La festa della Repubblica è passata, le polemiche non ancora. Eppure l’intervento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, all'origine dei malumori di alcuni politici sovranisti e antieuropei, mi pare corretto sia dal punto di vista formale che sostanziale e storico.
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Presidente della Repubblica Sergio Mattarella |
Dal punto di vista sostanziale: si obietterà che
nell'UE il Parlamento non rappresenta la massima istanza, ma questa è
un’anomalia dovuta non al popolo elettore ma ai governi che non hanno voluto
ratificare la prevista costituzione dell’UE. Quando sarà approvata, il Parlamento
europeo eletto a suffragio universale diverrà la massima espressione della
sovranità popolare. Ma lo è già adesso, a prescindere dai poteri che i Trattati
finora gli riconoscono. Infatti, che abbia o no i poteri tipici dei Parlamenti
democratici non dipende da voto popolare.
Da un punto di vista storico, inoltre, ai Paesi
europei occidentali apparve chiaro già durante la seconda guerra mondiale che
la propria sopravvivenza sarebbe dipesa dalla loro unione in una condizione di
pace e di sviluppo stabili. L’Italia fu tra le prime nazioni a inserire nella
propria Costituzione, all'articolo 11, l’aspirazione e l’impegno dei popoli
europei a ripudiare la guerra e a favorire con ogni mezzo utile la pace, consentendo,
«in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità
necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni»
(art. 11). Il presidente Mattarella l’ha bene interpretato.
Bene farebbero, dunque, i nuovi eletti a conoscere meglio la
storia e la Costituzione italiana e, soprattutto, a indirizzare i loro sforzi
per mettere al sicuro la pace, attraverso opere di pace (e non di guerra), il
dialogo e un impegno su vasta scala per la prosperità comune.
Giovanni Longu
3 giugno 2024
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