L’elezione, il 20
settembre 2017, di Ignazio Cassis quale 117° consigliere federale e 8° ticinese
a raggiungere la massima carica dell’esecutivo federale, è stata vista e
commentata, soprattutto dai media di lingua italiana, come un evento «storico».
In genere non amo aggettivi del genere, ormai inflazionati, ma in questa
occasione mi sento di fare un’eccezione, sia pure per motivi diversi da quelli che
hanno ispirato giornalisti e commentatori politici ticinesi soprattutto
dell’area liberale a cui appartiene Cassis. Personalmente la ritengo
un’elezione «storica» perché Cassis è il primo consigliere federale con origini
italiane, è un «secondo», poco importa se ha o non ha più il passaporto italiano.
Numerose personalità
svizzere con origini migratorie
Nella storia della Svizzera moderna sono numerose le personalità provenienti
dal mondo dell’immigrazione, anche italiana. Si sono distinte
nell’imprenditoria, nella finanza, nell’arte, nello sport, nel cinema, nella
ricerca, nel giornalismo, nell’insegnamento, nella politica regionale e
nazionale, nel sindacalismo, ecc. Per una rapida rassegna, assolutamente
incompleta, di personaggi con origini migratorie italiane rimando in
particolare a due precedenti articoli del 2013 (http://disappuntidigiovannilongu.blogspot.ch/2013/02/italianita-in-bella-vista.html) e del 2016 (http://disappuntidigiovannilongu.blogspot.ch/2016/01/14.html). All’elenco mancava
il nome di un consigliere federale (anche se ce n’è stato uno, Paul Ceresole,
1870-1875, certamente di origine italiana). Questa lacuna è stata colmata il 20
settembre scorso con l’elezione di Ignazio Cassis, un vero «secondo».
Fino a pochi mesi fa, fuori del Ticino si sapeva ben poco delle origini
dell’onorevole Cassis, anche se era ben noto in alcuni ambienti specifici il
suo impegno politico in favore dell’italianità. Il suo curriculum vitae
riportava abitualmente l’anno e il luogo di nascita (13.4.1961 a Sessa in
Ticino) e poi saltava agli studi in medicina… alla professione di medico
cantonale … all’attività politica a Berna dal 2007. Della sua famiglia
d’origine, della sua nazionalità italiana, della sua naturalizzazione e della
sua doppia nazionalità (fino a poche settimane fa) si conosceva poco o niente.
Oggi si sa che suo padre Gino era contadino, e
successivamente assicuratore, sua madre casalinga, entrambi italiani.
Ignazio Cassis sa bene che in Consiglio federale deve rappresentare
anzitutto sé stesso, nel rispetto della collegialità, e intende rappresentare
l’intera «Svizzera che pensa, parla e sogna in italiano». Le sue
origini, la sua sensibilità, le sue esperienze, le sue conoscenze non potranno
che aiutarlo nel suo lavoro perché rappresentano un patrimonio unico.
Impegno per
l’italianità
Sei anni fa ebbi l’opportunità di intervistarlo (http://disappuntidigiovannilongu.blogspot.ch/2011/06/tra-italianita-e-attualita-italo.html) e ricordo con quanta cordialità
e disponibilità mi accolse nel corridoio dei «passi perduti» al Palazzo
federale. Mi colpì, tuttavia, la chiarezza e la determinazione con cui
intendeva continuare a battersi per il riconoscimento del diritto di
rappresentanza, anche nell’esecutivo federale, della Svizzera italiana e
dell’«italianità».
Il carattere eccezionale dell’elezione di Cassis non consiste tuttavia in
una sorta di premiazione di un impegno portato avanti per anni con tenacia e
convinzione – questo avviene spesso in Svizzera come anche altrove – bensì, nel
fatto che sia stato eletto in Consiglio federale un «secondo», cioè un figlio
di genitori immigrati (prima generazione).
In fondo, è come se tutta l’immigrazione italiana sia stata premiata per il
lavoro, la costanza, la dedizione, la lungimiranza, i sacrifici sostenuti per
mettere i figli in condizione di riuscire e per rendere questo Paese, non
sempre accogliente, più prospero e rispettoso dei diritti di tutti i suoi
abitanti.
Congratulazioni e buon lavoro, Ignazio Cassis.
Giovanni Longu
Berna, 25.09.2017
Berna, 25.09.2017
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