20 marzo 2024

10. L’Europa e l’eredità dell’Umanesimo e Rinascimento

Durante l’Umanesimo e il Rinascimento (XV-XVI sec.), l’Europa ha fatto un grande passo avanti sulla strada della consapevolezza della propria identità culturale, artistica e religiosa, nonostante le difficoltà dovute ai particolarismi introdotti dai nazionalismi nascenti, alle divisioni religiose, al diverso sviluppo degli Stati occidentali e orientali (cfr. articoli precedenti). Volendo riassumere il carattere più innovativo dell’Umanesimo e del Rinascimento a livello continentale si potrebbe parlare della riscoperta della centralità dell’uomo nelle vicende umane e dell’accresciuta percezione della propria libertà e responsabilità nei confronti della natura, di sé stesso e della storia. Nessun campo è rimasto estraneo alla cultura umanistica e rinascimentale, anche se non tutti gli Stati europei furono coinvolti nelle stesse proporzioni. Per tutti, comunque, l’eredità è stata enorme.

Umanesimo in continuità col Medioevo

La Città ideale del Rinascimento e l'idea della perfezione classica (Wikipedia)
Per molti storici l’Umanesimo e soprattutto il Rinascimento hanno chiuso definitivamente il Medioevo e avviato la modernità. In realtà molti cambiamenti erano cominciati attorno al Mille con la ripresa universale delle principali attività economiche, delle scienze, delle arti e il dissolversi delle società feudali. Tuttavia, mentre fino al XV e XVI secolo tutti i grandi movimenti avvenivano a trazione religiosa o politica, generalmente in risposta a gravi contingenze (minaccia dell’Islam, insicurezza dei commerci, crescita demografica, ecc.), con l’Umanesimo e il Rinascimento anche singole personalità potevano determinare cambiamenti importanti. Uno dei principali elementi trainanti resterà comunque la religione.

L’Umanesimo, votato alla riscoperta dell’antichità classica, ha messo in risalto soprattutto la grandezza spirituale dell’uomo, esaltandone la dignità e le capacità intellettuali, ma anche la sua naturalezza (naturalismo o realismo) e fragilità (mai come nel tardo Medioevo e nel periodo umanistico-rinascimentale furono dipinti in Europa così tanti Trionfi della morte e Danze macabre, tra uomini e scheletri). L’Umanesimo intendeva così valorizzare l’uomo vero, l’individuo (all’opposto dell’universalismo medievale), forse senza rendersi conto dei rischi dell’individualismo. Di fatto, soprattutto il Rinascimento sarà caratterizzato dalle grandi personalità a cui sono legate le sue principali espressioni politiche, culturali e artistiche.

Rinascimento come esaltazione della creatività umana

“L’uomo vitruviano”, disegno di Leonardo, rappresentante
la perfezione e la centralità dell'uomo nel creato.
La riscoperta del passato con l’Umanesimo ma soprattutto il Rinascimento hanno indotto a mettere in dubbio l’ordine cosmico precostituito e intoccabile (determinismo) del Medioevo, per considerare il mondo oggetto di indagine e di trasformazione da parte dell’uomo. Non hanno escluso Dio dalla storia e dalla vita dell’uomo, ma lo hanno per così dire interiorizzato sicché l’uomo potesse esaltarne la Sua immagine attraverso le sue azioni e le sue opere: anche l’uomo era «creativo». Questo ruolo veniva esplicato soprattutto nella letteratura, nella politica, nelle scienze, nell'arte, nelle grandi scoperte geografiche, nei diversi rapporti tra cittadini e autorità, nell'esaltazione dell'intelligenza, del sapere (furono create numerose università), del potere, dell’arte come ideale estetico della vita, in una nuova visione del mondo e della storia, con radici cristiane.

L’uomo non era più visto come manifestazione della potenza e dell’intelligenza di Dio nell'ordine e nella bellezza della natura, ma come essere autonomo, libero e responsabile delle proprie azioni e capace di trasformare non solo la natura a suo piacimento, ma anche la vita propria e altrui secondo nuovi canoni di efficienza, armonia, perfezione e utilità.

Eredità e responsabilità

Manca lo spazio per riassumere la grande eredità lasciata ai posteri dall'Umanesimo e dal Rinascimento, ma basterà rievocare alcuni nomi famosi per rendersi conto quanto l’Europa, dall'Inghilterra alla Russia, debba ancora oggi a quei movimenti.

Tra le migliaia di nomi che si potrebbero menzionare ne citerò a titolo di esempio solo alcuni, emblematici nel loro campo, come i Papi Niccolò V (che cercò invano di salvare Costantinopoli dall'aggressione dei Turchi Ottomani), Pio II (Enea Silvio Piccolomini), Pio V (promotore della «Lega Santa» che sconfisse gli Ottomani a Lepanto); gli scienziati Copernico, Keplero, Galileo Galilei; i riformatori Savonarola, Lutero (iniziatore del Protestantesimo), Giordano Bruno; i filosofi Erasmo da Rotterdam, Pico della Mirandola, Bacone, Cartesio; gli scrittori Poliziano, Machiavelli, Ariosto, Tasso; gli artisti Leonardo, Michelangelo, Raffaello, Botticelli,  Piero della Francesca, Giorgione, Tiziano, Veronese, ecc. ecc.

Il contributo da loro fornito alla formazione e al prestigio dell’Europa è stato enorme, e grande è pertanto la responsabilità di aver cura dell’eredità di cultura e di bellezza che ci hanno lasciato.

Giovanni Longu
Berna 20.03.2024 

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