Dopo l’esplorazione dei punti più celebri della città di
Bruxelles nella mattinata del secondo giorno del viaggio turistico-culturale organizzato
dall’UNITRE di Soletta, il pomeriggio è stato dedicato alla visita di due località
storiche con significati e importanza diversi: Marcinelle e Waterloo.
Marcinelle e l’emigrazione italiana
Marcinelle, una cittadina sconosciuta fino all’8 agosto
1956, da quella data ha acquistato suo malgrado
una notorietà straordinaria. Quel
giorno, in un terribile incendio scoppiato in una miniera di carbone perirono
262 minatori di cui 136 italiani. Era la più grave disgrazia toccata all'emigrazione
italiana in Europa. La notizia si sparse come un baleno nel mondo intero.
Marcinelle, le due torri di accesso alla miniera (foto gl) |
La miniera rimase ancora in attività una decina d’anni, poi
venne definitivamente chiusa e abbandonata. Solo la memoria di quel tragico
evento rimaneva viva e ogni anno si commemoravano i morti. Fu così che negli
anni 2000 il sito fu riconvertito in area museale dominata dalle due torri dei
pozzi di accesso alla miniera, in uno dei quali si verificò la tragedia. Il sito
oggi fa parte del Patrimonio mondiale dell’UNESCO come straordinario
esempio di archeologia industriale.
Alcuni anni fa la data dell’8 agosto è stata dichiarata in
Italia «Giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo» sia per
ricordare quel tragico evento e sia per stimolare una riflessione
sull'emigrazione più o meno forzata di milioni di italiani, molti dei quali
morti sul lavoro.
Distante una settantina di chilometri da Bruxelles, è
sembrato opportuno visitare questo luogo della memoria, resa ancora viva e
drammatica dall'infrastruttura rimasta com'era allora e da una ricca
documentazione, anche in italiano (sotto forma di suoni, filmati e riproduzioni
di giornali, fotografie), di quanto accaduto.
Waterloo nel bicentenario della sconfitta di Napoleone
Sulla via del ritorno a Bruxelles, con una piccola
deviazione, il gruppo si è portato nei luoghi della famosa battaglia di
Waterloo del 18 giugno 1815, in cui Napoleone Bonaparte fu definitivamente
sconfitto da una coalizione dei principali Paesi europei al comando del duca di
Wellington. Lo scontro tra l’esercito francese e quello degli alleati durò
soltanto 8 ore ma fu, secondo alcune fonti, uno dei più sanguinosi del XIX
secolo con oltre 47.000 tra morti e feriti.
Waterloo, la collina con la statua del leone (foto gl) |
Il «panorama» della battaglia di Waterloo è uno dei pochi
superstiti di questo genere di dipinti circolari in auge nell’Ottocento. Ne
esistono ancora una ventina, tre dei quali in Svizzera: il Panorama di Thun (38
x 7,5 metri), che è il più antico del mondo, il Panorama Burbaki di Lucerna (112
x 10) e quello della battaglia di Morat (esposto in occasione dell’Esposizione
nazionale del 2002 e ancora in cerca di una destinazione definitiva).
La visita a Waterloo non fu dettata solo dalla curiosità legata
al nome o dalla coincidenza con le imminenti celebrazioni del bicentenario
della battaglia (si parla di ricostruzioni storiche con oltre 6.000 figuranti,
300 cavalieri e 100 cannoni), ma soprattutto dalle ripercussioni che l’evento
ebbe sulla storia europea (Restaurazione) e sulla storia svizzera. Non va
infatti dimenticato che il Congresso di Vienna, avviato lo stesso anno, sganciò
definitivamente la Svizzera dall’influenza francese, riconobbe la sovranità
della Confederazione dei 22 Cantoni e impose la neutralità perpetua di questo
Paese.
Brugge …
Municipio di Brugge (foto gl) |
Brugge, chiamata anche la «Venezia del Nord»
per i numerosi canali che l’attraversano, ma forse anche per gli antichi
splendori di quando era «Repubblica libera» marinara con un porto commerciale molto
attivo (il mare nel frattempo si è ritirato), è sicuramente una delle più belle
città medievali del Belgio e forse d’Europa. Il suo centro storico è dal 2000 patrimonio
mondiale dell’UNESCO. Simbolo della città è la prestigiosa piazza del Burg,
dove si affacciano grandi palazzi di origine medievale, il più importante dei
quali è il Municipio, in stile gotico, il più antico palazzo pubblico
del Belgio.
«Madonna di Bruges», di Michelangelo (foto gl) |
La popolazione di Brugge, come del resto quella del Belgio,
è rimasta tradizionalmente cattolica, per cui le chiese sono numerose e generalmente
molto belle. Una in particolare, quella di Nostra Signora, merita di essere qui
ricordata non solo perché un bell’esempio gotico ma anche perché in una
cappella laterale è conservata la celebre statua marmorea della «Madonna col
Bambino» (nota come la «Madonna di Bruges») di Michelangelo,
inconfondibile per i lineamenti della Madonna che richiamano facilmente quelli
della più nota Pietà conservata in San Pietro a Roma.
… e Gent
Gent, Castello dei conti di Fiandra (foto gl) |
La cattedrale di San Bavone è uno dei massimi esempi di
architettura gotica nella variante del cosiddetto stile gotico brabantino (il
Brabante è una regione centrale del Belgio). Al suo interno, in una cappella
laterale, è conservato il famoso dipinto «L’Agnello Mistico» di Van Eyck
(1432), che tuttavia non è stato possibile visitare perché in restauro.
Lussemburgo
Il quarto giorno è dedicato al ritorno in Svizzera, con
lunga pausa come da programma a Lussemburgo, città a vocazione europea, che
ha dato i natali a uno dei padri fondatori dell’Unione europea, Robert
Schuman, e sede di alcune importanti istituzioni dell’UE. Fin dal 1952 è la
sede della prima comunità europea, la CECA. Attualmente ospita inoltre
la Corte di giustizia dell’Unione europea, la Corte dei conti europea,
il Segretariato generale del Parlamento europeo e la Banca
europea degli investimenti.
Per motivi di tempo non è stato possibile visitare alcuna di
tali istituzioni, ma non si è potuto rinunciare a una breve visita nel centro
storico della città, interessante e originale. La città di Lussemburgo è infatti
situata su uno sperone roccioso alla confluenza di due fiumi, separata dalla
parte bassa da impressionanti strapiombi. La parte più antica che conserva ancora
le fortificazioni del XVII secolo è dal 1994 Patrimonio mondiale dell’Unesco.
Spiccano per le loro caratteristiche architettoniche il Palazzo granducale
e la Camera dei deputati, la cattedrale tardogotica di San Nicola,
la Piazza Guillaume dominata dalla statua equestre di Guglielmo II,
re dei Paesi Bassi e Granduca di Lussemburgo, e dove si affaccia il Comune in
stile neoclassico.
Lussemburgo, foto-ricordo davanti alla statua della granduchessa Charlotte |
Forse stanco dei 1700 chilometri percorsi e delle lunghe camminate,
ma certamente arricchito da tante esperienze e nuove conoscenze (da
approfondire) il gruppo ha fatto ritorno a casa in serata, pensando magari già
dall’indomani ad organizzare i ricchi album fotografici e fissare attraverso le
immagini ricordi indelebili di una gita turistico-culturale eccezionale.
Giovanni Longu
Berna, 3.6.2015
Berna, 3.6.2015
Nessun commento:
Posta un commento