Il 16 settembre scorso è morto, a poco meno di 96 anni, l'ex presidente della
Repubblica Carlo
Azeglio Ciampi (dal 1999 al
2006). Non solo le istituzioni, ma anche gli italiani gli hanno reso l’omaggio
che merita un personaggio pubblico eccezionale. Nel
suo ultimo discorso del 25 aprile da presidente, nel 2006, ebbe a dichiarare: «Io
non sono mai stato un uomo politico ma soltanto un cittadino al servizio dello
Stato».
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Il Presidente Ciampi a Lugano, nel 2003 |
Di Ciampi Presidente desidero ricordare due
interventi.
Il primo risale alla sua visita di Stato in
Svizzera il 14 maggio 2003, durante la quale suscitò enormi simpatie tra i
connazionali ma anche tra gli svizzeri, a cominciare dall’allora presidente
della Confederazione Pascal Couchepin. In quell’occasione Ciampi disse non solo
che gli italiani residenti in questo Paese sono «una delle collettività italiane all’estero più importanti
e significative per la molteplicità di attività e di esperienze che
contraddistingue la sua presenza», ma che svolgono «una preziosa funzione di
ponte, culturale e sociale, fra la Confederazione e l’Unione Europea» favorendo «il consolidamento di una comune appartenenza e coscienza europea». Rivolgendosi poi in particolare ai giovani, lanciava un messaggio
molto significativo e sul momento forse non capito pienamente, quando disse: «siate fieri delle vostre
origini, mantenete salda la vostra identità, adoperatevi per il consolidamento
dei legami con il Paese che vi ospita; in questo modo darete un apporto unico
alla costruzione di una società autenticamente europea, fondata sulla libertà e
sulla tutela delle diversità culturali». Egli voleva
sicuramente segnalare che se alle prime generazioni va riconosciuto il merito
di svolgere «una
preziosa funzione di ponte, culturale e sociale» ai
giovani spetta la funzione di contribuire alla costruzione della nuova società
europea.
Il secondo intervento è
contenuto in un’intervista rilasciata al Corriere del Sera nel 2004, quando il centrodestra intraprendeva
una riforma costituzionale molto contrastata, che non supererà poi la prova
finale del referendum. «Osservo innanzitutto, disse Ciampi, che quando si intende modificare
le istituzioni portanti della vita nazionale è giusto mettersi all’opera con
spirito unitario, ricercando convergenze le più larghe possibili fra tutte le
forze possibili, di governo e di opposizione. Non mi sembra utile che si
proceda a colpi di maggioranza quando sono in gioco interventi sui poteri dello
Stato, sul ruolo di Camera e Senato, sui poteri del premier e del capo dello
Stato. E’ indispensabile, inoltre, che la più attenta cura sia posta nell’adottare
soluzioni che assicurino la coerenza e la funzionalità del quadro
costituzionale, nel suo insieme e in tutte le sue parti». Ogni commento è superfluo.
Giovanni Longu
Berna19.9.2016
Berna19.9.2016
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