La maggior parte dei Paesi moderni, anche di quelli europei, sono diventati «democratici», la Svizzera è in certa misura sempre stata democratica. E’ nata e si è sviluppata come un Paese in cui i diritti del popolo sono molto più estesi che altrove. Non è facile in Europa comprendere il caso Svizzera, dove la «democrazia diretta», tutt’altro che essere ritenuta un residuo di partecipazione popolare d’altri tempi (si pensi all’ agorà dei greci o ai comizi degli antichi romani), è considerata dai diretti interessati un solido baluardo della sovranità popolare. Per capirla bisogna conoscerla.
Democrazia diretta e
democrazia rappresentativa
Landsgemeinde di Glarona. La prima domenica di maggio, i cittadini si riuni- sconosulla Zaunplatz di Glarona e decidono per alzata di mano le sorti del Cantone. |
Anzitutto, la «democrazia
diretta» non va confusa con la «Landsgemeinde» (letteralmente:
«comunità del Cantone»). Questa, infatti, è solo un esempio di
democrazia diretta, ormai praticato solo nei due Cantoni di Appenzello Interno
e Glarona, dove i votanti si riuniscono
in una piazza e votano per alzata di mano per eleggere gli amministratori e
deliberare leggi locali.
Inoltre, la democrazia
diretta non esclude o sminuisce, come talvolta erroneamente si pensa, la
democrazia «rappresentativa», ossia quella in cui il popolo si esprime
attraverso rappresentanti eletti in elezioni periodiche libere, piuttosto la
rafforza. Il sistema democratico «misto» vigente in Svizzera consente al popolo
di farsi governare dai propri rappresentanti diretti o indiretti (Assemblea
federale, Consiglio federale, legislativi ed esecutivi cantonali e comunali,
ecc.), ma anche di avere sempre, attraverso varie forme di democrazia diretta, il
diritto dell’ultima parola.
In generale, tutte le
democrazie moderne si basano sul principio: «la sovranità appartiene al
popolo», che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione di ciascun
Paese, non sempre approvata dallo stesso popolo indicato come sovrano. In
Svizzera, invece, i poteri del popolo sono quasi illimitati. Certamente,
in nessun Paese occidentale il popolo ne ha così tanti come quello svizzero.
Basti pensare che in Svizzera non è possibile che la Costituzione sia
modificata senza l’approvazione del popolo.
Perché in Svizzera
c’è la democrazia diretta?
Prima di osservare da
vicino le forme e i limiti della democrazia svizzera, può essere utile
chiedersi perché proprio in Svizzera esista una forma di democrazia del tutto
particolare (Sonderfall) rispetto, per esempio, agli altri Paesi europei.
La risposta è
semplice. In gran parte dei Paesi europei si è passati, per gradi o attraverso rivoluzioni,
dallo Stato assoluto alla democrazia rappresentativa, limitando tuttavia la
partecipazione diretta del popolo a periodiche elezioni di propri
rappresentanti nelle assemblee elettive e a qualche consultazione straordinaria
(per es. introduzione di una nuova costituzione, referendum abrogativo). La
Svizzera moderna (dal 1848), invece, non è mai stata uno Stato assoluto, è nata
come democrazia rappresentativa parlamentare (bicamerale) dalla libera
aggregazione di popoli e Stati e ha sviluppato nei primi decenni della sua
esistenza forme di democrazia diretta che costituiscono ancor
oggi una delle caratteristiche congenite più importanti e irrinunciabili della
Confederazione e di cui gli svizzeri vanno fieri.
Pertanto, quelle che in molti Stati
democratici sono consultazioni straordinarie in Svizzera sono votazioni «ordinarie»
e frequenti. Oltre alle periodiche
elezioni (diritto elettorale: ogni quattro anni il popolo elegge i 200 membri
del Consiglio nazionale), in Svizzera si svolgono da tre a quattro volte l’anno
votazioni sui più svariati oggetti (modifiche costituzionali, leggi e decreti,
iniziative popolari, ecc.) imposti dalla Costituzione (referendum obbligatorio)
o voluti dai cittadini (referendum facoltativo).
Istituzioni sotto
controllo
Va aggiunto che, pur
avendo gli svizzeri in generale molta fiducia nelle istituzioni, non ne hanno così
tanta da seguirle ciecamente in tutte le loro decisioni, soprattutto quando
queste rappresentano o potrebbero rappresentare una limitazione dei diritti
popolari. Parlamento e Governo sono tenuti per così dire a briglia corta, non
tanto per sfiducia nei loro confronti, quanto piuttosto per una forma
prudenziale, ben sapendo che certi diritti una volta persi ben difficilmente si
possono riacquistare.
E’ anche possibile che
ad influire sul comportamento «prudente» degli svizzeri ci sia pure una certa
dose di paura ancestrale (legata alla situazione geopolitica) di perdere la libertà e il benessere di cui godono come individui e come
collettività. Essa potrebbe forse spiegare almeno in parte il ritardo con cui
in Svizzera è stato riconosciuto il diritto di voto alle donne a livello
federale (1971), come pure la scarsa propensione a concedere la cittadinanza
svizzera persino ai giovani stranieri di terza generazione.
La democrazia diretta svizzera ovviamente non
è una forma di freno imposto dal popolo svizzero alle istituzioni e alle
necessarie aperture che uno Stato moderno deve avere soprattutto nei confronti
dei Paesi circostanti. Molto di più, essa rappresenta il coinvolgimento di tutti
i cittadini affinché «insieme» (mitenand, un termine molto usato nella
Svizzera tedesca) e responsabilmente conservino i valori conquistati, contribuiscano
a risolvere i problemi attuali e a garantire alle future generazioni una
prosperità sostenibile.
Principali forme
della democrazia svizzera
La democrazia svizzera non si esprime in un
atto unico, ma in una molteplicità di atti. Oltre al diritto elettorale,
comune a tutte le democrazie moderne, la Svizzera conosce altre forme di decisione
democratica che rappresentano tipicità svizzere oppure in Svizzera trovano
modalità di espressione particolari, a cominciare dalla frequenza.
Come detto, gli svizzeri si recano alle urne,
oppure votano per corrispondenza o per via informatica, tre-quattro volte
l’anno perché gli oggetti da decidere non sono solo di livello federale, ma
anche cantonale e comunale e di svariata natura (modifiche costituzionali,
leggi e decreti, iniziative popolari, ecc.). Alcune votazioni sono imposte
dalla Costituzione, altre sono volute dai cittadini; non sono mai «consultazioni»
senza conseguenze. Ogni volta è espressa la volontà del «sovrano», cioè del
popolo.
Non è possibile, per
esempio, che sia introdotto un nuovo articolo nella Costituzione federale senza
che il popolo svizzero l’abbia approvato o che la Svizzera aderisca a
organizzazioni di sicurezza collettiva o a comunità internazionali senza il
benestare del popolo (referendum obbligatorio). Ma a richiesta di 50.000
aventi diritto di voto o di 8 Cantoni sono sottoposti al voto popolare anche le
leggi federali, le leggi federali dichiarate urgenti e con una durata di
validità superiore a un anno, i trattati internazionali di durata indeterminata che
prevedono l’adesione a un’organizzazione internazionale o implicanti
un’unificazione multilaterale del diritto federale, ecc. (referendum facoltativo).
Gli svizzeri hanno
inoltre il diritto d’iniziativa, ossia possono chiedere (con 100.000
firme) di sottoporre a votazione popolare una loro proposta di modifica o
integrazione della Costituzione federale (ma non possono chiedere una nuova
legge o una modifica a una legge già esistente).
Referendum e
iniziativa: due strumenti potentissimi
Consegna delle firme di una iniziativa popolare. |
Articolo interessante e chiarissimo.
RispondiEliminaUn saluto. Antonino Alizzi