organizzazione si volevano evidenziare la struttura operativa (centro-scuola), l’attività specifica (formazione e perfezionamento professionali) e il carattere precipuamente italiano (destinato in primo luogo agli immigrati italiani in Svizzera). Fino ad allora le modeste attività d’informazione e formazione professionale, per altro solo teorica, avvenivano solitamente in ambienti provvisori come sale di ristoranti o di qualche associazione.

Prima targa del CISAP, con la prima scritta
L’acronimo cadde in disuso agli inizi degli anni Settanta e restò per sempre CISAP, come se si volesse segnalare che dall’inizio alla fine la sostanza o l’essenza dell’organizzazione rimaneva la stessa, anche se mutavano alcune caratteristiche essenziali, in un costante processo di adattamento alle esigenze dell’economia, della società e della stessa immigrazione.

... e la seconda scritta pochi anni dopo

Così, in un tempo relativamente breve, il CISAP passò da «Centro Addestramento Professionale Italiano in Svizzera» a «Centro Italo Svizzero Addestramento Professionale», «Centro Italo-Svizzero Addestramento Professionale» e infine «Centro italo-svizzero di formazione professionale». Come si vedrà meglio in seguito, questi cambiamenti non erano solo aspetti formali, ma connotavano la sostanza del CISAP, mettendone in evidenza le due anime, quella italiana e quella svizzera, destinate non solo a convivere ma a integrarsi armoniosamente in unico organismo vitale, virtuoso e unico nel suo genere.

E’ emblematico che le due anime del CISAP e i primi cambiamenti fossero già accennati nelle due facce della stessa targa in alluminio (24 x 40 x 0,62 cm) che indicava, successivamente a distanza di pochi anni, la prima sede del CISAP allo Jägerweg 7, nel quartiere di Breitenrain di Berna. (Segue)

 

 

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