11 novembre 2010

Le lingua italiana fuori del Ticino / Alla ricerca dell’italiano… in Svizzera!

Non è vero, come spesso si sente dire, che l’italiano in Svizzera sta morendo. Il baluardo del Ticino è saldo e non dà alcun segno di cedimento. Ma cosa succede fuori del Ticino? Succede che la quota dei parlanti è in caduta libera e gli italofoni che l’italiano lo sanno anche scrivere sono una sempre più esigua minoranza. E’ possibile arginare la frana?
Leggo con interesse e con piacere che in Ticino, dove l’italiano regna sovrano, si organizza ogni sorta di manifestazione artistica e culturale per valorizzare l’italianità o l’italicità come alcuni preferiscono. Ultimamente si è tenuto, a Lugano, anche un convegno internazionale dedicato «alla ricerca dell’italiano e della cultura italiana nel mondo». A qualunque italofono, penso, fa sicuramente piacere sapere che l’italiano è molto studiato nel mondo e che sono in aumento le emittenti in lingua italiana in Europa, nell’area mediterranea e in America. Attraverso la lingua si diffonde anche la lingua italiana e cresce il richiamo e il fascino del patrimonio artistico e culturale italiano.
Come italofono trapiantato nella Svizzera tedesca resto tuttavia perplesso di fronte a certe scelte e chiedo con molta spontaneità agli amici ticinesi: ma prima di cercare l’italiano nel mondo, non sarebbe di gran lunga preferibile andare alla ricerca di quel poco d’italiano che ancora rimane nel resto della Svizzera? Perché la «Svizzera italiana» ha così tante difficoltà a superare la tradizionale barriera delle montagne, salvo quando si tratta di avanzare rivendicazioni economiche e visibilità in nome della pluralità delle lingue e delle culture? Perché l’italiano, anzi l’italianità o l’italicità di Berna, Zurigo o Basilea - per citare solo alcune grandi città in cui trovano ancora spazi per esprimersi - non è di fatto considerata espressione a pieno titolo dell’italianità della Svizzera, ossia una caratteristica nazionale e non provinciale o cantonale?
Lunedì 15 novembre si terrà a Berna alla Casa d’Italia una tavola rotonda in cui i partecipanti (tra i quali il ticinese Carlo Malaguerra, ex direttore dell’Ufficio federale di statistica), in dialogo fra loro e col pubblico, affronteranno il tema dei «rapporti fra ticinesi e italiani fuori del Ticino tra conflittualità e collaborazione» e cercheranno di rispondere a questa domanda: «è possibile creare nella Svizzera tedesca e francese una forza comune in difesa e per lo sviluppo dell’italianità (lingua, rappresentanza, visibilità…»? La risposta, per quanto interlocutoria, potrebbe segnare l’avvio di un processo virtuale o la presa d’atto dell’irreversibilità della situazione. Una cosa è certa, per dare chance all’italiano e all’italianità nella Svizzera tedesca e francese è indispensabile la solidarietà e la collaborazione fra tutti gli italofoni e simpatizzanti della lingua e della cultura italiana. L’incontro è aperto al pubblico.

Giovanni Longu: Corriere del Ticino / Giornale del Popolo 11.11.2010

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