Il 30 agosto, in
Svizzera in particolare e in diverse località dell’Italia, si ricordano gli 88
lavoratori, 56 dei quali italiani, travolti e uccisi dal distacco di un grosso
pezzo di un ghiacciaio mentre costruivano la diga di Mattmark, nel
Vallese. Si parlò di disgrazia, ma anche di responsabilità umana. Scrisse
Dario Robbiani: «per la sicurezza della diga si fecero sondaggi geologici,
calcoli geofisici, trivellazioni, analisi di materiale e perizie glaciologiche.
Non si investe in una costruzione che frana, un impianto idroelettrico deve
rendere. Per contro non fu adottata nessuna misura preventiva per i capannoni
dove avrebbero dormito, mangiato e riposato gli operai».
Ilario Bagnariol (a s.), uno dei sopravvissuti, indica il luogo della catastrofe di Mattmark del 30.8.1965. |
Dal 24 agosto trema la
terra nell’Appennino centrale. Il terremoto ha fatto oltre 290 morti. Si
sa, il terremoto è imprevedibile e per questo si può parlare di disgrazia, ma
non tanto da escludere la responsabilità umana. Da tempo si sa infatti che in
particolare l’Italia appenninica è a rischio di terremoti e che l’unica
prevenzione possibile e utile è costruire in maniera antisismica. Evidentemente
gli edifici crollati, anche quelli pubblici, non erano costruiti a norma.
Perché? Perché in Italia, pur conoscendo il pericolo e le misure per evitarlo
non vengono adottate? Perché nel corso delle indagini la catena delle
responsabilità si interrompe solitamente ai primi anelli?
Mattmark, in Svizzera, e tre maggiori centri colpiti dal terremoto in Italia: Amatrice, Accumoli,
Arquata del Tronto, non hanno nessun legame, eppure, coi loro tragici
eventi, lanciano una comune denuncia e un avvertimento: ovunque il bene prezioso che è la vita umana non è sempre tenuto in
debita considerazione.
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Soccorritori all'opera dopo il terremoto del 24-25 agosto 2016. |
Il volontariato
italiano sta dando ottima prova di sé ed è a giusta ragione encomiato da molti
Paesi vicini e lontani, ma guai se svolgesse sistematicamente opera di supplenza nei
confronti delle Istituzioni. Il cordoglio, la solidarietà con i sopravvissuti sono doverosi e importanti, ma la prevenzione, la messa in sicurezza,
l’assistenza, il sostegno economico, la formazione, la vigilanza devono essere compiti prioritari dello
Stato. Ritengo auspicabile che le principali istituzioni, Parlamento e Governo,
ne siano pienamente consapevoli e responsabili.
Giovanni Longu
Berna, 30 agosto 2016
Berna, 30 agosto 2016
Quando ci fu il terremoto all'Aquila pensai subito a "Fontamara" di Ignazio Silone, con tutto ciò (non ricordo chi)quella zona fu declassata da rischio sismico 1 a rischio sismico 2, evidentemente non avevano letto Ignazio Silone.
RispondiEliminaMa neppure i TG menzionarono Ignazio Silone ed il suo romanzo autobiografico.
Si vede che non lo lessero neppure loro.
Ma si può sempre obiettare che l'Aquila non è la Marsica.