L’arrivo massiccio di immigrati italiani nel
dopoguerra, l’abrogazione degli articoli costituzionali sui Gesuiti e sui
conventi (1973) e il miglioramento generale dei rapporti sociali hanno favorito
non solo la piena parità confessionale (anche per la consistente riduzione del
divario tra protestanti e cattolici in tutti i Cantoni) ma anche la
collaborazione interreligiosa. Ciononostante, proprio dagli anni ’70 è
cominciata una crisi della pratica religiosa e dell’adesione sia in campo
cattolico che in campo protestante. La tendenza a considerare la religione una
questione privata e sganciata dalle istituzioni ecclesiali tradizionali
cominciava a modificare il paesaggio religioso svizzero.
Religioni in Svizzera: cresce la non
appartenenza
I dati del censimento federale della
popolazione del 2000 (l’ultimo che ha registrato l’appartenenza religiosa di
tutti i residenti) hanno evidenziato anzitutto il calo delle due principali
confessioni cristiane.
I cattolici, che erano passati dal 40,4% del 1941 al
49,4% del 1970 (grazie soprattutto all’immigrazione italiana), sono ridiscesi
al 41,1% nel 2000. In cifre assolute, tuttavia, la diminuzione è solo rispetto
al 1990 (-124.000 fedeli), ma non rispetto al 1980 (+18.000).
Per i
protestanti, invece, che rappresentavano nel 1941 il 57,6% della popolazione
residente, il calo è stato ancora più rilevante toccando nel 2000 il minimo
storico del 35,3% con una diminuzione, in cifre assolute, di quasi 179.000 aderenti
rispetto al 1990 e di 253.000 rispetto al 1980.
L’Ufficio federale di statistica spiegava tale
calo con i seguenti argomenti: «il numero sempre crescente di
cittadini svizzeri che si considerano non più appartenenti ad una determinata
chiesa o comunità religiosa; l’apporto migratorio di popolazioni che provengono
da Paesi con tradizioni religiose differenti; l’invecchiamento demografico che
concerne le chiese nazionali ed in particolare la popolazione
evangelico-riformata».
L’altro dato significativo emerso dal
censimento del 2000 è l’aumento della «non appartenenza» ad alcuna religione
(11,1%), in forte progressione sia rispetto al 1970 (quando solo l’1,1%
dichiarava di non avere alcuna religione) che rispetto al 1990 (7,4%).
Il
fenomeno riguarda specialmente le persone dai 30 ai 50 anni (nel
pieno della loro attività professionale), ma è poco plausibile che il lavoro e
la carriera siano alla base della non appartenenza. Ancor meno plausibile è ritenere che molte persone escano dalle confessioni tradizionali solo per risparmiare qualche centinaia di franchi di tasse
ecclesiastiche (tassa sul culto). Verosimilmente le cause sono molteplici e non sono sempre le stesse per tutti. Tra gli immigrati, per esempio, una delle cause dell'abbandono potrebbe essere una conseguenza della volontà di dare un
taglio netto al passato e quindi anche a una tradizione religiosa subita e mai
intimamente accettata.
E' tuttavia forse più plausibile, in generale, la
mancanza di motivazioni per un’adesione convinta a una chiesa o addirittura la
convinzione dell’inutilità della religione. In entrambi i casi, se fosse provato,
si chiamerebbero in causa soprattutto le due principali confessioni cristiane,
che per decenni sono state probabilmente incapaci di fornire solide motivazioni.
L’impronta cristiana resta indelebile
Non si può tuttavia
dimenticare che la statistica, in questo campo, si limita a registrare dati
quantitativi, ossia quante persone dichiarano di appartenere o meno a una
religione (qui intesa in senso ampio), non dati qualitativi sulle ragioni intime dell’appartenenza o non
appartenenza, difficilmente rilevabili. Inoltre non è irrilevante che al censimento
del 2000 circa il 90% della popolazione residente abbia
dichiarato di appartenere a una religione e che circa tre quarti continuino a
professarsi cattolici o evangelici riformati (anche se per molti l'essere cattolici o protestanti è soprattutto una caratteristica sociologica quasi ereditaria più che una dichiarazione di appartenenza a una fede religiosa vissuta).
A prescindere dalle statistiche e dalla
quantità di pratica religiosa dei
cristiani, l’impronta cristiana della Svizzera resta comunque indelebile e
inconfondibile. Per averne la conferma bastano pochi elementi.
Cupola del Palazzo federale di Berna |
L’impronta della tradizione cristiana è
inoltre presente in innumerevoli altri segni. La toponomastica (ossia lo
studio dell’origine dei nomi di luogo) ne è piena: oltre 50 Comuni
svizzeri hanno nomi che si riferiscono direttamente o indirettamente alla Madonna, a Santi o a simboli
cristiani, da Beatenberg a Interlaken, da San Gallo a Saint-Maurice, da Kreuzlingen a Metzerlen-Mariastein, ecc.
Persino alcune montagne celebri richiamano la tradizione cristiana: San
Gottardo, San Bernardino, San Giorgio, Pilatus, Jungfrau, Les Diablerets, ecc.
Innumerevoli chiese, conventi e santuari
Abbazia di Romainmôtier, una delle più antiche della Svizzera |
Una testimonianza eloquente di questi stili diversi è data da alcuni celebri monumenti quali le abbazie di Romainmôtier (VD) Payerne (VD), Saint-Maurice (VS), Müstair (GR), Disentis (GR), Fischingen (TG) Engelberg (OW), San Gallo (SG), Wettingen (AG), Santa Verena (AG), Maigrauge (FR), ecc., i santuari di Einsiedeln (SZ) e Mariastein, le chiese cattedrali (attuali o ex) di Losanna, Ginevra, Basilea, Zurigo, Coira, Sion, Berna, Friburgo, Soletta, le collegiate di Neuchâtel, San Vittore (GR), Saint-Ursanne (JU), le chiese barocche dei gesuiti di Lucerna e di Soletta, ecc.
Abbazia di Einsiedeln, visitata da un milione di pellegrini |
Alcuni di questi monumenti della cristianità godono di una speciale protezione nazionale e internazionale per il loro valore artistico, storico, sociale oltre che religioso. Dei quattro oggetti svizzeri inseriti nel patrimonio architettonico mondiale dell'Unesco due sono espressioni della cristianità: l'abbazia e la biblioteca abbaziale di San Gallo e il monastero grigionese di Müstair.
Valori cristiani in una chiesa viva
L'impronta cristiana non è tuttavia solo nella toponomastica, nelle antiche basiliche o in alcuni simboli,
ma anche in una serie di valori che, pur non essendo esclusivi della
religione cristiana, hanno in Svizzera una chiara derivazione dalla tradizione
cristiana. Penso in particolare alla solidarietà e all’amore per il
prossimo degli ordini religiosi che hanno anticipato quella che oggi è
l’assistenza sociale.
A Berna è stato da poco restaurato (2014) un monumento insigne della cristianità trasformato in una casa per anziani: è il Burgerspital. La sua origine è ancora evidenziata dalla scritta scolpita nella pietra sopra il portone principale d’entrata: «Christo in pauperibus MDCCXLI».
Anche il principio della sussidiarietà, su cui si basa il funzionamento del federalismo, ossia l’organizzazione dei livelli istituzionali ai quali corrispondono diversi gradi di responsabilità, è di derivazione cristiana.
A mantenere vivo il Cristianesimo in Svizzera ci
sono evidentemente soprattutto i credenti: vescovi, preti, pastori,
catechisti, suore, assistenti pastorali, associazioni ecclesiali, gruppi
organizzati per ogni età e semplici fedeli che nel quotidiano testimoniano l’appartenenza
a una chiesa non fatta di pietre, ma viva.A Berna è stato da poco restaurato (2014) un monumento insigne della cristianità trasformato in una casa per anziani: è il Burgerspital. La sua origine è ancora evidenziata dalla scritta scolpita nella pietra sopra il portone principale d’entrata: «Christo in pauperibus MDCCXLI».
Anche il principio della sussidiarietà, su cui si basa il funzionamento del federalismo, ossia l’organizzazione dei livelli istituzionali ai quali corrispondono diversi gradi di responsabilità, è di derivazione cristiana.
Giovanni Longu
Berna, 23.3.2016
Nel panorama araldico europeo la semplicità degli scudi si trova solo in Svizzera ed in Finlandia, una semplicità che porta a caricare gli scudi araldici di pochi soggetti esaltondoli. In riferimento ai non pochi soggetti cristiani o biblici troviamo:: San Giovanni ( Alt sankt Johann SG), Colomba bianca con ramoscello nel becco (Bad Ragaz SG), Pastorale ( TG); Mano benedicente( Gommiswald- SG); San Giorgio (Kaltbrunn SG); santo benedicente (Rieden SG), la croce ortodossa (Fislisbach ed Elfingen), mitra vescovile (Klingnau), monaco pellegrino (Muenchwilwn) ma anche orsi che portano la croce o stambecchi sormantati da una croce. L'elenco è lungo.
RispondiEliminaAresto rileggerla. Nino Alizzi