16 ottobre 2013

70° della FCLIS: 1. Le origini


La Federazione delle Colonie libere italiane in Svizzera, FCLIS, è una delle associazioni italiane più longeve e importanti della Svizzera. Non solo è sopravvissuta alla crisi dell’associazionismo degli ultimi decenni, ma sembra anche godere di buona salute. Dal 4 al 6 ottobre di quest’anno ha celebrato il suo 39° congresso e festeggiato il 70° anno di vita. Fu fondata infatti a Olten il 21 novembre 1943.

Sen. Claudio Micheloni
Alla presidenza della FCLIS siede dal 1997 il senatore Claudio Micheloni, esponente di primo piano della collettività italiana in Svizzera e della rappresentanza politica degli italiani all'estero nel Parlamento italiano. La sua personalità costituisce un ideale collegamento con gli iniziatori della Federazione, personaggi oggi quasi sconosciuti, ma all'epoca della fondazione della FCLIS, nel 1943, esponenti di prim'ordine dell’antifascismo all'estero, attivi soprattutto in Svizzera. Ne ricordo tre in particolare, Egidio Reale, che nel dopoguerra sarà nominato primo ambasciatore d’Italia in Svizzera, Giuseppe Chiostergi, che diventerà deputato all'Assemblea costituente (incaricata di redigere la costituzione repubblicana) e Fernando Schiavetti, intellettuale e uomo politico, anch'egli eletto alla Costituente nel 1946 e successivamente ancora deputato e poi senatore.

Lo scopo di questi articoli
Mi sembra utile dedicare un po’ di attenzione, in una breve serie di articoli, a quella che è stata per alcuni decenni una delle istituzioni private che maggiormente hanno caratterizzato la storia dell’immigrazione italiana in Svizzera in generale e dell’associazionismo in particolare.
Non è mia intenzione, tuttavia, anche per evidenti ragioni di spazio, ripercorrere in maniera sistematica le principali tappe dell’evoluzione della FCLIS.
Il mio intento è piuttosto quello di inquadrare nel più ampio contesto dell’evoluzione della collettività italiana in Svizzera lo sviluppo di questa importante organizzazione. Non c’è dubbio, infatti, che tra la prima e la seconda le relazioni sono state per alcuni decenni molto intense e che la seconda in particolare ha tentato addirittura di modificare l’evoluzione della prima. Resta ovviamente aperta la valutazione dei metodi e soprattutto dei risultati.
Ritengo tuttavia importante che l’intera collettività italiana residente ormai stabilmente in questo Paese abbia nozioni fondate e obiettive della storia dell’immigrazione, delle sue principali componenti interne (soprattutto associazioni) e dei loro rapporti, talvolta difficili, con le autorità italiane, con quelle svizzere, ma anche tra di loro. Questi articoli dedicati alla FCLIS vogliono essere un modesto contributo in questa direzione.

Le origini della FCLIS
Una prima domanda riguardante la «Federazione delle Colonie libere italiane in Svizzera», fondata come detto nel 1943, concerne ovviamente l’origine delle singole Colonie confluite nella Federazione e dunque preesistenti. La domanda è non solo pertinente ma anche fondamentale, perché soltanto conoscendo l’origine e la natura delle singole entità «federate» si può conoscere e capire la natura specifica della Federazione. Purtroppo a tale domanda si può rispondere solo in parte.
Nei racconti della fondazione della FCLIS si parla in genere di dieci colonie aderenti (Ginevra, Zurigo, Baden, Lugano, Losanna, Sciaffusa, San Gallo, Kreuzlingen, Arbon e Grenchen), ma di esse, fatta eccezione delle prime due (Ginevra e Zurigo), si sa ben poco oltre il carattere antifascista che le accomunava tutte. Di molte non si conosce addirittura nemmeno la denominazione esatta, la data di fondazione, l’organizzazione e l’attività fino ad allora svolta. Si sa, anzi, che la maggior parte di esse sorse quando il regime fascista era ormai giunto alla fine, ossia dopo il 25 luglio 1943.
Per questo ritengo che a giusta ragione Tindaro Gatani, storico della FCLIS, abbia scritto che parteciparono al Convegno di Olten (21 novembre 1943) in cui si decise la fondazione della FCLIS, i rappresentanti delle prime dieci «costituite o costituende» Colonie Libere Italiane. Alcune di esse infatti cominciarono ad esistere proprio alla vigilia del Convegno di Olten.
Per conoscere la vera natura della neocostituita FCLIS è tuttavia sufficiente esaminare l’origine e l’attività svolta dalle due componenti principali, che inizialmente avevano denominazioni diverse e solo in seguito furono chiamate «Colonie libere italiane» (CLI), quella di Ginevra e quella di Zurigo. Ebbene, entrambe sono sorte in ambienti di esuli antifascisti di ogni tendenza e con intenzioni e attività dichiaratamente antifasciste.
Va ricordato anzitutto che Mussolini (che conosceva l’ambiente svizzero per averlo frequentato all’inizio del secolo) cercava in tutti i modi di fascistizzare l’emigrazione italiana in Svizzera con la creazione di fasci nelle principali città (il primo fu costituito a Lugano nel 1920), case d’Italia, scuole italiane e associazioni varie assoggettate al regime. A questo tentativo si opposero fin dall'inizio le Missioni cattoliche dell’Opera Bonomelli (che saranno poi costrette a chiudere) e i fuorusciti antifascisti.

La prima Colonia di Ginevra
La CLI di Ginevra è considerata da numerosi studiosi la prima nata, nel 1925, anche se agli inizi non aveva tale denominazione. In effetti si trattava della Società Dante Alighieri (già esistente dal 1894) che riuscì ad opporsi al tentativo di sottomissione al fascismo. Quell'anno, infatti, rifiutò di partecipare a una manifestazione organizzata appositamente dal Fascio locale, in aperta opposizione al regime. Questo rifiuto provocò non solo lo smembramento della Dante e la perdita dei contributi pubblici, ma anche il cambio della sede e, dal 1928, pure del nome, divenuto «Associazione Dante Alighieri».
Giuseppe Chiostergi
A Ginevra la Dante Alighieri era un’associazione italiana molto importante non solo per le sue attività culturali e aggregative, ma anche perché sosteneva le «Scuole italiane di Ginevra», preesistenti al fascismo e ben frequentate da centinaia di allievi. L’Associazione ribelle  era presieduta fino al 1930 dall'antifascista Giuseppe Chiostergi. Quell'anno cedette la presidenza all'amico e anch'egli grande antifascista Egidio Reale, mentre conservò per sé la direzione delle Scuole, che fra l’altro organizzavano delle apprezzate «colonie estive italiane» per gli allievi.
Con Reale e Chiostergi l’Associazione Dante Alighieri si dimostrò fin dall'inizio molto attiva e convincente (incontri, biblioteche, conferenze, esposizioni, colonie estive, ecc.) in chiave chiaramente antifascista non solo nell'ambiente dei fuorusciti, ma anche tra i lavoratori italiani.
Almeno fino al 1943 a Ginevra ancora non si parlava di una «Colonia libera italiana», ma il richiamo alla libertà e l’invito a lottare per la libertà erano costantemente presenti nelle numerose conferenze che venivano organizzate, nei discorsi ufficiali, negli scritti e nel carattere delle attività svolte. Si comincerà ad aggiungere l’aggettivo «libera» probabilmente nel 1943, quando è accertata una Colonia libera italiana e quando Reale e altri antifascisti stavano maturando l’idea di creare un collegamento e coordinamento tra tutte le organizzazioni antifasciste operanti in Svizzera.

La colonia libera di Zurigo
Anche a Zurigo gli antifascisti erano molto attivi, in particolare in alcuni centri, quello storico del «Cooperativo» e quell'altro, meno noto, della «Mansarda». Questa era un’associazione di antifascisti costituitasi nel 1927 come punto di riferimento per altre associazioni simili. Nel 1930, in pieno tentativo del regime fascista di penetrare nell'ambiente migratorio italiano di Zurigo, la Mansarda venne ribattezzata «Colonia libera italiana».
Anni più tardi, durante un Congresso della FCLIS, uno dei fondatori della «Mansarda, Giovanni Medri, dirà di essa che «è stata l’inizio del nostro movimento antifascista in Svizzera» e ricorderà commosso quel periodo di lotta per la libertà, che in Italia il fascismo aveva cancellato e vilipeso.
Analogamente a quel che succedeva a Ginevra, anche a Zurigo la Mansarda aveva creato una «Scuola Libera» per i figli degli emigrati italiani, in opposizione al tentativo di penetrazione fascista attraverso la scuola oltre che tramite il Fascio e la Casa d’Italia locali.

Fondazione della FCLIS
Nel 1943, subito dopo la caduta del regime, le associazioni antifasciste già esistenti come Colonie libere italiane o con altri nomi si rinnovano o rifondano e decidono, su iniziativa delle due principali CLI di Ginevra e Zurigo, di rafforzare i contatti e coordinarne le attività. I rappresentanti delle dieci Colonie esistenti o costituende decisero in una storica riunione ad Olten (21 novembre 1943) di costituire una giunta esecutiva centrale con compiti di collegamento e coordinamento delle attività delle singole Colonie libere. Di questo gruppo facevano parte personalità note dell’antifascismo, oltre a Fernando Schiavetti ed Egidio Reale, Giuseppe Chiostergi, Giuseppe de Logu, Manlio Sancisi, Mario Mascarin e altri. Era nata la Federazione delle Colonie libere italiane (FCLIS). (Continua)
Giovanni Longu
Berna, 16.10.2013