31 maggio 2016

Galleria del San Gottardo, un progetto europeo



Domani 1° giugno 2016, nei discorsi ufficiali per l’inaugurazione della nuova galleria ferroviaria del San Gottardo si esalterà, non senza ragione, la genialità, la forza, l’intraprendenza degli svizzeri. Magari si ripeterà anche che questa galleria (a differenza della prima galleria finanziata soprattutto da Italia e Germania) è stata interamente pagata (23 miliardi complessivi) dal popolo svizzero, dimenticando che a beneficiarne non sarà solo l’economia tedesca o italiana, ma anche quella svizzera, e che comunque il passaggio attraverso la galleria più lunga del mondo non sarà gratuito.

1.6.2016: inaugurazione della galleria di base del San Gottardo
Certamente va dato merito alla Svizzera di aver pensato, fin dal 1947, e successivamente progettato e realizzato senza ricorrere al finanziamento internazionale una linea ferroviaria veloce sotto il San Gottardo, ma va anche ricordato che la sua realizzazione rientra nel grande progetto europeo di collegamenti nord-sud, Rotterdam-Genova, in cui tutti i Paesi interessati, Svizzera compresa, sono chiamati a dare il loro contributo.
La Svizzera ha fatto e continua a fare bene la sua parte (sia pure con qualche ritardo nella parte finale tra Lugano e Chiasso), ma anche la Germania e l’Italia stanno facendo e continueranno a fare (però con molto ritardo) fino al loro compimento tutte le linee di accesso dell’alta velocità al San Gottardo. I ritardi finora accumulati andranno tuttavia ridotti, soprattutto in Italia, che, pur non sottovalutando le difficoltà oggettive, deve rendere quanto prima agibile con treni ad alta velocità il collegamento nord-sud fino a Genova, porto privilegiato naturale della Lombardia, della Svizzera e della Germania meridionale. Diversamente si correrà il rischio che almeno parte delle merci svizzere e tedesche vadano ad incrementare l’attività dei porti del nord Europa, Rotterdam e Amburgo.
All'inaugurazione parteciperanno il Consiglio federale
al completo e i capi di Stato/Governo:
Matteo Renzi, Angela Merkel e François Hollande
Mi auguro che, domani, la presenza all’inaugurazione della galleria di numerosi alti esponenti svizzeri ed europei e specialmente dei capi di Stato e di governo d’Italia, Francia e Germania serva soprattutto a sottolineare che l’Europa intera dev’essere sempre più vista come un sistema integrato in cui ogni popolo e ogni Paese dà il suo contributo e da cui riceve anche grandi benefici.
Il San Gottardo ha rivestito per gli svizzeri fin dal Medioevo un alto valore simbolico di unità, coesione, forza, ma soprattutto in tempi moderni (specialmente dopo l’entrata in esercizio della vecchia galleria ferroviaria nel 1882) è diventato anche un simbolo di collaborazione internazionale e persino d’integrazione europea. Se la prima galleria rispondeva già in parte alle esigenze di avvicinare nord e sud, Mare del nord e Mediterraneo, la nuova galleria ha senso e giustificazione delle forti spese solo nel quadro degli sforzi di un grande sistema integrato dei trasporti ferroviari europei ad alta velocità.
Omaggio alle migliaia di lavoratori provenienti da molte parti
del mondo che hanno realizzato l'impresa del secolo.
Circoscriverne la portata agli interessi della sola Svizzera, ideatrice e finanziatrice dell’opera, significherebbe sovrastimare in misura eccessiva e incomprensibile i bisogni del trasporto nazionale svizzero. La galleria di base del San Gottardo non è stata concepita e realizzata nell’interesse esclusivo della Svizzera, ma come elemento portante del sistema di trasporto europeo a grande velocità.
Spero anche che l’inaugurazione della galleria ferroviaria più lunga e più importante d’Europa rappresenti una conferma del buon spirito che soffia dal San Gottardo sull’intero continente. Il luogo sembra propizio perché Gottardo significa «il forte di Dio», colui che ha la protezione di Dio. Sotto questo aspetto non sembra fuori luogo la benedizione religiosa della galleria. In fondo le radici cristiane dell’Europa sono indelebili e pertanto irrinunciabili.
Giovanni Longu
Berna, 31.05.2016

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