Quest’anno ricorre il centenario dell’inizio della Grande Guerra. Sarà ricordato in mille modi in tutto il mondo per le enormi conseguenze che il conflitto ha provocato, soprattutto in Europa. In questa rubrica lo si evoca solo marginalmente per focalizzare l’attenzione, in una breve serie di articoli, sulla situazione della Svizzera in quel periodo, sui rapporti italo-svizzeri di allora soprattutto in relazione all’immigrazione italiana in Svizzera e sulle condizioni degli stranieri e particolarmente degli immigrati italiani negli ultimi decenni prima della guerra.
La «Belle Epoque»
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Tra la fine dell’Ottocento e
lo scoppio della prima guerra mondiale l’Europa conobbe un periodo,
purtroppo breve, la cosiddetta «Belle Epoque», in cui le invenzioni e le
realizzazioni tecniche dell’Ottocento cominciavano a produrre nella vita
quotidiana benefici mai conosciuti prima su così vasta scala. Ovunque dominava
l’ottimismo, a tal punto che le classi politiche di allora e la stessa opinione
pubblica non si accorgevano dei segnali di pericolo che pure si manifestavano
soprattutto nelle relazioni tra le grandi potenze e all’interno di alcune di
esse. Basti pensare alle tensioni tra la Francia e la Germania per il dominio
sull’Alsazia e la Lorena, alle ambizioni della Russia o ai contrasti tra l’Austria-Ungheria
e la Serbia.
Anche in Svizzera la modernità produceva i suoi frutti. La
popolazione cresceva, la speranza di vita aumentava, il tasso di mortalità
diminuiva (anche se era ancora alto il tasso di mortalità infantile), molte
malattie venivano debellate (grazie ai progressi della medicina, soprattutto
dopo la scoperta del vaccino), aumentava quella che allora si chiamava «igiene
sociale», le città s’ingrandivano e si abbellivano (nuovi piani urbanistici con
nuove e più ampie strade, nuovi edifici, illuminazione elettrica, tram, ecc.),
le comunicazioni erano notevolmente migliorate per ferrovia, su strada e sui
laghi, il tenore di vita soprattutto nelle città si elevava, si diffondevano i
beni di consumo, il turismo nelle città e in montagna era praticato da un
numero sempre crescente di persone, i luoghi di divertimento si moltiplicavano (teatri,
cinematografi, campi sportivi, piscine), l’informazione era facilitata
(giornali, radio), ecc.
L’esposizione di Berna
Per rendere evidente il successo economico della Svizzera,
nel 1914 venne organizzata a Berna (nella zona Länggasse/Neufeld/Viererfeld) la
terza esposizione nazionale dopo quella di Zurigo (1883) e Ginevra (1896), che
ebbero un grande successo. La successiva avrà luogo nuovamente a Zurigo nel
1939.
L’inaugurazione dell’esposizione di Berna ebbe luogo il 15 maggio
con un lungo corteo che portò invitati e cittadini dalla stazione principale
alla zona dell’esposizione. In questa manifestazione la Svizzera mise in mostra
soprattutto il suo sviluppo in campo turistico (protezione della natura e ramo
alberghiero) e alimentare (non solo cioccolato, ma latte condensato, minestre
concentrate e ristorazione in generale). Anche questa esposizione riscosse
grande successo, nonostante lo scoppio della grande guerra, ed è un peccato che
non abbia lasciato tracce nei luoghi dove fu allestita, anche se si conservano
ovviamente fotografie, disegni e articoli di stampa.
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Area dell'esposizione nazionale di Berna del 1914 |
La Svizzera celebrava i suoi successi nell’economia, nei
trasporti, nella ricerca. Tutte le principali branche dell’economia erano
rappresentate. Vi era rappresentata anche la nascente aviazione svizzera, il
ramo civile e quello militare appena istituito con scarsi mezzi e pochi piloti.
Si voleva mostrare alla Svizzera
e al mondo il quadro grandioso ed unitario, le fonti di benessere e le realizzazioni
dell’attività del popolo svizzero.
Italia-Svizzera 1:0
![]() |
Padiglione della Maggi |
Nonostante fosse scoppiata nel frattempo la guerra, lo
spettacolo continuò secondo il programma. Dicono le cronache che l’esposizione
fu un grande successo sia per l’alto numero degli espositori (circa 8000) e
sia, soprattutto, il numero di visitatori (3,2 milioni di entrate a pagamento).
Aggiungono anche, però, che per la Svizzera furono praticamente gli ultimi
giorni sereni del Paese prima della mobilitazione generale. Infatti il 1°
agosto cominciava la mobilitazione dei 220.000 uomini e un lungo periodo di
restrizioni e di sacrifici anche per la ricca Svizzera.
Nata per celebrare una sorta di «miracolo economico» della
Svizzera, l’esposizione nazionale di Berna si trasformò alla fine in
un’occasione per tenere maggiormente uniti i confederati rafforzando la
coscienza nazionale.
Giovanni
Longu
Berna, 7 maggior 2014
Berna, 7 maggior 2014
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