22 febbraio 2023

L’immigrazione italiana in Svizzera non è finita

La settimana scorsa è stato presentato a Berna presso la Missione cattolica di lingua italiana il «Rapporto Italiani nel mondo 2022» della Fondazione Migrantes della Conferenza Episcopale Italiana. Oltre a molti dati sugli italiani nel mondo (5.806.068 al 1° gennaio 2022), sono stati forniti e analizzati anche dati specifici sugli italiani in Svizzera. Prendo lo spunto da questo evento per proporre alcune domande e qualche considerazione soprattutto in relazione alla popolazione italiana in Svizzera.

Migrazione italiana in generale

Nonostante la cura terminologica dei redattori del Rapporto è inevitabile che nelle trattazioni del tema migratorio si ricorra a generalizzazioni che rischiano di sminuire la ricchezza dei particolari. La stessa espressione «italiani nel mondo» o «italiani all'estero» potrebbe far pensare a una parte consistente di popolazione italiana abbastanza omogenea, sebbene dislocata in ogni parte del mondo e in contesti tra loro molto differenti. Il Rapporto tiene conto del rischio e fornisce numerose informazioni di tipo statistico e analitico offrendo una panoramica interessante sulla situazione degli italiani nel mondo, anche se sotto qualche aspetto lacunosa, ma non riesce a eliminare tutte le perplessità.

Nel Rapporto, infatti, a mio parere non emergono chiaramente alcuni aspetti della situazione quali la ragione fondamentale del perché così tanti italiani si trovino all'estero, la complessità della popolazione italiana (prima, seconda, terza… generazione, vecchi immigrati e nuovi immigrati, nati in Italia e nati nel Paese ospite, con la sola cittadinanza italiana o con una doppia cittadinanza …), le differenti problematiche riguardanti i vari gruppi, i rapporti tra «emigrati» e «italiani di origine migratoria» (o, come dice il Rapporto, «con background migratorio»).

Da quando il saldo migratorio (espatri meno rimpatri) degli italiani all'estero è ritornato positivo, ossia dal 2006-2007, il numero degli iscritti all'AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) è notevolmente cresciuto (da 3.106.251 a 5.806.068), ma proporzionalmente è cresciuto ancora di più il numero degli italiani nati all'estero (quindi non emigrati!) passati da 869 mila a 2.321.402. Questi dati esprimono una tendenza irreversibile? Con quali conseguenze?

Nella prospettiva di una tendenza consolidata, appare evidente che la seconda generazione e ancor più le successive generazioni faranno cambiare radicalmente il profilo complessivo degli italiani all'estero. Se poi si aggiunge che in tutti i Paesi si tende a favorire la naturalizzazione dei nati nei rispettivi territori, è ipotizzabile che l’integrazione nella lingua, nella cultura e nella società locale faccia attenuare progressivamente fino alla loro scomparsa la memoria storica dell’emigrazione/immigrazione italiana e le caratteristiche fondamentali dell’italianità?

Migrazione verso la Svizzera

Il Rapporto 2022 della Fondazione Migrantes comincia con questo richiamo: «Si era soliti affermare che l’Italia da Paese di emigrazione si è trasformato negli anni in Paese di immigrazione: questa frase non è mai stata vera e, a maggior ragione, non lo è adesso perché smentita dai dati e dai fatti. Dall'Italia non si è mai smesso di partire …». L’osservazione è generale, ma è pertinente anche per i flussi tra l’Italia e la Svizzera, che non si sono mai interrotti, anche se dagli anni Settanta il tasso migratorio è rimasto negativo fino al 2007, quando è ridiventato positivo. La situazione nel frattempo è notevolmente cambiata ed è difficile prevederne l’ulteriore sviluppo. Qualche dato può aiutare però nell'impresa.

Secondo le statistiche svizzere (che considerano i naturalizzati solo svizzeri), la popolazione residente italiana cresceva, dal dopoguerra agli anni Settanta, soprattutto grazie ai nuovi immigrati. Dal 1970 il maggiore apporto proveniva dall'incremento naturale, quando i nati in Svizzera costituivano dal 22,9% (nel 1970, su una popolazione di 583.850 persone) al 37,5% (nel 2010, su 287.130 persone) degli italiani. Dal 2010, invece, si osserva nuovamente una regressione dell’incremento naturale, sceso nel 2021 al 29,5% (su 328.252 persone).

Certamente questa tendenza non riproporrà più la situazione migratoria della seconda metà del secolo scorso, ma potrebbe influire sulla dinamica evolutiva della popolazione italiana residente e sulle prospettive dell’italianità svizzera, soprattutto se il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) riuscirà ad arrestare i flussi emigratori e persino a richiamare in Italia molti italiani con formazioni elevate espatriati per motivi professionali o per migliorare la qualità della vita. Il momento è interessante e merita di essere seguito con attenzione, perché l’immigrazione italiana in Svizzera non è finita, ma si trasforma.

Giovanni Longu
Berna, 22.02.2023

 


 

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