26 ottobre 2009

Davide Piscopo lascia un vuoto

«Quel che è giusto è giusto»!
Davide Piscopo se n’è andato, la settimana scorsa, all’improvviso, lasciando un vuoto nella sua area politica in Svizzera che difficilmente potrà essere colmato. E’ stato uno di quei personaggi che s’imponeva per la sua singolarità. Assolutamente convinto delle sue idee di destra, è stato per almeno un trentennio avversato da quanti militavano sul fronte opposto. Era divenuto una sorta di cavaliere solitario e si era credo convinto che fosse ormai un perdente. L’ultima volta che lo incontrai, circa un anno fa, mi aveva detto che stava pensando di ritirarsi definitivamente da ogni incarico politico.
Conoscevo Piscopo da una trentina d’anni. Non condividevo le sue idee, ma lo rispettavo perché trovavo corretto in una democrazia il pluralismo delle idee. Lo incontravo sovente in incontri pubblici e celebrazioni ufficiali. Ma al di là delle battute di circostanza non abbiamo mai avuto occasione di affrontare seriamente alcun tema scottante. Del resto in comune non avevamo quasi nulla, a parte il reciproco rispetto.
A prescindere dai contenuti, nei suoi interventi apprezzavo la dialettica tagliente, la lucidità del ragionamento, una certa signorilità persino nell’affrontare gli avversari. Sapevo che rispettava le mie idee e apprezzava il mio modo di presentarle a voce e per iscritto. Più di una volta ricevetti i suoi complimenti. L’ultima volta è stata nel mese di agosto scorso. Aveva appena letto un mio articolo su «Marcinelle: la tragedia italiana e l'immigrazione clandestina», in cui contestavo Tremaglia a riguardo degli immigrati clandestini. Mi telefonò per dirmi che era d’accordo con la mia analisi, anche se contraddiceva quella del suo amico Tremaglia: «quel che è giusto è giusto», mi disse testualmente.
Non conosco assolutamente nulla di preciso della sua vita privata e nemmeno della sua vita professionale. Ho conosciuto il Piscopo politico e l’uomo pubblico impegnato a modo suo a risolvere i problemi dell’emigrazione. Il bilancio dei suoi tentativi lo tirerà qualche altro. A me resta il ricordo di una persona pubblica che si è coerentemente battuta per le sue idee e ha indubbiamente contribuito a introdurre nel dibattito politico degli italiani in Svizzera un confronto e una dialettica che non possono che far bene al formarsi di un’opinione pubblica intelligente e matura.
Giovanni Longu
Berna 25.10.2009

Nessun commento:

Posta un commento