Di tanto in tanto si viene a sapere, dalla Svizzera, che le
trattative con l’Italia sulle questioni fiscali sono a buon punto. Perché non
sono ancora definitivamente concluse? E’ mai possibile che in Italia nessuno
pensi a dare un’accelerata e porre fine a questa annosa questione? Trovo
sorprendente che s’incontrino tante difficoltà a trovare le coperture per eliminare
l’IMU, evitare l’aumento dell’IVA, rifinanziare la cassa integrazione in deroga
e quant’altro e non si faccia almeno un pensierino alle (notevoli) risorse che
potrebbero giungere dalla Svizzera a conclusione dell’accordo fiscale.
Non so se il modello Rubik per questo tipo di accordi in
materia fiscale sia il meglio del meglio, ma so che funziona. Ciò che molti non
hanno capito è che esso mira a regolarizzare i fondi depositati in passato
nelle banche svizzere, non i depositi futuri. Per il futuro la Svizzera è
infatti sempre più disponibile a uno scambio automatico di informazioni, ma
prima bisogna chiudere la vertenza riguardante il passato.
Paesi come la Gran Bretagna e l’Austria che
hanno trovato l’accordo basato sul quel modello ne stanno già beneficiando. L'Amministrazione
federale delle contribuzioni ha diffuso nei giorni scorsi una tabella da cui
risulta che i due Paesi hanno già incassato importi per diversi milioni. Tra
luglio e agosto la Svizzera ha versato 405 milioni di sterline alla Gran
Bretagna e 671,4 milioni di euro all'Austria. Altri pagamenti, di importi
variabili, avverranno fino al 31 luglio 2014 a scadenza mensile.
Qualcuno del governo italiano, preoccupato di dove trovare i
soldi che servono per sopravvivere, dovrebbe provare a calcolare anche solo
approssimativamente quanti euro avrebbe ricevuto a quest’ora l’Italia, dato che
i depositi italiani in Svizzera frutto di decenni di evasione sono di gran
lunga superiori a quelli degli austriaci e britannici messi insieme.
Oltre ai versamenti diretti è interessante notare che grazie
a questo accordo sia la Gran Bretagna che l’Austria stanno già beneficiando anche
dell’emersione di ingenti patrimoni per diversi miliardi di sterline e di euro
depositati nelle banche svizzere, appartenenti a cittadini dei due Paesi. E’
vero che gli evasori che optano per l’imposta liberatoria alla fonte
continueranno a beneficiare dell’anonimato, ma intanto lo Stato recupera
l’evasione pregressa, che per l’Italia deve trattarsi di diversi miliardi di
euro.
Che aspetta il governo italiano a perfezionare l’accordo di
cui si discute ormai da anni mentre il tesoretto che potrebbe giungere dalla
Svizzera rischia di assottigliarsi man mano che passa il tempo?
Giovanni Longu
Berna, 4 settembre 2013
Berna, 4 settembre 2013
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