20 dicembre 2017

Immigrazione e altro anche nel 2018



Quest’anno in questo blog ho voluto attirare l’attenzione dei lettori soprattutto su alcune problematiche della lunga storia dell’immigrazione italiana in Svizzera, ma anche su alcuni temi di attualità come la nuova immigrazione dall’Italia, la riuscita scolastica e professionale delle nuove generazioni, l’elezione in Consiglio federale di un «secondo» figlio di italiani, la cittadinanza «jus soli», il successo della cucina italiana, ecc. Nel trattare i vari argomenti, spesso difficili e controversi, ho privilegiato l’informazione documentata, cercando sempre di distinguere chiaramente i fatti dalle opinioni, condividendone alcune e contestandone altre perché ritenute infondate. Continuerò con lo stesso impegno nel 2018.

Il tema dell’emigrazione/immigrazione
La storia dell’immigrazione italiana in Svizzera è stato il tema dominante di questa rubrica, quale premessa indispensabile per poter completare, il prossimo anno, i 150 anni di questa «storia complessa e avvincente». Sono profondamente convinto ch’essa meriti maggiore conoscenza soprattutto dalle giovani generazioni che, fortunatamente, non hanno vissuto l’esperienza migratoria dei loro genitori o nonni.
Purtroppo la materia non è semplice perché abbraccia un arco di tempo molto ampio, le generazioni che si sono susseguite erano molto diverse per provenienza, formazione, capacità d’integrazione in contesti lavorativi, sociali e politici a loro volta mutevoli. Eppure ritengo che dall’inizio dell’immigrazione italiana ad oggi ci sia un filo conduttore che rende la ricerca e il racconto di questa storia affascinante e utile. Perché, purtroppo o per fortuna a seconda dei punti di vista, la storia continua.

L’italianità si rafforza, ma non basta
Ignazio Cassis, massima espressione dell’italianità in Svizzera
Una costante di questo impegno è l’attenzione all’evolvere della situazione linguistica e più in generale dell’italianità. Noto e registro con piacere i successi. Da diversi anni la lingua italiana ha raggiunto il pieno riconoscimento in campo accademico e nelle pubblicazioni del maggior produttore di testi che è la Confederazione. La cucina italiana, non solo a livello di consumi, ma anche di conoscenze e di metafora di un modo particolare di vivere, «all’italiana», sta assumendo sempre più rilevanza nazionale. L’italianità ha ormai raggiunto con l’elezione di Ignazio Cassis in Consiglio federale il massimo livello della politica svizzera.
Le mie preoccupazioni però restano. Infatti i traguardi raggiunti non mettono al sicuro la lingua italiana dai rischi di affievolimento che da anni si registrano nell’italofonia e soprattutto nella scrittura: bisognerebbe non abbassare la guardia e non perdere la speranza di veder integrato pienamente nel piano di studio della scuola svizzera l’insegnamento dell’italiano. Ritengo lodevoli le buone intenzioni dell’ambasciatore italiano Marco Del Panta Ridolfi e del consigliere agli Stati Filippo Lombardi di dar vita a una «Fondazione paritetica per la lingua italiana». Mi auguro, se davvero vedrà la luce, che sappia sostenere l’integrazione di cui parlavo; diversamente l’avvenire della lingua italiana a lungo termine resterà precario. L’italianità, tuttavia, non è riducibile alla sola lingua italiana. La problematica sarà comunque seguita in questa rubrica anche nel 2018.

Tracce d’italianità nelle grandi agglomerazioni svizzere
Restando in tema, il prossimo anno tratterò in questa rubrica un aspetto poco studiato dell’immigrazione italiana in Svizzera che si può riassumere in questa domanda: quali tracce hanno lasciato in questo Paese i milioni di immigrati italiani? Su questo argomento si sta svolgendo un corso specifico all’UNITRE di Soletta, per mettere in luce le tracce (ossia segni visibili o facilmente intuibili) che gli immigrati italiani dall’Ottocento ad oggi hanno lasciato nelle principali agglomerazioni svizzere.
Oltre ai ristoranti e ai negozi del made in Italy ci sono infatti i quartieri dove gli italiani si concentravano, si scontravano e s’incontravano. Ci sono ancora fabbriche dove gli italiani erano presenti in gran numero, centri di ritrovo sociale come le Case d’Italia, le Missioni cattoliche italiane, sedi di associazioni prestigiose, senza dimenticare ovviamente la traccia più diffusa anche nel quotidiano, la lingua italiana.

2018 anno di elezioni
Presto la collettività italiana in Svizzera sarà nuovamente bombardata dalla propaganda dei partiti per l’elezione dei parlamentari della Circoscrizione Estero. Questo blog non potrà non seguire anche questa tornata elettorale. Mi auguro che la «lotta politica» sia moderata, non virulenta come capitato in passato, e tratti problemi reali e soluzioni possibili, più che le solite alchimie partitiche italiane. Per il rispetto dovuto agli elettori ritengo che dovrebbero astenersi dalla propaganda smaccatamente di parte tutte le persone elette negli organismi di rappresentanza, ma anche i rappresentanti dei Patronati e di ogni altro organismo per statuto «apartitico». Per individuare gli eleggibili si dovrebbero prendere in considerazione soprattutto le caratteristiche della competenza, della professionalità e della capacità di giudizio equilibrato. Ma forse stavolta gli elettori saranno più accorti che in passato.
Buon Natale e felice 2018!
Giovanni Longu
Berna, 20.12.2018