19 settembre 2016

Omaggio a Carlo Azeglio Ciampi



Il 16 settembre scorso è morto, a poco meno di 96 anni, l'ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi (dal 1999 al 2006). Non solo le istituzioni, ma anche gli italiani gli hanno reso l’omaggio che merita un personaggio pubblico eccezionale. Nel suo ultimo discorso del 25 aprile da presidente, nel 2006, ebbe a dichiarare: «Io non sono mai stato un uomo politico ma soltanto un cittadino al servizio dello Stato».

Il Presidente Ciampi a Lugano, nel 2003
Di Ciampi Presidente desidero ricordare due interventi.
Il primo risale alla sua visita di Stato in Svizzera il 14 maggio 2003, durante la quale suscitò enormi simpatie tra i connazionali ma anche tra gli svizzeri, a cominciare dall’allora presidente della Confederazione Pascal Couchepin. In quell’occasione Ciampi disse non solo che gli italiani residenti in questo Paese sono «una delle collettività italiane all’estero più importanti e significative per la molteplicità di attività e di esperienze che contraddistingue la sua presenza», ma che svolgono «una preziosa funzione di ponte, culturale e sociale, fra la Confederazione e l’Unione Europea» favorendo «il consolidamento di una comune appartenenza e coscienza europea». Rivolgendosi poi in particolare ai giovani, lanciava un messaggio molto significativo e sul momento forse non capito pienamente, quando disse: «siate fieri delle vostre origini, mantenete salda la vostra identità, adoperatevi per il consolidamento dei legami con il Paese che vi ospita; in questo modo darete un apporto unico alla costruzione di una società autenticamente europea, fondata sulla libertà e sulla tutela delle diversità culturali». Egli voleva sicuramente segnalare che se alle prime generazioni va riconosciuto il merito di svolgere «una preziosa funzione di ponte, culturale e sociale» ai giovani spetta la funzione di contribuire alla costruzione della nuova società europea.
Il secondo intervento è contenuto in un’intervista rilasciata al Corriere del Sera nel 2004, quando il centrodestra intraprendeva una riforma costituzionale molto contrastata, che non supererà poi la prova finale del referendum. «Osservo innanzitutto, disse Ciampi, che quando si intende modificare le istituzioni portanti della vita nazionale è giusto mettersi all’opera con spirito unitario, ricercando convergenze le più larghe possibili fra tutte le forze possibili, di governo e di opposizione. Non mi sembra utile che si proceda a colpi di maggioranza quando sono in gioco interventi sui poteri dello Stato, sul ruolo di Camera e Senato, sui poteri del premier e del capo dello Stato. E’ indispensabile, inoltre, che la più attenta cura sia posta nell’adottare soluzioni che assicurino la coerenza e la funzionalità del quadro costituzionale, nel suo insieme e in tutte le sue parti». Ogni commento è superfluo.
Giovanni Longu
Berna19.9.2016

Nessun commento:

Posta un commento