29 settembre 2010

Diritto di voto agli stranieri: andare avanti comunque…!

Lo scorso fine settimana, l'elettorato bernese e basilese hanno rifiutato massicciamente di estendere il diritto di voto e di eleggibilità agli stranieri, come chiedevano due simili iniziative popolari a livello cantonale. Si sa, il tema è molto controverso. In alcuni Cantoni è stato da tempo risolto, in altri evidentemente fa fatica a trovare un’equa soluzione, a causa soprattutto di un partito, l’Unione democratica di centro (UDC), che ha molta presa sul ceto medio e che è decisamente contrario a estendere il diritto di voto, anche solo a livello locale, agli stranieri. Per l’UDC il diritto di voto è legato inscindibilmente alla cittadinanza svizzera, punto e basta.
L’esito negativo di Berna e Basilea Città non dovrebbe tuttavia indurre soprattutto gli stranieri domiciliati in Svizzera da molti anni a rassegnarsi a questa esclusione. Essi devono continuare a sentirsi coinvolti da tutto quello che succede nel proprio Comune e partecipare alla vita pubblica, sfruttando ogni spiraglio di collaborazione offerto in numerosi ambiti (scuola, quartiere, chiesa, stampa, dibattiti pubblici, ecc.). Per convincere i numerosi svizzeri che hanno ancora qualche dubbio sull’equità e sull’utilità del voto degli stranieri la maniera più efficace potrebbe essere l’interesse che gli stranieri riescono a dimostrare per la cosa pubblica, partecipando ai dibattiti, rivolgendo domande pertinenti e motivate alle autorità, avanzando proposte convincenti nell’interesse di tutti.
Contro certe posizioni radicali gli argomenti valgono poco, ma un buon lavoro col tempo finisce sempre per portare i suoi frutti e prima o poi anche il diritto di voto degli stranieri a livello comunale rientrerà nella normalità. Anche l’ostacolo del federalismo, per cui in questa materia ogni Cantone decide autonomamente, finirà per essere travolto dal buon senso che vorrebbe in un piccolo Paese come la Svizzera un’unica politica in materia d’integrazione degli stranieri.
L’importante, a questo punto, è non perdere la fiducia. Forse, dopo le elezioni politiche dell’anno prossimo, che si preannunciano molto combattute, la strada per la conquista del diritto di voto agli stranieri e anche quella della naturalizzazione «semiautomatica» degli stranieri di terza generazione sarà più facilmente percorribile. Al punto in cui ci troviamo, in un mondo caratterizzato da una crescente circolazione della persone e in una Svizzera che non può fare a meno del contributo degli stranieri, nemmeno all’UDC converrà più ostacolare il coinvolgimento diretto degli stranieri in un processo d’integrazione che sarà sempre più la carta vincente della Svizzera.
In questa rubrica si cercherà di offrire ogni volta che se ne presenti l’occasione di tenere alta l’attenzione su questi temi. Cominciamo in questo numero con un’intervista alla giovane consigliera nazionale italo-svizzera Ada Marra.

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