30 agosto 2020

Ricordando Mattmark



Nel maggio del 1965, mentre si lavorava alla realizzazione del grande lago artificiale di Mattmark (Vallese, Svizzera), il ghiacciaio Allalin sembrava tranquillo (in alto a sinistra nella foto). Si lavorava alacremente e niente (o quasi) lasciava presagire la disgrazia.

Il 30 agosto 1965, il giorno della catastrofe, circa 2 milioni di metri cubi di ghiaccio e detriti precipitarono dalla montagna fino a valle (foto sotto) travolgendo baracche, officine, mezzi e uccidendo 88 persone, di cui 56 italiane.

 

Da allora le disgrazie sul lavoro diminuirono drasticamente. Mattmark segnò una svolta non solo nella prevenzione e nelle misure antinfortunistiche, ma anche nella considerazione generale del fenomeno migratorio. I cambiamenti già in atto nella collettività italiana immigrata si accelerarono. I risultati più rilevanti non li vedranno tuttavia gli emigrati del dopoguerra, ma i loro figli (seconda generazione) e nipoti (terza generazione). Dovrà passare anche molto tempo prima che la popolazione svizzera prenda atto che la Svizzera è divenuta da tempo un Paese d'immigrazione e che dovrà cercare di convivere nel miglior modo possibile con gli immigrati.

Nel frattempo anche il ghiacciaio Allalin è cambiato perché non è più tornato allo stato in cui si trovava prima della disgrazia (foto sotto / gl 2010) e il Lago di Mattmark è divenuto un luogo ameno per escursionisti e un luogo della memoria della più grande tragedia del lavoro italiano in Svizzera.









 

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