12 maggio 2010

Svizzera – Italia: prove di riavvicinamento

Ci eravamo abituati, in occasioni d’incontri ai massimi livelli tra autorità italiane e autorità svizzere, a leggere nei comunicati stampa successivi che le relazioni italo-svizzere sono «eccellenti». Dopo l’incontro del 5 maggio scorso tra la Presidente della Confederazione Doris Leuthard e il Presidente del Consiglio dei ministri italiano Silvio Berlusconi non c’è stato invece alcun comunicato dello stesso tenore, anche se la Leuthard ha definito l’incontro «cordiale e costruttivo». E’ facile dedurre che i rapporti italo-svizzeri non sono ancora tornati all’eccellenza di qualche anno fa, ma diversi segnali lasciando ben sperare.
In questi ultimi anni i rapporti tra i due Paesi si sono un po’ deteriorati, non solo a causa delle note vicende sullo scudo fiscale e dei modi poco riguardosi con cui è stato applicato (nei media elvetici si è parlato persino di «guerra fiscale»), ma anche per alcune esternazioni poco o per nulla diplomatiche di alcuni importanti ministri della Repubblica, per la problematica applicazione in Italia degli Accordi bilaterali tra la Svizzera e l’Unione europea e non da ultimo per il clima negativo che questa situazione ha generato nella collettività italiana.
Incontro italo-svizzero ai massimi livelli
Il fatto che sia stato possibile organizzare un vertice ai massimi livelli sta ad indicare l’interesse e la volontà di entrambe le parti a riprendere la via del dialogo per superare quanto prima le attuali difficoltà e riportare le relazioni italo-svizzere sul solco tracciato dal primo importante trattato tra i due Paesi del 1868, ancora in vigore nonostante siano trascorsi da allora ben 142 anni. I due Stati s’impegnarono allora a mantenere tra loro «amicizia perpetua e libertà reciproca di domicilio e di commercio». Non vi sono sempre riusciti, ma nella sostanza le relazioni italo-svizzere sono progredite ininterrottamente superando di volta in volta gli ostacoli del momento. Basti pensare che l’Italia è il secondo partner economico della Svizzera e il secondo principale fornitore. L’interscambio tra i due Paesi si aggira sui 40 miliardi di franchi l’anno.
L’importanza del recente incontro tra la Presidente Leuthard e il Premier Berlusconi, durato quaranta minuti, è data inoltre dal fatto che vi hanno partecipato anche due superministri della Repubblica, il ministro degli affari esteri Franco Frattini (che era intervenuto in modo forse poco accorto nella controversia tra la Svizzera e la Libia) e il ministro dell’economia e delle finanze Giulio Tremonti (principale responsabile della «guerra fiscale» e grande accusatore della Svizzera a causa del segreto bancario). La loro partecipazione è stata voluta da Berlusconi non solo perché dirigono due importanti ministeri, direttamente implicati nello stato delle relazioni bilaterali, ma probabilmente anche per far loro comprendere che le questioni con la Svizzera vanno affrontate e risolte globalmente.
Per l’Italia la Svizzera è infatti un partner di riguardo non solo per le intense relazioni economiche e finanziarie, ma anche per la presenza in questo Paese confinante di oltre mezzo milione di cittadini italiani. Anche per la Svizzera l’Italia è un partner eccezionale non solo per la vicinanza geografica, ma anche e soprattutto per molteplici ragioni storiche, economiche, culturali. Più che i problemi da risolvere sembrano dunque aver influito sull’incontro politico al più alto livello degli ultimi quattro anni i molteplici interessi comuni che i due Paesi intendono salvaguardare e sviluppare.
La Leuthard deve aver apprezzato davvero molto la disponibilità dell’Italia alla ripresa del dialogo, tanto da sentirsi ottimista anche nei confronti di Tremonti. Parlando con i giornalisti, la Consigliera federale ha riferito senza entrare nei dettagli che Silvio Berlusconi è rimasto colpito quando ha appreso che la Svizzera ha accettato e sottoscritto le norme dell’OCSE e ha già firmato nuovi accordi sulla doppia imposizione, fra l’altro con Paesi come la Germania e la Francia. E’ possibile che Berlusconi si sia chiesto perché non dovrebbe essere possibile trovare un’intesa anche con l’Italia. Sta di fatto, ha riferito la Leuthard, che egli ha insistito anche davanti a Tremonti sulla necessità di trovare una soluzione condivisa sulle questioni aperte con la Svizzera. E benché Tremonti abbia ripetuto anche in questa occasione che a suo parere «la Svizzera approfitta ancora troppo dei benefici del segreto bancario», la Leuthard ritiene che il ministro italiano, essendo «un uomo intelligente e pragmatico» saprà rivedere le sue posizioni con maggiore concretezza e positivamente.
Nella conferenza stampa dopo l’incontro con Berlusconi, la Leuthard si è mostrata visibilmente soddisfatta dell’atmosfera distesa che ha chiaramente percepito e ottimista circa la cancellazione della Svizzera dalla «lista nera» dei paradisi fiscali di Tremonti e la ripresa delle trattative per un nuovo accordo sulla doppia imposizione, senza tuttavia nascondere che permangono ancora divergenze importanti in alcuni dossier.
L’ottimismo della Leuthard era anche dovuto alla disponibilità di Berlusconi a perorare la liberazione dello svizzero Max Goeldi, detenuto in Libia, se necessario, pur sapendo che Gheddafi non è un interlocutore facile nemmeno per l’amico italiano.
L’uccellone Tremonti
Che il ministro Tremonti non goda di molta simpatia in Svizzera lo sanno tutti, ma dopo l’incontro con la Leuthard è probabile che anche nei suoi confronti l’atteggiamento di molti svizzeri cambi. Anzi ha già cominciato a cambiare, proprio in quella sorta di «riserva di caccia» in cui in molti sarebbero stati disposti fino a poco tempo fa a violare la legge pur di impallinare l’uccellone Tremonti.
Mentre la Presidente Leuthard incontrava Berlusconi in presenza di Tremonti e Frattini, quasi contemporaneamente nella Piana di Magadino in Ticino un altro esponente importante del governo svizzero, il Consigliere federale Moritz Leuenberger alludeva al ministro italiano con un’immagine che non lascia dubbi sulle scarse simpatie di cui gode in Svizzera e soprattutto in Ticino. Dopo aver riferito, tra il serio e il faceto, che quella Piana è come una specie di riserva in cui fanno tappa diverse specie di uccelli, alcuni provenienti dal sud, «in cerca di cibo e asilo dalle nostre parti», altri semplicemente in transito, Leuenberger ha poi ricordato che «ci sono anche uccelli che vengono qui per pochissimo tempo, nascondendo le uova in una cassaforte. In questi ultimi tempi, però, hanno paura di essere osservati da un grosso uccello predatore in agguato sui monti. Per questo viene chiamato l’uccellone Tremonti».
Il ministro Leuenberger ha accennato anche a un ex ministro, «l’altro uccellone Claudio Scajola nel frattempo già caduto dal nido», ma il richiamo principale era sicuramente il primo. Un modo forse poco diplomatico, ma efficace, nello stile del consigliere federale zurighese (già frequentatore del Cooperativo, locale storico della sinistra italiana di Zurigo), di sdrammatizzare situazioni che possono creare problemi, ma che in fondo, con un po’ di sana ironia, potrebbero essere ridimensionati e ricondotti alla sfera del normale.
Sviluppo dei rapporti culturali e scientifici
Spetterà probabilmente al Consigliere federale Didier Burkhalter cogliere i primi frutti del rasserenamento delle relazioni italo-svizzere. Parteciperà infatti a fine mese a Roma all’inaugurazione del MAXXI, il Museo nazionale delle arti del XXI secolo, uno dei più grandi musei d’Europa dedicato alla creatività contemporanea e all’innovazione nel campo delle arti e dell’architettura. Burkhalter vi parteciperà non solo come ministro della cultura, ma anche come rappresentante della Svizzera, l’unico Paese straniero invitato ufficialmente all’inaugurazione del 30 maggio, anche perché ha contribuito all’allestimento di una delle tre esposizioni inaugurali di questa importante istituzione culturale italiana.
E’ anche probabile che l’esponente svizzero approfitti della visita per segnalare che la Svizzera è interessata vivamente alla collaborazione con l’Italia in tutti i campi attinenti alla cultura, compresa la lingua italiana. Un terreno, questo, molto delicato e importante per la collettività italiana, non da ultimo perché proprio in questi mesi il Dipartimento diretto dal dinamico ministro Burkhalter sta mettendo a punto le ordinanze d’applicazione della nuova legge sulle lingue. Da queste ordinanze potrebbero derivare nuovi impulsi per una maggiore salvaguardia e valorizzazione della lingua italiana in Svizzera.
Si dà invece per certo che sono in corso trattative per attivare quanto prima la Commissione mista italo-svizzera per la ricerca scientifica, prevista dal trattato di collaborazione scientifica e tecnologica risalente al 2003, ma non ancora costituita. Senza questa commissione la collaborazione bilaterale non è efficace perché spetta ad essa «redigere programmi pluriennali e stabilire i settori prioritari e le modalità pratiche della cooperazione scientifica e tecnologica».
Siccome il ministro Burkhalter ha tra le sue priorità di governo anche il mantenimento della Svizzera ai massimi livelli mondiali dell’innovazione e della ricerca, la collaborazione in campo scientifico e tecnologico con i Paesi vicini, Italia compresa, non possono lasciarlo indifferente. Il suo carattere tenace e volitivo fanno ben sperare che i rapporti italo-svizzeri si rafforzino anche su questo fronte, senza dimenticare che uno scambio e una collaborazione ai massimi livelli dell’eccellenza è arricchente per entrambi i Paesi.
Le prove di riavvicinamento tra l’Italia e la Svizzera sembrano ben riuscite. Non resta che attendere qualche mese per verificare se le difficoltà maggiori sono state superate. Un indicatore sensibile sarà anche la reazione della collettività italiana in Svizzera al nuovo clima che si sta prospettando.
Giovanni Longu
Berna 12.05.2010

Nessun commento:

Posta un commento