24 luglio 2013

La festa nazionale svizzera e il problema degli stranieri


Il
Primo agosto la Svizzera celebra la Festa nazionale, che ricorda «la nascita della Svizzera» nel 1291. Ogni Stato ha una o addirittura più feste nazionali e ognuna ricorda qualche evento del passato d’importanza fondamentale per la storia del Paese. A differenza di tutti gli Stati moderni, tuttavia, la Svizzera intende ricordare un evento molto lontano nel tempo e per di più tutt'altro che certo.
Ritengo perciò interessante conoscere quando, come e perché si è giunti a stabilire la data del 1° agosto per celebrare la Festa nazionale, a tutt'oggi unico giorno festivo federale, ossia valido in tutta la Confederazione.
Va infatti ricordato che i giorni festivi civili hanno validità cantonale e sono quindi i singoli Cantoni a deciderli.
Credo che, a parte gli storici e qualche studioso, gran parte degli svizzeri ritenga del tutto ovvio che la Festa nazionale venga celebrata il 1° agosto in ricordo del lontano 1° agosto 1291. Secondo la tradizione, infatti, proprio quel giorno o comunque all’inizio di agosto, i rappresentanti delle tre comunità di Uri, Svitto e Untervaldo avrebbero stipulato con giuramento («Nel nome del Signore, così sia») il Patto del Grütli, dando così inizio alla Confederazione.

Realtà storica e miti di fondazione
Secondo la storiografia moderna, la Confederazione si è formata in un lungo processo attraverso i secoli, mentre la presunta «nascita» nel 1291 appartiene piuttosto ai «miti di fondazione», anche se è innegabile che attorno al 1300 ci furono i primi tentativi di alcune popolazioni della Svizzera centrale di sottrarsi all’oppressione degli Asburgo, come dimostrano alcuni documenti dell’epoca (ma scoperti solo nel XVIII secolo).
Per secoli la data del 1° agosto non venne presa in considerazione non solo per una Festa nazionale (anche perché ancora non esisteva una «nazione») ma neppure come richiamo del presunto «Patto federale» stipulato dai primi confederati sul praticello di Grütli. Tutti i racconti sull'origine della Confederazione risalenti al XV e XVI secolo oggi sono considerati dagli storici «miti di fondazione».
Patto federale del 1291
In effetti nemmeno le cronache più antiche sono d’accordo né sul giorno (inizio di agosto, primo di agosto, 8 novembre) né sull'anno (1291 o 1307?) in cui si può affermare sia nata la Confederazione.
Nel 1895, quando venne inaugurata ad Altdorf, capitale del Cantone di Uri, la celebre statua dedicata a Guglielmo Tell, nel piedistallo fu inciso l’anno 1307 e non 1291. Si tratta di una delle tante testimonianze delle discordanze che ancora esistevano sul reale inizio della Confederazione, sebbene fin dal 1891 il Consiglio federale avesse dichiarato ufficialmente il 1291 l’«anno di fondazione» della Confederazione.

La Festa federale del 1891, civile e religiosa
La prima grande manifestazione a carattere nazionale si ebbe nel 1891 con la Festa federale del 600°. Nel 1889, pur ammettendo che fino ad allora non era mai stata celebrata una tale commemorazione, il Consiglio federale indirizzò all'Assemblea federale un messaggio ricordando che l’imminente ricorrenza del 600° anniversario della fondazione della Confederazione (1° agosto 1291) dovesse venir degnamente celebrato.
La festa si svolse a Svitto, capitale simbolo di uno dei tre Cantoni cosiddetti «primitivi», nell’arco di tre giorni. La parte principale fu concentrata nella giornata di sabato 1° agosto, iniziata alle ore 5 del mattino con una salve d’artiglieria, esibizioni di tutti i corpi di musica riuniti e il canto in coro del «salmo elvetico» (divenuto poi l’inno nazionale svizzero). Proseguì con la riunione di tutte le delegazioni ufficiali federali, cantonali ecc. nel palazzo del governo, da cui in corteo si trasferirono nella chiesa di S. Martino «pel servizio divino», con «breve predica».
Dopo la cerimonia religiosa seguì quella civile ufficiale con i «discorsi officiali dei rappresentanti delle autorità federali e dei Cantoni primitivi». Finita la parte per così dire istituzionale, il resto della giornata fu occupato da musica, canti popolari e giochi, una prima «colazione alla forchetta» a mezzogiorno e più tardi, alle 17.00, un banchetto. Alle 19.00, secondo programma, ci fu per un quarto d’ora il «suono a festa di tutte le campane», e poi fino a tardi «fuochi d’allegria sulle alture».
Il giorno seguente, domenica, la giornata iniziò con una «messa solenne e predica» e proseguì, nel pomeriggio, con la festa al Grütli, in cui furono ascoltati altri discorsi ufficiali di rappresentanti federali e cantonali e venne eseguita la cantata della festa (testo preso dal «Guglielmo Tell» di Schiller e musica del direttore Arnold) «col concorso di 600 membri di società svizzere di canto artistico». «Sul far della notte – diceva il programma – illuminazione sui monti ed alla spiaggia. Notte veneziana».

Da celebrazione occasionale a festa nazionale
Si sa che la Festa ebbe un grande successo e l’idea di ricordare la «nascita della Svizzera» il 1° agosto cominciò a farsi strada. I miti di fondazione con i racconti di Guglielmo Tell, il giuramento dei primi confederati sul praticello del Grütli, la lotta per la libertà dall'oppressione degli Asburgo avevano fatto presa nell'animo popolare.
Fu così che a seguito di una iniziativa del Cantone di Berna che ebbe l’adesione dapprima della grande maggioranza dei Cantoni e poi di tutti, il Consiglio federale decise nel 1899 di inviare una circolare a tutti i Cantoni ( in francese: «à tous les Etats confédérés») per invitarli a dare le istruzioni necessarie affinché non solo il 1° agosto di quell’anno, ma d’ora in poi ogni anno, le campane di tutti i Comuni venissero suonate dalle 20.30 alle 20.45.
Anche in quella richiesta, tuttavia, la Confederazione si limitava a invitare i Cantoni a far suonare a festa le campane la sera del 1° agosto per un quarto d’ora «per celebrare l’anniversario della fondazione della Confederazione (l° agosto del 1291)». Con questa circolare il Consiglio federale e dunque la Confederazione sembra porre fine anche alla discussione sulla storicità o meno della data del 1° agosto 1291: quella data andava considerata ormai ufficialmente (anche se non storicamente) la data di nascita della Confederazione.
Il 1° agosto era considerato soprattutto una giornata di preghiera e di ringraziamento e la festa si concentrava in quel quarto d’ora di scampanio e nei fuochi della sera, mentre l’intera giornata era considerata lavorativa. In questa forma venne ripetuta per quasi un secolo, anche se acquistò col tempo anche altre espressioni, da quella più seria del discorso ufficiale del presidente della Confederazione in carica, a quelle più propriamente festose dei raduni attorno ai falò e, soprattutto nelle grandi città, dei fuochi d’artificio spettacolari.
Doveva passare quasi un secolo prima che il 1° agosto venisse riconosciuto come giorno non lavorativo, la prima volta nel 1991 per i festeggiamenti del Settecentesimo della Confederazione e dal 1993 come Festa nazionale a tutti gli effetti. Per introdurre il giorno festivo, ossia parificato alla domenica, si è dovuta modificare la Costituzione federale a seguito di una iniziativa popolare depositata nel 1990, che diceva: «il 1° agosto è Festa nazionale in tutta la Confederazione». La richiesta fu approvata il 26.09.1993. E’ interessante notare che la partecipazione fu piuttosto bassa: 39,88%. Su 1.781.407 di voti, i sì furono tuttavia l’83,8%, i no il 16,2%. Con l’entrata in vigore il 1° luglio 1994, da quell'anno anche la Svizzera ha la sua Festa nazionale riconosciuta pienamente come giorno festivo.

Perché una festa nazionale?
Come appena visto, è solo sul finire dell’Ottocento che la Confederazione comincia a pensare seriamente a una celebrazione nazionale. Non si può dimenticare che in quell'epoca i vari Stati europei si stavano organizzando e rafforzando unitariamente attorno a una identità nazionale che spesso non era ancora ben radicata nella coscienza popolare. Anche la Svizzera, nonostante fosse diventata Stato federale da cinquant'anni con la Costituzione federale del 1848, sentiva la necessità di consolidare la propria coesione interna e una coscienza unitaria nazionale.
Una spinta al rafforzamento dell’identità nazionale fu offerta indirettamente anche dalla particolare situazione che si stava creando sul finire del XIX secolo in Svizzera, un Paese d’emigrazione fino al 1888, che quasi all'improvviso si accorse di essere divenuto Paese d’immigrazione sotto la spinta dell’industrializzazione. Ben presto, tuttavia, la popolazione straniera, in forte crescita (383.424 persone nel 1900, pari all’11,6% della popolazione residente) fu avvertita come un pericolo per l’«identità nazionale» che si stava lentamente costituendo.
Fu proprio in quel periodo che si cominciò a parlare di «problema degli stranieri» e soprattutto del pericolo della «Überfremdung» («inforestierimento»), un neologismo che finì per indicare la paura che la forte presenza straniera potesse compromettere la stabilità del Paese introducendo nel contesto socioculturale svizzero elementi estranei e inassimilabili.
La Festa nazionale sembrò nel 1899 e poi sempre più successivamente un’occasione utile non solo per ricordare le origini della Confederazione, ma anche per sottolinearne i valori fondanti (libertà, solidarietà, federalismo, ecc.) e rafforzare in tutti quella coesione nazionale che sembrava continuamente in pericolo.

Giovanni Longu
24 luglio 2013