15 giugno 2009

L’UNITRE Svizzera si consolida e si sviluppa

Ho visto nascere la prima sede dell’UNITRE a Lucerna nel 2005. In occasione dell’inaugurazione ufficiale dell’anno accademico 2005-2006, l’8 ottobre 2005, scrissi che questa istituzione doveva considerarsi «una pietra miliare nella storia della collettività italiana in Svizzera, che s’iscrive a buon diritto nell’albo d’oro delle più importanti realizzazioni socioculturali dell’immigrazione italiana in Svizzera».
A distanza di qualche anno confermo quel giudizio perché l’UNITRE si è affermata in tutta la Svizzera ed è ancora in espansione. Il moltiplicarsi delle sedi e la riuscita dei corsi da una parte smentiscono il pessimismo di chi riteneva esaurita la spinta creativa e solidale della collettività italiana in Svizzera e dall’altra testimoniano la capacità del volontariato di rispondere concretamente agli interessi immateriali di molte persone, anche al di fuori delle grandi istituzioni tradizionali.
Le sedi dell’UNITRE sono oggi 5 (Lucerna, Basilea, Winterthur, Zurigo, Berna), a cui vanno aggiunte 4 sezioni distaccate (Möhlin, Soletta, Zugo Bienne). Questo autunno saranno avviati corsi anche a Thun e a Olten. Il numero complessivo delle adesioni (tra allievi, insegnanti, relatori e organizzatori) è enormemente cresciuto, passando in pochi anni da 230 (2005/2006) a 1230 (2008/2009), con una previsione di 1400 il prossimo anno. Nell’anno accademico 2008/2009 sono stati organizzati complessivamente 168 corsi, frequentati da ben 946 partecipanti, in maggioranza ultrasessantenni (53%) e donne (66%). Ha ragione Michelangelo Penticorbo, coordinatore nazionale dell’UNITRE Svizzera, di osservare con molta soddisfazione gli sviluppi di questa importante istituzione.
La riuscita dell’UNITRE è stata confermata l’anno scorso anche da un importante riconoscimento nel quadro dei progetti di formazione continua per persone giovani, adulte e della terza età. In un concorso federale organizzato dalla «Federazione svizzera per la formazione continua» (SVEB), su un centinaio di progetti presentati, quello dell’UNITRE è stato ritenuto il più meritevole. Un bel riconoscimento!
Il riconoscimento più ambito e raggiunto è stato tuttavia, per quanto a mia conoscenza, soprattutto quello della soddisfazione non solo degli organizzatori, ma anche degli insegnanti, tutti volontari, e specialmente degli allievi dei corsi. Ben a ragione si registra in tutta la Svizzera un grande interesse per questa istituzione che cerca di coniugare al meglio l’incontro tra sapere, apprendimento e socialità.
Ho partecipato, in qualità di insegnante, alla chiusura dell’anno accademico di una delle più giovani sedi dell’UNITRE, quella di Soletta, e posso confermare quanto appena detto. La soddisfazione degli organizzatori, degli insegnanti e degli allievi era «palpabile» nella grande sala della scuola Hermesbühl, nella cornice di una festa accuratamente preparata e rallegrata da una band di giovani musicisti e cantanti.
Dagli interventi, non di circostanza, della presidente Nella Sempio dell’UNITRE di Basilea (da cui dipende la sezione di Soletta), della coordinatrice dei corsi di Soletta Lorenza Ranfaldi e di due rappresentanti degli allievi emergeva chiaramente non solo la gratificazione degli organizzatori per aver realizzato quel che solo un anno prima sembrava un sogno, ma anche la gioia dei partecipanti per aver appreso tanto, aver rinfrescato la curiosità di sapere e aver vissuto un’interessante esperienza umana.
Che l’iniziativa di Soletta sia stata coronata dal successo lo dimostrano anche alcune cifre. Su un centinaio di iscritti iniziali, i ritirati sono stati relativamente pochi perché il tasso di partecipazione è risultato alla fine altissimo, circa il 75%. Tutti i corsi hanno avuto un alto gradimento, come risulta dalla distribuzione degli allievi per corso: 55 al corso di psicologia, 51 a educazione civica, 45 a italiano II, 37 a geografia e storia delle regioni italiane a statuto speciale, 35 a italiano I, 32 a teologia generale, 32 a origine delle lingue del mondo, 27 a educazione alimentare e laboratorio di cucina, 13 a laboratorio sartoriale.
Va inoltre aggiunto che l’UNITRE di Soletta ha saputo organizzare anche un bel numero di altre iniziative culturali ben seguite, tra le quali merita ricordare una conferenza sulla crisi finanziaria (80 presenze), un concerto del coro dell’Accademia musicale pescarese (40), due visite guidate alla città di Soletta con due gruppi di 25 persone, una pièce della Filodrammatica «La Scintilla» di Basilea (80).
Un aspetto interessante dell’UNITRE solettese (che rispecchia per altro una situazione comune a tutte le sedi e sezioni) è quello di aver suscitato l’interesse anche di 19 corsisti non italiani, di cui 13 svizzeri o svizzere. Evidentemente la lingua e la cultura italiana e l’italianità in generale attira e fa ben sperare.
Con queste premesse, l’UNITRE di Soletta non potrà che consolidarsi e fare addirittura meglio. Più in generale, l’esempio di questo tipo di iniziative dimostra che quando si affrontano i problemi reali in maniera non ideologica ma con senso pratico e soprattutto con una buona dosa di generosità e spirito creativo, le soluzioni si trovano e sono per chi le realizza e per chi ne usufruisce gratificanti.
Giovanni Longu
Berna 15.6.2009



Partecipanti alla festa di chiusura dell’anno scolastico 2008-2009 dell’UNITRE di Soletta (Foto Iaccarino)


Foto ricordo di un gruppo di insegnanti dell’UNITRE di Soletta (Foto Iaccarino)

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