Finite le celebrazioni per la Festa della Repubblica,
quest’anno in tono minore a causa della pandemia, ho riflettuto a quanto sta
accadendo in Italia e alla «ripresa» che non sarà facile dopo la crisi economica e sociale
provocata dalla Covid-19.
Due principi fondamentali

Al primo posto l’Assemblea costituente (1946-1948) ha indicato
le principali caratteristiche dello Stato nella nuova forma repubblicana: «L'Italia
è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al
popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione» (art. 1). Si
tratta, com’è facile capire, di punti di partenza costitutivi, ma soprattutto come
ideali da realizzare giorno per giorno, in stretta collaborazione tra Stato,
enti locali e cittadini.
All’articolo 5 sono indicate altre caratteristiche non meno
fondamentali, anch’esse intese come punti di partenza e obiettivi da
raggiungere: «La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le
autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio
decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua
legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento».
Considerazioni
Dopo l'emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus, questi due
articoli mi sembrano più fondamentali e attuali che mai, sui quali og
ni
cittadino italiano dovrebbe riflettere. E’ abbastanza evidente che gli ideali
in essi proposti sono lungi dall’essere raggiunti, ma con altrettanta evidenza
appaiono irrinunciabili.
Perché, allora, invece di coltivare divisioni e
contrapposizioni le forze politiche non cercano l’intesa per garantire ai
cittadini più lavoro, più libertà, più partecipazione, più democrazia? Perché,
invece di alimentare contrasti tra maggioranza e opposizione, Stato e Regioni,
Nord e Sud, ricchi e poveri… non provare a cercare le convergenze necessarie
per «ripartire» con entusiasmo in modo da recuperare il più presto possibile le
posizioni perse non solo in economia, ma anche nella finanza pubblica e nella coesione
sociale?
Perché, anche nel giorno di festa della Repubblica, a molti
sembra mancare il sentimento di appartenenza a un Paese straordinario che, se
coeso, può contare di più in Europa e nel mondo, mentre disunito conta
senz’altro di meno? La struttura dello Stato è complessa e in qualche settore
poco efficiente? La si cambi, con gli strumenti previsti dalla Costituzione e
tenendo presente che i «Principi fondamentali», specialmente quelli citati, vanno
trattati con cautela.
Tutti i cittadini italiani, però, dovrebbero sapere che solo
loro possono risollevare l’Italia e avviarla decisamente verso uno sviluppo
sostenibile e non possono delegare questo compito all’Unione europea, alla
Banca centrale europea o ad altri organismi internazionali. Se lo sanno non
resta che ripartire, magari con un pizzico di entusiasmo.
Berna, 3 giugno 2020
Nessun commento:
Posta un commento