Non
solo mimose, chiedono oggi le donne. Giustissimo. E nemmeno che si ripeta come
un ritornello che le donne lavorano come gli uomini ma sono sottopagate e che
nella carriera sono spesso discriminate. Hanno ragione. Bisogna superare la
dimensione economico-sindacale. Esse chiedono soprattutto di essere
riconosciute e rispettate come donne. Infatti, le donne sono donne anche quando
non lavorano, non siedono nei consigli di amministrazione, non stanno tutto il
giorno fuori casa per contribuire al reddito familiare.
Non va inoltre dimenticato che le donne «lavorano» anche
quando non portano a casa un salario e anche se la nostra società
tecnologicamente avanzata non è ancora riuscita a contabilizzare correttamente il
volontariato, la cura della casa, l’educazione dei figli, l’assistenza ai
malati. Spesso si tratta anche di un lavoro faticoso, delicato, complesso.
Inoltre, amministrare una casa è talvolta più difficile della gestione di
un’azienda e far quadrare i conti quando le risorse sono poche richiede spesso
molta più abilità di quanta ne è richiesta a un contabile aziendale.
Potrei continuare, ma sarebbero forse proprio le donne a
bloccarmi chiedendomi: e allora perché ci sono ancora tante differenze nella
società, tante discriminazioni, tante ingiustizie…? E non saprei rispondere. Forse
sta anche alle donne far capire agli uomini che molte differenze e
discriminazioni sociali e professionali sono ingiustificate perché solo frutto
di sovrastrutture mentali arbitrarie, comodi pregiudizi, complessi di
superiorità inconfessabili, un’ancestrale volontà di dominio.
Solo quando saranno abbattute tutte queste barriere mentali e
sociali si capirà che uomini e donne sono complementari nelle funzioni, ma sostanzialmente
uguali, cioè di pari valore, persone e basta. E «persona» non ha genere, è
maschio e femmina. Allora, forse, non ci sarà più bisogno di dedicare una
giornata speciale alle donne, ma si potrà celebrare tutti insieme il valore
assoluto della «persona umana», creata, per chi ci crede, nientemeno che a
immagine di Dio. Speriamo. Intanto, BUONA FESTA
DELLA DONNA!
Giovanni Longu
Berna, 8 marzo 2015
Berna, 8 marzo 2015
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