Durante l’Umanesimo e il Rinascimento (XV-XVI sec.), l’Europa ha fatto un
grande passo avanti sulla strada
della consapevolezza della propria identità culturale, artistica e
religiosa, nonostante le difficoltà dovute ai particolarismi introdotti dai
nazionalismi nascenti, alle divisioni religiose, al diverso sviluppo degli
Stati occidentali e orientali (cfr. articoli precedenti). Volendo riassumere il
carattere più innovativo dell’Umanesimo e del Rinascimento a livello
continentale si potrebbe parlare della riscoperta della centralità dell’uomo
nelle vicende umane e dell’accresciuta percezione della propria libertà e
responsabilità nei confronti della natura, di sé stesso e della storia. Nessun
campo è rimasto estraneo alla cultura umanistica e rinascimentale, anche se non
tutti gli Stati europei furono coinvolti nelle stesse proporzioni. Per tutti,
comunque, l’eredità è stata enorme.
Umanesimo
in continuità col Medioevo
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La Città ideale del Rinascimento e l'idea della perfezione classica (Wikipedia) |
L’Umanesimo, votato alla riscoperta dell’antichità classica,
ha messo in risalto soprattutto la grandezza spirituale dell’uomo, esaltandone
la dignità e le capacità intellettuali, ma anche la sua naturalezza
(naturalismo o realismo) e fragilità (mai come nel tardo Medioevo e nel periodo
umanistico-rinascimentale furono dipinti in Europa così tanti Trionfi della morte e Danze macabre,
tra uomini e scheletri). L’Umanesimo intendeva così valorizzare l’uomo vero, l’individuo
(all’opposto dell’universalismo medievale), forse senza rendersi conto dei
rischi dell’individualismo. Di fatto, soprattutto il Rinascimento sarà
caratterizzato dalle grandi personalità a cui sono legate le sue principali
espressioni politiche, culturali e artistiche.
Rinascimento come esaltazione della creatività umana
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“L’uomo vitruviano”, disegno di Leonardo, rappresentante la perfezione e la centralità dell'uomo nel creato. |
L’uomo non era più visto come manifestazione della potenza e
dell’intelligenza di Dio nell'ordine e nella bellezza della natura, ma come
essere autonomo, libero e responsabile delle proprie azioni e capace di
trasformare non solo la natura a suo piacimento, ma anche la vita propria e
altrui secondo nuovi canoni di efficienza, armonia, perfezione e utilità.
Eredità e responsabilità
Manca lo spazio per riassumere la grande eredità lasciata ai
posteri dall'Umanesimo e dal Rinascimento, ma basterà rievocare alcuni nomi
famosi per rendersi conto quanto l’Europa, dall'Inghilterra alla Russia, debba
ancora oggi a quei movimenti.
Tra le migliaia di nomi che si potrebbero menzionare ne
citerò a titolo di esempio solo alcuni, emblematici nel loro campo, come i Papi Niccolò V (che cercò invano di salvare Costantinopoli dall'aggressione dei Turchi Ottomani),
Pio II (Enea Silvio Piccolomini), Pio V (promotore della «Lega Santa» che
sconfisse gli Ottomani a Lepanto); gli scienziati Copernico, Keplero, Galileo
Galilei; i riformatori Savonarola, Lutero (iniziatore del
Protestantesimo), Giordano Bruno; i filosofi Erasmo da Rotterdam, Pico
della Mirandola, Bacone, Cartesio; gli scrittori Poliziano, Machiavelli,
Ariosto, Tasso; gli artisti Leonardo, Michelangelo, Raffaello, Botticelli,
Piero della Francesca, Giorgione, Tiziano,
Veronese, ecc. ecc.
Il contributo da loro fornito alla formazione e al prestigio
dell’Europa è stato enorme, e grande è pertanto la responsabilità di aver cura
dell’eredità di cultura e di bellezza che ci hanno lasciato.
Giovanni Longu
Berna 20.03.2024
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