14 marzo 2018

Tracce d’italianità nell’agglomerazione di Lucerna



Lucerna, «Luciaria» nel Medioevo, situata sulla riva nord-occidentale del Lago dei Quattro Cantoni, è una delle città più belle della Svizzera (circa 82.000 abitanti, agglomerazione 250.000). Per la sua bellezza, la sua centralità geografica e l’importanza storica nella formazione e nello sviluppo della Confederazione può essere ritenuta «il cuore della Svizzera» (Luca Rota). Girando per il centro storico insieme a migliaia di turisti di tutto il mondo non è facile scorgere tracce evidenti d’italianità. Eppure a Lucerna c’è tanta italianità perché la città si è sviluppata grazie alla sua posizione geografica sull’asse commerciale nord-sud, tra la Svizzera tedesca e l’Italia, e grazie alla posizione dominante tra i Cantoni cattolici all’epoca della Riforma e Controriforma per i suoi forti legami con la Chiesa cattolica di Roma e della Lombardia.

Un po’ di storia
Torre dell'Acqua, ponte della Cappella e riva destra del fiume Reuss
Lucerna si è formata attorno a un monastero, quello benedettino di san Leodegard, fondato intorno al 735 e dipendente a partire dalla metà del IX secolo dall’importante Abbazia di Murbach (in Alsazia). Nel 1178 è divenuta una città (nonostante avesse meno di 3000 abitanti) indipendente dalla giurisdizione dell'Abbazia di Murbach, da cui aveva ricevuto diversi privilegi quali la tenuta di un mercato settimanale e il diritto di cingersi di mura. Lucerna ne approfittò subito ed è a quell’epoca che risale la prima cinta muraria, la Wasserturm o torre dell’acqua ancora esistente e la prima chiesa dei Francescani (Franziskanerkirche), la chiesa di san Pietro (Peterskapelle), ecc. Lucerna cercava anche di ingrandirsi e di estendere la propria influenza sui territori vicini.

Formalmente Lucerna rimaneva sotto la giurisdizione degli Asburgo d’Austria, ma cresceva il desiderio di liberarsene, sull’esempio dei tre Cantoni forestali (Waldstätten) Uri, Svitto e Untervaldo, che per assicurarsi il controllo dei passi alpini sconfissero gli Asburgo nella battaglia di Morgarten (1315). Dopo quel successo, nel 1332 Lucerna si era alleata con gli stessi Cantoni (precedendo in questa «alleanza perpetua» Zurigo, Glarona, Zugo e Berna) e si preparava allo scontro finale con gli Asburgo. Nella famosa battaglia di Sempach (1386), gli alleati ebbero la meglio e da quel momento per Lucerna, come «città libera», iniziò un lungo periodo di crescita, sebbene rallentato talvolta da calamità naturali e da lotte interne ed esterne.

Al centro dei grandi traffici nord-sud
Il grande sviluppo di Lucerna si ebbe tuttavia nei secoli successivi man mano che la «via delle genti» attraverso il Passo del San Gottardo (divenuto percorribile dalla prima metà del XIII secolo) convogliava un traffico crescente fra la pianura dell'alto Reno e la pianura lombarda. Era il periodo della nascita delle Signorie italiane e dell’avvio di importanti relazioni commerciali tra nord e sud. Attraverso il Gottardo transitavano non solo persone (soldati, commercianti, pellegrini, letterati, artisti), ma anche molte merci.
Lucerna si venne a trovare al centro di questi traffici e ne approfittò imponendo dazi su tutte le merci di passaggio: quelle provenienti dal nord che dovevano essere trasbordate sulle barche per proseguire attraverso il Lago del Quattro Cantoni e quelle in arrivo per sbarcarle e farle proseguire via terra.
Grazie alle cospicue entrate, Lucerna ha potuto estendere il centro abitato, rafforzare le difese (con una seconda cinta muraria e torri di avvistamento), costruire ponti sul fiume Reuss per collegare le due parti della città, dotarsi di fondaci, locande, un ospedale, chiese e cappelle. Contemporaneamente si sviluppavano l’artigianato e il commercio, grazie al dinamismo delle corporazioni, che poi investivano parte delle loro ricchezze nella costruzione di splendidi palazzi, ma chiedevano anche di partecipare maggiormente al governo della città. Si intensificavano anche le relazioni di Lucerna con i Cantoni vicini, col resto della Svizzera e con l’Italia.

I rapporti con l’Italia
Ne approfittarono numerosi commercianti «italiani» (lombardi, veneziani, piemontesi…) e alcuni finirono per stabilirsi a Lucerna. Agli inizi del ‘700 erano già diverse le famiglie italiane residenti stabilmente. Una delle più importanti era quella dei Falcini, provenienti dalla Val d’Ossola. Nel 1763 ottennero la cittadinanza lucernese e nel 1798 aprirono la prima banca privata svizzera: Falcini Junger & Co.
I rapporti con l’Italia non erano però solo commerciali. Nel XV e XVI secolo mercenari lucernesi erano presenti in diverse parti d’Italia, nella Repubblica di Venezia, nel ducato di Milano, nello Stato pontificio, nella Savoia, ecc. Quando tornavano in patria non portavano solo denaro, ma anche conoscenze, impressioni, gusti, un po’ d’italianità.
Dal 1505, quando il papa Giulio II istituì la Guardia svizzera pontificia, il comando è quasi sempre affidato a un lucernese. Nonostante le voci contrarie al mercenariato alzatesi dopo la battaglia di Marignano (1515), in cui persero la vita moltissimi svizzeri, per molti lucernesi non c’erano alternative. Nemmeno il Sacco di Roma (1527) perpetrato dai Lanzichenecchi al soldo dell'imperatore Carlo V d’Asburgo, in cui morirono 147 dei suoi 189 uomini della Guardia svizzera, poté fermarli.

San Carlo Borromeo
Lucerna tra Riforma e Controriforma
Quando scoppiò la Riforma, Lucerna rimase cattolica romana non solo per fedeltà alla Chiesa ma anche perché i suoi interessi principali erano più garantiti dalla Chiesa che dai Cantoni riformatori, ritenuti piuttosto come concorrenti e rivali, talvolta persino nemici.
Fu Lucerna a coalizzare i Cantoni cattolici contro la minaccia rappresentata da Ulrich Zwingli (Zurigo) e assicurarsi la vittoria di Kappel nel 1531, che garantì per quasi due secoli in Svizzera la pace religiosa e qualche privilegio ai cattolici. Nel periodo della Controriforma fu ancora Lucerna a collocarsi al centro dell’intero mondo cattolico svizzero, tanto è vero che nel 1586 fu scelta dal papa come sede del nunzio apostolico (ambasciatore dello Stato pontificio).
Al periodo della Controriforma risale l’insediamento dei Gesuiti (e contemporaneamente anche dei Cappuccini) a Lucerna. Esso fu richiesto dalle autorità cittadine dietro suggerimento del vescovo di Milano Carlo Borromeo  e favorito dal lucernese forse più importante dell’epoca, Ludwig Pfyffer, soprannominato per il suo prestigio politico «re degli svizzeri». Poiché l’università di Basilea, dopo la Riforma, non costituiva più il principale centro formativo dei cattolici, i Gesuiti vennero incaricati di creare un collegio di formazione superiore, sebbene non di rango universitario.
Il predominio di Lucerna terminò con le sconfitte dei Cantoni cattolici durante le due guerre di Villmerg (1712) contro i Cantoni protestanti (Zurigo, Berna e Basilea). Il tentativo di riscossa dell’alleanza speciale dei Cantoni cattolici (Sonderbund) del 1847 fallì sul nascere e la Svizzera si salvò da una pericolosissima guerra civile, ma dovette introdurre il principio della parità confessionale tra protestanti e cattolici. 

Lucerna monumentale
La Lucerna di oggi, sotto il profilo monumentale e turistico, è soprattutto quella del XVI e XVII secolo, anche se alcune costruzioni simbolo risalgono, come si è visto, a epoche precedenti, come la Peterskapelle (XII secolo), la Wasserturm (inizi del 1300), la Kapellbrücke (1333), la Spreuerbrücke o Mühlenbrücke (del 1408), e altre.
Lucerna: Chiesa dei Gesuiti, in stile barocco.
Al XVI e XVII secolo, quando Lucerna era una delle città più importanti e più belle della Confederazione, appartengono invece, numerosi edifici pubblici e privati di notevole interesse storico e artistico. Meritano un cenno alcune piazze (Weinmarkt, Hirschenplatz, Kornmarkt, ecc.), vecchi palazzi con le facciate decorate (Zunfthaus zu Pfistern, zur Metzgern, Weinmarktapotheke, ecc.), alcune fontane (Fritschi, Weinmarkt, ecc.), torri di guardia (Nölliturm, Männliturm, Dächliturm, ecc.), il vecchio Municipio (Rathaus) e il Palazzo Ritter, in stile rinascimentale italiano, alcune chiese (la cattedrale Hofkirche, la Jesuitenkirche, la prima chiesa in Svizzera costruita in stile barocco), ecc.
Naturalmente Lucerna vanta anche altre costruzioni di notevole interesse turistico e culturale, quali, giusto per fare qualche esempio, il Museo svizzero dei trasporti, il Museo Picasso, il Panorama Bourbaki, il monumento del Leone morente (Löwendenkmal), il grande Centro di Cultura e Congressi di Lucerna (KKL), dove, nella famosa sala concerti, si è esibito per anni il grande maestro Claudio Abbado.

Quanta italianità!
Come affermato all’inizio, non è facile scorgere singole tracce fisiche d’italianità a Lucerna. Eppure essa è presente nella sua storia, in alcuni monumenti d’ispirazione rinascimentale, nella sua cultura, nella sua musica, senza dimenticare il contributo dato allo sviluppo della città da decine di migliaia d’immigrati italiani. La presenza degli italiani è in calo da alcuni decenni (prima c’era anche un Consolato italiano), ma la lingua italiana è ancora molto diffusa, tenuta viva da numerose iniziative di alcune istituzioni, in particolare il Centro Papa Giovanni XXIII, la Casa d’Italia (attualmente in attesa di una sede definitiva), la Società Dante Alighieri e l’UNITRE, ma anche dalle associazioni, dai ristoranti e dai negozi italiani.
Giovanni Longu
Berna, 14.03.2018

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